I nuovi test Covid-19: basta la voce

Dall’inizio della pandemia a oggi, molti sono stati i metodi ideati per scoprire la positività o negatività al Covid-19 e ultimamente la nuova frontiera, che fino a poco tempo fa pareva lontanissima dalla realtà, ovvero l’analisi della voce, per mezzo di un test tutt’altro che invasivo e incredibilmente affidabile tramite cui stabilire lo stato di salute.

I tamponi molecolari

Il tampone naso-orofaringeo per SARS-CoV-2, più comunemente noto come tampone molecolare, è un esame che consiste nel prelievo di un campione di muco dal paziente, poi sottoposto a un test molecolare, appunto, per verificare la presenza o meno del virus. Questo tipo di test, dunque, viene svolto in laboratorio ed è usato per cercare e isolare il virus vero e proprio: è il metodo più efficace per la diagnosi.

Tramite un bastoncino cotonato, il campione richiesto viene prelevato da entrambe le narici del paziente ed è necessario affidarsi a persone esperte, sebbene per questo tipo di test non siano previste norme di preparazione e tutti possano svolgerlo. Peraltro il test, pur essendo invasivo e fastidioso, rimane sicuro e indolore.

I tamponi rapidi

I tamponi rapidi antigenici sono essenzialmente di due tipi: quello naso-faringeo e quello salivare. Sono definiti rapidi poiché l’esito è consultabile in pochi minuti, a differenza dei test molecolari che richiedono diverse ore. Per quanto riguarda il test naso-faringeo le modalità con cui viene eseguito sono le medesime di quello molecolare. Diversamente, il test salivare richiede un campione, per l’appunto, di saliva. Questi due test cercano nel campione la presenza di alcune componenti proteiche del virus, definite antigeni. I test rapidi risultano meno affidabili dei test molecolari, per questo è possibile riscontrare dei falsi positivi o dei falsi negativi.

L’analisi della voce

Le Università di Tor Vergata e di Pavia hanno fatto ricorso all’intelligenza artificiale e così hanno portato a termine una ricerca che evidenzia l’affidabilità e l’utilità dei test vocali per la diagnosi di infezione da Covid-19. L’affidabilità varia ma, in certi casi, addirittura è stimata intorno al 90%. A proporre questo nuovo metodo è una startup innovativa.

VoiceWise

VoiceWise è la startup dell’Università di Tor Vergata che ha collaborato allo sviluppo dell’applicazione che sarà utilizzabile per il test e del cloud che fungerà da banca dati per lo screening.

Screening vocale

È possibile eseguire il test tramite un’applicazione semplice e intuitiva, quindi alla portata di tutti. È sufficiente registrare la propria tosse per ottenere il responso. In pratica, vengono estratti dei biomarcatori vocali che si collegano a una patologia o a un virus specifico, come può essere il Covid-19. Ovviamente, più la banca dati aumenta, più l’analisi sarà affidabile.

Voicemed One

La startup VoiceMed, con sede a Roma e Lussemburgo, nasce invece nel marzo 2020 e vince il bando europeo “COVIDX” nello stesso anno. L’idea di base è quella di “meccanizzare” e rendere più rapido il processo che l’orecchio di un attento pneumologo compie sul paziente. Questa tecnologia è attualmente in sperimentazione presso la ASL di Torino e presso il National Laboratoire de Santé del Lussemburgo.

“Tramite una web app (VoiceMed ONE) intuitiva e accessibile da telefono o computer, si registra un colpo di tosse e in poco meno di 2 minuti è possibile sapere se si è positivi o negativi al Covid-19” dichiarano dalla startup. La CEO Arianna Arienzo aggiunge: “La nostra tecnologia vuole essere un metodo scalabile e rapido per gestire epidemie localizzate e garantire che le comunità di tutto il mondo siano protette e sicure, con il minimo sforzo e a costi ridotti”.

Il ruolo dei medici

Ovviamente, questo genere di test non è pensato per sostituire i medici. Infatti, Giovanni Saggio, docente di elettronica presso l’Università di Tor Vergata e fondatore della startup VoiceWise, sottolinea: “Quello che l’algoritmo sviluppato da me e i colleghi ingegneri evidenzia come screening, poi diviene diagnosi solo successivamente perché nel nostro gruppo ci sono anche diversi medici specialistici”. Dunque, la figura del medico resterà fondamentale per la sicurezza e l’ufficialità della diagnosi.

Non solo Covid

Saggio dichiara ancora:

Nel 2009 ho iniziato a studiare il tema con dei colleghi indiani, concentrandomi sulla febbre gialla e tubercolosi. Mai poi ho proseguito con Parkinson, disfonia, disfagia e adesso Covid-19. Tutte patologie che si riflettono con segnali più o meno evidenti nella voce e nel peso gerarchico di quei trenta parametri chiave individuati. Ad esempio i soggetti afflitti da Parkinson non hanno evidenze nelle vie aeree ma indirettamente la parte muscolare condiziona il respiro con un pattern riconoscibile.

Questa precisazione ci dà un’idea ben chiara di quanto una semplice analisi vocale posso comunicare in merito allo stato di salute dell’organismo. Tutto risulta connesso e anche patologie molto diverse, che non hanno effetti diretti sulla vocalità, in realtà, possono essere diagnosticate con questo test.

La tecnologia usate bene

Ci si trova ora nuovamente davanti al grande tema che da sempre coinvolge le generazioni più giovani: l’utilizzo della tecnologia. Spesso si è spettatori di un utilizzo sbagliato dei social media, ma più in generale, del web che ha agevolato spesso un preconcetto a proposito dei suoi risvolti esclusivamente negativi. Eppure questa vicenda, un chiaro esempio di utilizzo corretto e proficuo per il sociale di web e applicazioni, trasmette un forte ottimismo verso il futuro e le potenzialità positive del digitale.

La possibilità di eseguire un test a cifre contenute – si parla di un euro al più – e di poterlo fare in ogni zona del mondo semplicemente utilizzando il proprio cellulare sarà un grande passo nella lotta alla pandemia. Si pensi a zone in cui i vaccini tardano ad arrivare o alle zone in cui i tamponi non sono, come in Europa, all’ordine del giorno; contribuire all’uscita dall’emergenza sanitaria delle persone che vivono in questi luoghi è a questo punto della nostra storia fondamentale. La pandemia per definizione riguarda tutta l’umanità e se una nuova tecnologia è in grado di contribuire a non “lasciare indietro” nessuno può solo che avere effetti positivi, nonostante i dubbi e le remore iniziali a proposito della sua affidabilità.

 

 

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