Guillermo Del Toro, una combinazione di elementi

Tra i nomi dei grandi registi contemporanei, negli ultimi anni si è fatto spazio Guillermo Del Toro, regista di origini messicane, tornato alla ribalta soprattutto per aver diretto La forma dell’acqua, uscito nel 2017. Prima di questo grande successo, Guillermo Del Toro aveva già mosso più di qualche passo nel mondo della regia, trasmettendo i tratti salienti della sua personalità nel suo modo di fare film: molti titoli portano la sua firma e, tassello dopo tassello, formano un mosaico di pellicole di successo.

L’infanzia

Guillermo Del Toro nasce nel 1964 a Guadalajara, in Messico: è in questo stesso Paese che inizia ad avvicinarsi al mondo del cinema, prima come passione d’infanzia, poi come studi e formazione. Frequenta infatti il Centro de Investigación y Estudios Cinematográficos. Le sue prime esperienze con il mondo del cinema non riguardano direttamente la regia di lungometraggi: il suo interesse per il cinema nasce prima attraverso la produzione di alcuni cortometraggi e successivamente con il lavoro nel reparto effetti speciali. La regia inizialmente sembra non essere tra i suoi piani, ma questo non è che l’inizio della sua futura carriera.

Gli inizi

Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, Guillermo Del Toro si appassiona ai lungometraggi: nel 1993 dirige il suo primo film, intitolato Cronos. Già questo primo lavoro gli permette di ottenere alcune soddisfazioni, facendosi spazio tra altri grandi titoli nei festival cinematografici internazionali più celebri. Da lì a pochi anni, si trova completamente immerso nel mondo della regia cinematografica, approdando direttamente a Hollywood: alla fine degli anni Novanta dirige il film Mimic e dall’inizio degli anni Duemila inizia a definire in maniera netta il suo genere di punta. Nel 2001 dirige infatti La spina del diavolo, un film horror in cui sceglie di portare in scena una storia attraverso gli occhi di alcuni bambini, inseriti nel contesto del secondo conflitto mondiale

Le possibilità

L’ingresso a Hollywood traccia davanti a Guillermo Del Toro la strada per approfittare di tutte le possibilità che il mondo del cinema sembra offrirgli. Nel 2002 decide di lavorare al sequel di Blade, il cui primo episodio era stato diretto da Stephen Norrington: questa scelta celebra e definisce la sua entrata nel mondo del genere fantastico e soprannaturale. Guillermo Del Toro prosegue in questa direzione anche negli anni successivi: nel 2004 esce Hellboy, che prende ispirazione dalla serie fumettistica creata da Mike Mignola. Nel 2006 presenta al cinema Il labirinto del fauno: anche per questa pellicola, Guillermo Del Toro mescola gli elementi narrativi che più lo appassionano, per dare una forma unica al proprio lavoro.

Gli anni più recenti

Dopo poco tempo, riprende la regia di Hellboy per produrre il secondo capitolo, uscito nel 2008. Ormai il suo stile appare ben chiaro e definito, e collega generi diversi per creare qualcosa di nuovo e sorprendente ogni volta. Intorno a lui gravitano figure importanti del cinema contemporaneo, che stimano il suo lavoro di regista. Il riconoscimento per la qualità dei lavori prodotti nella prima parte della sua carriera gli spalancano le porte per i lavori successivi. In particolare, viene fatto il suo nome per dirigere The Hobbit, pellicola collegata alla saga de Il signore degli Anelli, uno dei pilastri del fantasy contemporaneo

La forma dell’acqua e i progetti futuri

Il periodo che separa il primo decennio degli anni Duemila e l’uscita di La forma dell’acqua è costellato da altre produzioni cinematografiche appartenenti al medesimo filone, di cui Guillermo Del Toro è ormai un intenditore. Nel 2017 avviene un lieve cambio di rotta: La forma dell’acqua è un film a metà tra il fantascientifico e la commedia romantica, che viene ben accolto in diversi festival cinematografici internazionali. Non solo ottiene il Leone d’Oro a Venezia e il Golden Globe per la Miglior regia, ma diventa una delle pellicole protagoniste anche durante la cerimonia degli Oscar 2018. Oltre all’ambita statuetta come Miglior colonna sonora e Miglior scenografia, Guillermo Del Toro ottiene il riconoscimento per la Miglior regia e il Miglior film.

Dopo aver raggiunto quello che sembra il culmine del successo, Guillermo Del Toro non sembra però intenzionato a fermarsi. Il 2021 è stato un anno ricco per il regista, che ha lavorato a una sua versione del grande classico Pinocchio, allontanandosi apparentemente dalla sua zona di comfort. Inoltre, ha diretto anche La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, una pellicola sicuramente più nelle sue corde. Entrambe le pellicole sembrano pronte ad arrivare in Italia per il 2022

Dunque, Guillermo Del Toro ha saputo trasformare il suo modo di fare regia in un marchio di fabbrica, che contribuisce a rendere unici i suoi lavori. Dopo aver già raggiunto livelli molto alti con i suoi film, egli continua la sua evoluzione. Il genere che spesso sceglie di portare in sala nasce da una combinazione di vari elementi uniti in maniera armoniosa e regalare al pubblico pellicole sempre originali e inaspettate.

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