Gli eroi letterari: da unici a mediocri

Dal raro al comune. Dall’unicità alla mediocrità. Dall’incredibile al consueto. Questa è la linea di tendenza della trasformazione che hanno subito i protagonisti delle opere letterarie. Gli eroi, valorosi personaggi che si distinguono dalla moltitudine per la loro eccezionalità inarrivabile, sono stati sostituiti dall’uno fra i tanti, personaggi semplici che conducono una vita ordinaria, talvolta anche banale. Come è possibile ciò? Alla base della creazione di ogni opera letteraria incorrono diversi fattori, dall’universale al personale, che spiegano le scelte dell’autore. Ma il mutamento dello stato dei protagonisti sembra seguire una vera e propria linea di tendenza progressiva, come da un inizio a una fine. In questo caso pertanto sono determinanti comuni fattori, come quelli sociali e culturali. Si può dire che la storia dei personaggi riflette la storia dell’uomo.

Gli eroi classici

I protagonisti delle prime grandi opere classiche sono gli eroi per eccellenza. Sono uomini comuni, ma caratterizzati da abilità straordinarie, anche sovrumane, che li rendono unici e irripetibili. In particolare sono semidei: figli di divinità e persone mortali. Data la loro unicità, sono chiamati a compiere azioni di altrettanta straordinarietà, missioni comandate dagli dei. Le divinità sono punti di riferimento per l’elaborazione delle opere, tanto che sono loro a delineare la storia e quindi gli stessi protagonisti. 

La specialità degli eroi si manifesta principalmente nel campo di battaglia, dove rivestono un ruolo determinante per lo svolgimento e l’orientamento della guerra. Esempi letterari emblematici sono i grandi poemi Iliade e Odissea: epopee che narrano le vicende della guerra di Troia (Iliade) e il suo seguito (Odissea). Gli eroi di questi due poemi sono rispettivamente Achille e Ulisse. Sebbene dimostrino entrambi l’eccellenza umana, questa viene espressa attraverso aspetti completamente divergenti: Achille rispecchia la superiorità fisica, dotato di una forza straordinaria dato il forte influsso dell’ira, mentre Ulisse eccelle per l’intelligenza, la capacità di elaborare stratagemmi per fuggire dalle situazioni più complicate. Nonostante i due eroi rappresentino qualità straordinarie, le storie di cui sono protagonisti hanno risvolti tragici, a sottolineare il limite umano che li nega la perfezione. Di fatto, Achille muore e Ulisse impiega vent’anni per ritornare in patria dopo vicende incredibili.

La devozione alla dimensione divina è fondamentale per comprendere la volontà degli autori nella rappresentazione di questi eroi incredibili. Di fatto, gli dei resistono al tempo, mentre gli uomini periscono e vengono dimenticati. Perciò gli autori, nel tentativo di sfuggire alla morte, narrano vicende leggendarie che meritano di essere tramandate, in cui intervengono personaggi unici e dalla fama immortale. E data la conoscenza odierna di questi miti, il fine degli autori è stato raggiunto. 

Gli uomini di Dio

L’avvento delle religioni come componente fondamentale della vita sociale, in particolare il cristianesimo in occidente, ridefinisce la vita dell’uomo e di conseguenza il ruolo della letteratura. L’importanza del divino si mantiene, ma si concentra soltanto su una figura dominante: Dio. Creatore della vita e degli uomini, è Dio il fulcro su cui si basa la vita degli uomini medievali. 

La novità che si inserisce con grande impatto nella vita degli uomini è senz’altro la morale: il bene e il male. A definire questi concetti è la Chiesa, che in base alla religione stabilisce quali siano i comportamenti da seguire al fine di ottenere la salvezza dell’anima, una vita ultraterrena. Per divenire un buon cristiano, ogni uomo deve perseguire un modello di vita devoto: fede, umiltà, lealtà, carità sono une delle qualità che una vita religiosa esige. Sulla base di questo contesto, la letteratura ripropone la concezione religiosa dell’uomo. I protagonisti mantengono la propria eccezionalità, ma questa viene orientata nella devozione a Dio, al raggiungimento della perfezione morale e quindi della beatitudine eterna. Un esempio emblematico è Dante nella Divina commedia, che attraverso un percorso di redenzione riesce a raggiungere Beatrice in paradiso. La stessa organizzazione del contenuto dimostra l’orientamento religioso dell’opera: partizione tra inferno, purgatorio e paradiso, in cui rientrano gli uomini in base alla vita trascorsa.  

I cavalieri di Dio

In epoca medievale, accanto alla letteratura cristiana, si sviluppa un altro filone letterario: la letteratura cavalleresca. Questa narra le gesta e le avventure dei cavalieri, eroi valorosi al servizio della società e della Chiesa. In particolare, i cavalieri sono combattenti d’élite, legati alla nobiltà feudale secondo un vincolo di fedeltà. Ma è la religione ad aver esercitato una forte influenza sulla formazione del cavaliere modello, proiettando i valori e principi religiosi nella sua condotta.

Il cavaliere si mostra come il difensore della società cristiana, data la devozione che giurano nei confronti sia del signore feudale e della Chiesa. La fedeltà dei cavalieri viene dimostrata nel campo di battaglia, dove gli eroi sono disposti a sacrificare se stessi per la vittoria, che rappresenta la realizzazione del proprio dovere. La produzione letteraria in merito al mondo cavalleresco è ampia dato il grande successo che riscuotevano le storie narrate, grazie anche alla diffusione attraverso il canto. In particolare sono celebri i racconti relativi ai cavalieri sotto la corte di Carlo Magno, fra tutti quelli di Rolando, l’eroe simbolo. 

Lo stesso uso letterario del personaggio di Rolando nel seguito della storia, dimostra il distacco che la letteratura inizia a seguire nei confronti della realtà feudale e religiosa. Di fatto, opere come l’Orlando innamorato e l’Orlando Furioso, introducono temi diversi, e anche contrastanti, ai valori religiosi: l’amore, l’onore, la ricchezza. Questa tendenza prende le forme della letteratura romanzesca, che attraverso uno stile che può variare dal tragico al comico rappresenta principalmente avventure amorose. Questo nuovo gusto viene spiegato dal ruolo determinante che le corti assumono a livello culturale. Nelle corti si riuniscono i nobili più altolocati che ricercano materie artistiche che possano intrattenere, ma allo stesso tempo avere una dimensione letteraria elevata. A questa esigenza si pongono i poemi cavallereschi

Il nuovo mondo della borghesia

Le rivoluzioni industriali hanno cambiato profondamente gli assetti sociali, comportando un’ascesa a livello politico, sociale, economico da parte della borghesia. Data l’importanza della produzione industriale e l’orientamento al progresso, sono coloro che alimentano e usufruiscono dell’economia capitalista che si sta formando a rivestire il ruolo di protagonista. Di fatto, i borghesi, basando le proprie attività sul commercio e l’industria, sono i primi a godere di un miglioramento della qualità di vita e di tutte le innovazioni apportate a livello sociale. Ma il grande sviluppo industriale ha comportato anche conseguenze gravi che tuttora abbiamo a che fare come inquinamento, sfruttamento dei lavoratori, disuguaglianze sociali. Gli effetti della rivoluzione industriale si traducono anche in un cambio culturale: se prima era la realtà religiosa a modellare la vita dell’uomo, ora essa è basata sull’economia, su aspetti come il profitto, il lavoro, la produzione. 

Durante questo periodo di repentino sviluppo, la letteratura pone le basi delle sue opere nel contesto contemporaneo. La scelta prevalente ricade in un’ambientazione contemporanea, proponendo argomenti che riguardano la vita sociale abitudinaria. Pertanto le opere più celebri riproducono il mondo borghese, con i suoi protagonisti che riflettono una vita ordinaria. Ma la riproduzione della contemporaneità è spesso finalizzata a intenti critici, ironici della realtà borghese per l’ottusità, la superficialità, come in Madame de Bovary, dove la protagonista Emma si toglie la vita a causa la sua impossibilità di adeguarsi alla realtà per un forte idealismo. Ma la letteratura non si limita a riprodurre il contesto, ma fa leva sugli aspetti più controversi e problematici di esso. In particolare, si distinguono correnti letterarie come il realismo e il verismo, che si basano sui fatti reali, concentrandosi sulla vita dei soggetti più colpiti e sfavoriti dall’industrializzazione, come i lavoratori. Esempi emblematici sono Oliver Twist di Dickens e Rosso Malpelo di Verga, che permangono nella cultura letteraria.

La morte di Dio e il trionfo della mediocrità

Se l’influenza religiosa esercitata sulla vita degli uomini aveva assunto un drastico calo già durante il periodo di sviluppo, subisce un totale arresto in età contemporanea, ossia dalle rivoluzioni sociali ai giorni nostri. Non a caso Nietzsche a fine 800 dichiara “Dio è morto”, intendendo il crollo del sistema a base del mondo occidentale, ossia quello basato su principi religiosi e razionali. Senza più la guida di Dio e della ragione (dato la scoperta dell’inconscio), l’uomo si ritrova abbandonato a sé stesso. 

È questo l’uomo che viene ritratto nelle opere letterarie del Novecento: un uomo che riflette una crisi di identità, non sentendosi più parte di un mondo alienante. I protagonisti delle opere letterarie sono uomini comuni, senza particolari qualità e abilità, assolutamente mediocri. Ma il protagonismo di questi personaggi è finalizzato non soltanto alla descrizione della situazione contemporanea, ma soprattutto alla sua contestazione. Di fatto le vite ordinarie descritte sono il mezzo per approfondire temi universali. Meursault da L’étranger, Vitangelo Moscarda, gli eroi kafkiani, rappresentano tutti la condizione dell’uomo abbandonato al caso, incapace di dirigere la propria vita e trascinato da eventi esterni su cui non ha potere. La sicurezza e la forte personalità che caratterizzavano gli eroi precedenti si tramutano in disorientamento, nell’assenza di uno scopo e il conseguente rifugio nella praticità o nell’inerzia più totale. 

La tendenza a rappresentare storie di uomini ordinari, dalla vita semplice e normale, si mantiene fino ai giorni nostri. Tuttavia, data la grande facilità di produzione e condivisione di opere letterarie, le possibilità di lettura sono svariate. Di fatto esistono infiniti generi che appongono qualsiasi gusto di ogni tipo di lettore. Perciò è difficile individuare una corrente letteraria predominante, con una fisionomia riconoscibile da tutti. Generalmente la letteratura odierna si definisce di consumo, basata sulla promozione della commercialità del prodotto. L’obiettivo è vendere il più possibile, pertanto vi è l’esigenza di basare le opere su fatti popolari, di tendenza. Per questa ragione la strutturazione delle opere risulta semplice, superficiale, persino banale, in cui rientrano protagonisti dello stesso calibro.


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