L’intervista ai Cucineremo Ciambelle

Abbiamo intervistato i Cucineremo Ciambelle, quattro ragazzi tra i 23 e i 25 anni provenienti dall’Emilia Romagna e dalle Marche, sparsi in giro per l’Europa per motivi di studio.

All’ascolto troviamo una band emo math-rock a tutti gli effetti, riprendendo le melodie nostalgiche degli American Football e i testi malinconici tipici di un lunedì sera accompagnato da un whiskey di troppo. I “CiCi”, come vengono chiamati dagli amici, amano definire il loro genere come “pop affettuoso”.

Il 12 novembre è uscito il loro ultimo singolo, Grandi Spalle, traducendola come una pausa dalle pause, una call to action senza marketing dietro e un invito a fare e superare.

Fingere di essere ciò che si è

L’ultimo progetto rilasciato dai CiCi è sicuramente più cupo e malinconico rispetto ai singoli appena usciti. La band può essere collocata a metà tra il midwest emo alla Tiny Moving Parts e l’alternative indie italiano che ha spopolato negli ultimi anni. Tuttavia, rispetto ai cantanti o alle band indie nate nella decade precedente, i Cucineremo Ciambelle riescono a inserirsi tra due parentesi senza mischiarsi con il resto degli artisti che, purtroppo, molto spesso perdono originalità e tendono all’unisono.

Una caratteristica fondamentale del loro genere è proprio quella di riuscire a narrare storie non sempre felici mascherandole con dei suoni colorati e complessi, facendo sentire l’ascoltatore come se fosse sulla poltrona del salotto, leggendo Goethe di fronte al camino con una bella cioccolata calda.

Ora vediamo le dichiarazioni della band.

L’intervista

Ciao ragazzi, parto con una semplice domanda: sentendo i vostri ultimi tre singoli, si può notare un leggero cambio di stile rispetto al vostro ultimo album, come mai? È dovuto ad un flusso naturale o siete alla ricerca di qualcosa di diverso?

Entrambe le cose! Abbiamo sempre avuto diete musicali varie, ma tempo fa non avevamo i mezzi per esplorare strade diverse. Negli ultimi due anni ho iniziato a produrre al computer e di certo questo ha aiutato nel cercare di mischiare idee e fare qualcosa di diverso da ciò che eravamo abituati fare. Comporre tutte le canzoni a distanza poi ci ha dato più tempo per sperimentare.

A proposito di cambiamenti, la parte elettronica è più sviluppata rispetto a prima, ma comunque mantenete le vostre bellissime chitarre alla American Football; avete intenzione di evolvere anche la vostra parte tecnica?

Questo lo vedremo, non ci siamo mai seduti a un tavolo a decidere di fare cose prima che le cose nascessero per loro conto. Alcune parti di chitarra in queste nuove canzoni sono state trattate come sample: ci ho giocato, le ho un po’ trasformate.

In “Grandi Spalle”, il finale è completamente aperto, come mai?

Finisce così perché è una cesura finale anche a livello personale.
Per me rappresenta una canzone di speranza che doveva tracciare una linea immaginaria tra dove ero prima e dove voglio spingermi ora.

In “Abbocco e poi affogo” si sente una vivida presenza in quello che dite. Vivere all’estero, separati e lontani è una scelta che rifareste o su cui ci pensereste su due volte?

Da un lato sì, sempre sì! Dall’altro mi sarebbe piaciuto riuscire a fare più cose con la musica, che alla fine è ciò che volevamo di più la maggior parte dei giorni. Non riesco a dare una risposta lapidaria.

 L’ultima cosa che vi chiedo sono appunto i vostri progetti futuri, potete svelarci qualcosa? Avete intenzione di ricongiungervi anche per dei futuri live?

Nell’immediato futuro, all’orizzonte ci sono lavoro e studio. Io sto lavorando alle mie cose e a un altro progetto, mentre Leo scrive spesso chitarre per altri musicisti. Poi si vedrà.

 

Ringraziamo i Cucineremo Ciambelle e gli auguriamo un buon proseguimento.

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CREDITI:

Materiale gentilmente fornito da Costello’s

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