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Migranti: dall’EASO all’EUAA, cosa cambia in l’Europa oltre le sigle

Sembra un tempo lontano e ormai archiviato quello in cui le notizie sulla situazione dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia, sulla costruzione di un muro per chi fugge dalla guerra e dalla fame e sulla posizione dell’Unione Europea in merito alla questione migratoria occupavano le prime pagine dei giornali e i primi minuti dei programmi televisivi di informazione. Eppure, un ulteriore passo avanti significativo nella modernizzazione delle pratiche dell’UE in materia di asilo e di accoglienza è stato mosso solo un mese fa, quando il 19 gennaio la Nuova Agenzia Europea per i richiedenti asilo (EUAA) ha iniziato il suo lavoro con un mandato rinforzato, costruito sui risultati ottenuti del predecessore, l’Ufficio Europeo di Supporto per il Diritto di asilo (EASO).

L’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo è un organismo indipendente, con sede a Malta, incaricato di supportare gli Stati membri nell’applicazione del pacchetto di leggi dell’UE che disciplina l’asilo, la protezione internazionale e le condizioni di accoglienza, noto come Sistema europeo comune di asilo (CEAS). L’EUAA, l’unico sistema di asilo multinazionale al mondo, funge così da risorsa per gli Stati membri nel campo della protezione internazionale, con la capacità di fornire assistenza pratica, legale, tecnica, consultiva e operativa. L’Agenzia non sostituisce però le autorità nazionali in materia di asilo o di accoglienza, che in ultima analisi sono interamente responsabili delle loro procedure e dei loro sistemi.

L’obiettivo finale del lavoro dell’EUAA è raggiungere una situazione in cui le pratiche di asilo in tutti gli Stati membri dell’UE siano armonizzate e in linea con gli obblighi dell’UE  e garantire quindi che i criteri per l’accoglienza siano rispettati nello stesso modo in tutta l’Unione Europea, portando così una maggiore uniformità tra i sistemi di accoglienza nei diversi Stati Membri. Questo significa che una domanda con medesime caratteristiche di un individuo in uno qualsiasi degli Stati membri dell’Unione Europea riceverà sempre lo stesso risultato. In ugual maniera, un richiedente seguirà sempre una procedura simile con condizioni simili, indipendentemente dallo Stato membro in cui si candida, e godrà degli stessi diritti, obblighi e condizioni di accoglienza.

Il benvenuto alla nuova agenzia

La questione migratoria è una grande questione e deve essere regolata, non possiamo dare la percezione che nessuno la controlla. Quando si cancellano i confini interni, quelli esterni diventano i confini comuni ed è responsabilità comune proteggerli e gestirli […] Non possiamo permetterci un’altra Bielorussia.

Così Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera europea, intervenendo a dicembre ai Rome Med – Mediterrean Dialogues, ha espresso la necessità di un accordo imminente tra i Paesi membri dell’Ue su una politica comune sull’asilo e le migrazioni.

L’EASO ha trascorso, di fatto, più di un anno a prepararsi per il lancio dell’EUAA, anche se la prima proposta dell’istituzione di un’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo risale al 2016. Le condizioni di accoglienza e le procedure di asilo continuano a variare ampiamente nell’UE, con tassi di riconoscimento diversi che portano alla cosiddetta migrazione secondaria. I Paesi europei hanno lottato per anni per concordare pratiche uniformi, ma i progressi verso l’armonizzazione e un sistema europeo comune di asilo hanno richiesto diverso tempo. Lo stesso predecessore dell’EUAA, l’EASO, che operava dal 2011, era limitato dal suo stesso mandato. Nell’esprimere ora la fiducia nell’entrata in vigore del nuovo Regolamento, il Direttore Esecutivo dell’EUAA, Nina Gregori, ha dichiarato:

Questo è un momento cruciale per l’asilo e l’accoglienza nell’UE. L’EUAA è un’agenzia unica, con gli strumenti e la capacità di supportare gli Stati membri e l’Unione stessa nel miglioramento tangibile dell’applicazione dell’unico sistema multinazionale di asilo al mondo. Dimostra ancora una volta che l’UE può superare le sfide politiche e sono fiduciosa che questo significativo risultato agirà da facilitatore per il progresso di altri fascicoli nel portafoglio di riforme in materia di asilo e migrazione.

I compiti dell’EUAA

Al di là del cambio di acronimi, l’istituzione del nuovo ente rappresenta un rinnovamento sostanziale: l’EUAA avrà a disposizione più risorse, poteri e margine di manovra. Nella pratica, infatti, la trasformazione da un “ufficio di supporto” come l’EASO a un’agenzia a pieno titolo significa un incremento di budget e specialisti, ma anche di competenze assegnate.

L’istituzione di due nuovi meccanismi, quello di contestazione e di monitoraggio, segna maggiormente la distinzione tra i due enti. Il meccanismo di contestazione, dedicato ai richiedenti asilo che ritengono violati i propri diritti, si affianca a un meccanismo di monitoraggio che compete al personale dell’agenzia, che avrà quindi il compito di monitorare “l’applicazione operativa e tecnica del CEAS al fine di prevenire o identificare possibili carenze nei sistemi di asilo e accoglienza degli Stati membri e di valutare la loro capacità e preparazione a gestire situazioni di pressione sproporzionata in modo da migliorare l’efficienza di tali sistemi” (articolo 13, comma 1, accordo parziale EUAA).

Ulteriore novità rispetto all’EASO è il coinvolgimento dell’EUAA nell’esame delle domande di protezione internazionale. L’agenzia assisterà o agevolerà gli Stati membri nell’esame delle domande di protezione internazionale presentate ai loro sistemi di asilo. Oltre all’assistenza operativa e tecnica, l’ente faciliterà l’esame delle domande di protezione internazionale presentate alle autorità nazionali competenti. Il nuovo ruolo dell’EUAA contribuirà perciò anche indirettamente a definire una strategia comune di asilo e di gestione delle migrazioni nell’UE.

EUAA, prospettive

La manipolazione delle migrazioni non è, infatti, un fenomeno astratto: significa la manipolazione delle persone, i cui diritti e il cui benessere devono essere considerati e rivendicati anche in risposta a chi li usa come arma. In una delle situazioni più recenti e visibili, dodici migranti a inizio febbraio sono morti in condizioni di gelo in Turchia, vicino al confine del Paese con la Grecia, e ciascuna nazione ha incolpato l’altra per la tragedia senza fornire prove di ciò che è realmente accaduto.

Le due nazioni mediterranee si sono spesso scontrate sul destino dei migranti che attraversano i loro confini terrestri e marittimi condivisi. Il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha affermato che le guardie di frontiera greche avevano spogliato le persone dei loro vestiti e scarpe all’arrivo, prima di riportarle indietro in condizioni di freddo estremo. La Grecia è stata così accusata di aver realizzato respingimenti illegali secondo il diritto internazionale dei diritti umani. Nel frattempo, il ministro greco per le migrazioni Notis Mitarachi ha affermato che le morti sono state una tragedia, ma “la verità dietro questo incidente non ha alcuna somiglianza con la falsa propaganda diffusa dalla mia controparte“.

La guerra di propaganda in corso tra Atene e Ankara, che ha una lunga storia in entrambi i Pesi, viene così combattuta a spese dei richiedenti asilo, come afferma la ricercatrice indipendente Lena Karamanidou. Nel frattempo, diversi stati membri dell’Unione Europea non si sono dimostrati affatto disposti ad accogliere i richiedenti asilo, decisi nel mantenimento delle frontiere chiuse.

Ultime ore

A fronte delle ultime notizie sulla tensione Ucraina-Russia, solo pochi giorni fa il ministro dell’Interno della Polonia aveva annunciato la possibile ondata di rifugiati che potrebbe riversarsi in Europa dall’Ucraina. La stima è di centinaia di migliaia di persone pronte a spostarsi, considerando che il Paese ha già 1,5 milioni di sfollati interni in seguito all’occupazione della Crimea.

La Commissione europea si sta così preparando all’ipotesi che ci possa essere una crisi legata a un intenso flusso di migranti e rifugiati dall’area, stando a quanto ha riferito una portavoce della Commissione nel punto stampa quotidiano. “La seconda traccia del nostro lavoro oltre al lavoro sulle sanzioni è quello di essere pronti in senso ampio se la situazione dovesse inasprirsi e saremo pronti per qualsiasi cosa possa accadere in questo campo e in altri”. Questa dovrebbe essere de iure la situazione in futuro, ma ancora una volta si dovrà verificare cosa accadrà de facto.

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