Animali. Maltrattamento e racket, una realtà ancora attuale

Racket in crescita

I reati contro gli animali sono il 23% dei reati ambientali.  Si registrano 8000 reati nel 2019, più di ventidue al giorno, un “racket” che ha visto coinvolte 7000 persone denunciate, 2.600 sequestri e trentanove arresti. Legambiente stima che i guadagni illegali legati a queste attività arrivano persino a 3,2 miliardi di euro l’anno. Il lavoro e l’impegno delle forze dell’ordine sul fronte di questa situazione a danno degli animali, è quasi inefficace per fermare le diffuse illegalità.

Il commercio illegale di specie animali protette comprende corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, macellazione clandestina, traffico di fauna esotica o protetta, racket degli animali e loro derivati (es. avorio, pellame), doping, bracconaggio e zoopornografia, e sono queste le attività più significative dei profitti criminali a danno degli animali. Si tratta di un mercato la cui domanda è rappresentata soprattutto da persone di nazionalità occidentale, da collezionisti. A rischio c’è l’estinzione di circa cento specie di animali ogni anno, sia terrestri che marine.

Il maltrattamento nel codice penale

Un testo univoco è l’articolo 544 TER del codice penale che configura il reato di maltrattamento.

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

Dunque il maltrattamento non è legato solo alle lesioni, ma anche quando si costringe l’animale a comportamenti non naturali, come il cane alla catena, gli uccelli in gabbia e così via.

Maltrattamento sui cani

Sempre più spesso le notizie di severi maltrattamenti sugli animali si moltiplicano nelle pagine di cronaca.

A Giugliano, in provincia di Napoli, un gruppo di persone ha legato un cane a un palo, per poi dargli fuoco. Fortunatamente dei cinofili nelle vicinanze hanno prontamente chiamato dei volontari, salvando l’animale. Il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli ha diffuso la notizia, per poi affermare:

Chi ha compiuto questo barbaro e spietato gesto non solo sarà una persona orribile, a livello umano, ma di certo è da reputarsi un individuo pericoloso, per cui chiediamo alle Autorità di individuarlo, denunciarlo e di condannarlo alla giusta pena.

Nel biellese, una coppia di sordi ha fasciato il muso del proprio cane in modo che non desse fastidio ai propri vicini. Dei passanti hanno immediatamente chiamato l’associazione Meta di Biella, che è intervenuta  avvisando l’ASL veterinaria e i carabinieri.

A Milano, un dalmata, per 4 giorni, è stato lasciato agonizzante nel giardino del proprio padrone, con ustioni gravissime su tutto il corpo. A intervenire è stata l’Enpa, ma non c’è stato nulla da fare, il dalmata di 14 anni non ce l’ha fatta. Una vicina ha affermato che il suo padrone gli aveva dato fuoco per poi abbandonarlo nel proprio giardino, circondato da mosche e mangiato dalle larve. L’animale è stato poi successivamente soppresso dai veterinari, poiché ormai era in condizioni gravissime. Il padrone, un uomo di 55 anni, è stato denunciato per violazione dell’articolo 544 ter del Codice penale, per maltrattamento aggravato di animali.

Traffico di cuccioli

Staccati troppo presto dalla mamma, utilizzata come macchina da riproduzione, vengono ammassati in contenitori e sottoposti a lunghe tratte senza possibilità di accedere a cibo, acqua e aria a sufficienza, con conseguenze spesso mortali. Questi cuccioli non vengono sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie in caso di viaggi transfrontalieri, come l’antirabbica, non sono identificati con microchip, come impone la legge e, spesso, sono accompagnati da passaporto falso contenente data di nascita fasulla e attestazioni sanitarie inesistenti.

La conseguenza è che molti di questi animali muoiono o arrivano a destinazione malati e venduti all’ignaro acquirente, il quale deve poi provvedere a curarli pagando somme ingenti, senza poter contestare nulla al venditore che, stranamente, risulta irreperibile dopo l’acquisto. Per questo reato è prevista la reclusione da 3 mesi a 1 anno e una multa da 3 mila a 15 mila euro.

Maltrattamento e combattimenti clandestini

Le scimmie sono le principali vittime quando si parla di sperimentazioni sugli animali, ma anche di maltrattamento di specie rare. Queste scimmie vengono strappate via dal loro habitat naturale, subendo veri e propri traumi. Per esempio, David, un macaco di 9 anni, ha vissuto in un vero inferno per molti anni. Picchiato a ogni sbaglio, incatenato per il collo e rinchiuso in una piccola gabbia, la scimmia era obbligata a guidare una bicicletta e a passare attraverso dei cerchi di fuoco in un circo del sud della Tailandia.

I cani sono invece i tristi protagonisti di altri tipi di maltrattamenti: i combattimenti clandestini. La maggior parte delle volte, questi cani vengono lasciati senza cibo e acqua per incattivirli e tirarne fuori l’aggressività. Un trascorso che il più delle volte costa la vita. Dei 15 mila cani che ogni anno vengono coinvolti in combattimenti, 5.000 perdono la vita sul campo di battaglia. Uno su tre, dunque, non ne esce vivo, vittime e protagonisti inconsapevoli di un mercato che frutta alla criminalità organizzata 300 milioni l’anno.

Corse clandestine

Diverse inchieste degli ultimi anni hanno confermato l’interesse di alcuni sodalizi mafiosi per le corse clandestine di cavalli, in particolare il clan Giostra di Messina. Nel 2017, a Messina, nell’ambito dell’operazione “Zikka”, i Carabinieri eseguirono una Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un clan mafioso, responsabile di aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata all’esecuzione di corse clandestine di cavalli. I Carabinieri scoprirono anche che mensilmente la consorteria organizzava, lungo le strade principali della città, un circuito di scommesse illegali.

LAV

La LAV, la Lega Anti Vivisezione, sostiene una scienza etica e giusta, ottenendo risultati importanti: dalla vittoria nel 2015 con la sentenza di condanna dei vertici di Green Hill, all’inizio del processo per l’uccisione di migliaia di topi contro l’Istituto Mario Negri Sud.

La LAV, associazione animalista tutta italiana, nasce nel 1977 e da allora, ogni giorno, si batte per l’affermazione dei diritti animali e combatte ogni forma di sfruttamento animale. Per questo promuove l’approvazione di nuove Leggi a favore degli animali. Cerca di creare delle campagne di sensibilizzazione e di informazione e contemporaneamente sviluppa progetti didattico-educativi, per insegnati e alunni.

Denunciare

Per ogni comportamento che violi le norme poste a tutela degli animali, il primo strumento è quello della denuncia penale. Il maltrattamento animale è un reato a tutti gli effetti, quindi è sufficiente che arrivi alle orecchie di un Pubblico Ministero affinché vengano presi dei provvedimenti.

Le forze dell’ordine dopo aver “accettato e accertato” ascoltano la persona informata sui fatti o il testimone, reperiscono prove, ancor meglio se filmati, da non diffondere a terzi, ma solo consegnati alla polizia, e procedono nell’indagine. L’esito di tali provvedimenti è spesso strettamente legato alle segnalazioni dei cittadini, che risultano fondamentali al fine di combattere un fenomeno che sembrava in diminuzione ma che invece continua ad essere una realtà fortemente attuale.

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FONTI

lastampa.it

camera.it

lav.it

oipa.org

lav.it

lastampa.it

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