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Masturbazione e benessere dello sperma

La masturbazione è la pratica di autoerotismo attraverso la quale ci si procura piacere sessuale. È una pratica sempre esistita e diffusa indipendentemente da sesso, genere, orientamento, credo, periodo storico o cultura di appartenenza. Quello che cambia possono essere eventuali tabù o i metodi pratici tramite i quali ci si può procurare piacere.

Sebbene in anni recenti(ssimi) si stia un po’ riducendo lo stigma a riguardo, sussistono delle notevoli differenze di genere. Per gli uomini, soprattutto in ambienti pensati per e da uomini, si sta sdoganando sempre di più la chiacchierata o il confronto sul tema. Per quanto riguarda il mondo femminile, invece, anche in ambienti relativamente “progressisti”, viene accolto ancora con sgomento e shock.

Uscendo fuori dai due generi binari, e addentrandosi in qualsivoglia cosiddetta varianza di genere nel mondo non binario, c’è una tale ignoranza che addirittura le persone direttamente interessate, alle volte, non sanno bene come procurarsi piacere o credono sia sbagliata la maniera nella quale lo fanno.

Benefici e studi sul binomio sperma/masturbazione

Allo sdoganare un po’ di più la masturbazione negli ambienti maschili hanno contribuito anche ricerche scientifiche e un po’ di dati. Sembrerebbe, infatti, che la masturbazione possa essere uno dei fattori chiave che contribuirebbero al benessere dello sperma, e di conseguenza, della fertilità.

Stando alla biologa Jane Waterman della University of Central Florida, infatti, una regolare masturbazione migliorerebbe la qualità dello sperma, poiché esso normalmente si accumula nell’epididimo – una parte dell’apparato riproduttore maschile (all’interno dei testicoli) nella quale viene conservato –, tuttavia accumulandosi e rimanendo lì a lungo gli spermatozoi potrebbero andare incontro alla perdita della capacità di muoversi adeguatamente.

Per regolare masturbazione non si intende necessariamente ogni giorno, più volte al giorno. Stando agli studi esistenti, sarebbe sufficiente eiaculare ogni due o tre giorni, o poco più, in base anche al numero di spermatozoi accumulati.

Il legame tra masturbazione e tumore alla prostata

Quello della fertilità non sembra l’unico vantaggio presente, poiché, stando a un ulteriore studio, coloro che eiaculano una media di almeno ventuno volte al mese sembrano incorrere in un rischio di tumore alla prostata ridotto di un terzo, rispetto a coloro con medie più basse di masturbazione. Queste frequenti eiaculazioni, infatti, permetterebbero la regolare eliminazione di agenti cancerogeni dalla prostata, riducendo così il rischio di cancro.

Molti studi sono stati condotti per confermare come la masturbazione e l’eiaculazione frequenti non mettano a rischio la fertilità, anzi, l’opposto. Ad oggi è addirittura possibile trovare una pagina dedicata alla tematica sul sito di Planned Parenthood, nota organizzazione no-profit che si occupa della salute riproduttiva e dei diritti annessi.

Nel 2020 ha anche generato ilarità (e molte domande) il binomio masturbazione-spazio, per gli astronauti. È stato accertato che non solo sia possibile masturbarsi in assenza di gravità, ma che ciò non avrebbe influito sulla salute riproduttiva degli astronauti. Essendo, inoltre, un modo per alleviare stress e ansie, può essere addirittura fortemente consigliato. Alcuni astronauti russi hanno anche dichiarato di essersi visti recapitare filmati porno e bambole gonfiabili. Per saziare qualsivoglia curiosità sull’argomento è possibile approfondire leggendo la ricerca “Effects of Sex and Gender on Adaptations to Space: Reproductive Health” (Effetti di sesso e genere sull’adattamento nello spazio: salute riproduttiva).

La situazione per le donne trans e persone non binarie

Per quanto riguarda, invece, le donne trans e le persone non binarie AMAB (assigned male at birth, cioè alla cui nascita è stato assegnato il genere maschile) la questione masturbazione e benessere può essere più spinosa e sfaccettata. Sebbene non cambi l’anatomia o la dinamica degli spermatozoi, in questi casi la masturbazione può causare non poca disforia di genere o disagio.

Bisogna, inoltre, tener conto che per coloro che hanno intrapreso una terapia ormonale dimensioni e sensazioni cambiano. Spesso gli orgasmi sono più intensi, ma il pene diventa estremamente più sensibile, rischiando quasi di provare dolore o fastidio se lo si tocca con troppo vigore. Anche per quanto riguarda la questione erezione ed eiaculazione la situazione è meno lineare di quanto sopra presentata. Alle volte si sovrappone orgasmo ed eiaculazione, ma le due cose possono convivere separatamente.

Inoltre il doversi abituare a cambiamenti estetici e tattili può rendere complesso entrare in uno stato mentale ed emotivo tale da potersi rilassare e masturbare. Molte donne trans, per via della terapia ormonale, vedono non solo le dimensioni del proprio pene ridursi, ma sempre più raramente possono avere erezioni (senza l’ausilio di pasticche quali il Viagra).

L’estradiolo “femminilizza” il pene, rende i genitali molto più sensibili e in alcuni casi può portare all’atrofizzazione. Quindi sì, potrebbero esserci comunque benefici a livello di fertilità e tutela della prostata nel masturbarsi, ma prima bisogna capire come riuscirci senza intaccare il benessere mentale. Molte donne trans, notando l’assenza di un’erezione, sono convinte di non potersi masturbare e quindi si arrendono in partenza.

Anche i rapporti sessuali con altre persone possono essere stressanti perché non si prova piacere: dato che non si comunica la propria situazione e l’altra persona può ignorare completamente questa realtà. Spesso le donne trans riescono a risolvere questo problema solo dopo tanti anni di sperimentazione o confrontandosi con altre donne trans, rendendo il processo lungo e frustrante.

Una letteratura (scientifica e non) utile a riguardo

Fortunatamente sono ora disponibili libri dedicati alla tematica, per fare informazione e per aiutare le dirette interessate (ad esempio Fucking Trans Women di Mira Belllwether e Girl Sex 101 di Allison Moon).

Sono stati condotti degli studi per osservare se nelle persone trans* si possano osservare cambiamenti a livello di salute sessuale e riproduttiva dopo l’inizio di una terapia ormonale. Uno studio spagnolo, con 260 persone trans* come campione, ha osservato come le donne trans (rispetto agli uomini trans) siano quelle che incorrono in maggiori difficoltà o disforia in questo ambito. Altri studi, invece, si sono concentrati sulla qualità dello sperma delle donne trans.

Uno è stato svolto su un campione di 260 donne trans, con un’età compresa tra i 16 e 52 anni. Stando ai risultati la qualità dello sperma nelle donne trans è inferiore: 21 donne presentavano azoospermia (assenza di spermatozoi nell’eiaculato) e motilità ridotta.

Facciamo il punto

Quando si parla, quindi, di masturbazione bisogna tenere a mente un po’ di cose.

Innanzitutto ridurre ed eliminare lo stigma che ancora aleggia sulla tematica, sebbene con differenze di genere. E anche quando riguarda solo persone AMAB (quindi uomini cisgender, donne trans e persone non binarie) bisogna differenziare tra i vari casi. Nel caso degli uomini cis la situazione sembra, almeno superficialmente, più semplice e lineare. Sono anche disponibili molti più studi e testimonianze.

Per quanto riguarda donne trans e persone non binarie la salute mentale, la disforia ed eventuali cambiamenti dovuti alla terapia ormonale entrano in gioco, mischiando un po’ di più le carte in tavola e rendendo il binomio masturbazione/benessere dello sperma un po’ meno immediato rispetto al caso precedente.

Tenere sempre a mente queste sottigliezze e differenze è utile per tutte le persone che dovessero un giorno trovarsi in discorsi o situazioni che implichino masturbazione e sperma, per avere i mezzi per capire al meglio il proprio corpo (o del/la proprio/a partner) e arrivare agli obiettivi che ci si prospetta nella maniera più agevole possibile, che si tratti di puro piacere fisico, tentativi di avere figli o altro.

 

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