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Il fenomeno della “Dark Academia”: la passione per il sapere che diventa virale

Immaginate: siete in una biblioteca antica, lampadari di cristallo scendono maestosi da alti soffitti in marmo, illuminando in maniera tenue la vostra postazione di studio, e decine di scaffali ne ricoprono le pareti. Su ogni mensola sono stipati antichi tomi, abbelliti da preziose rilegature; alcuni sono impolverati e appaiono dimenticati da anni, e forse sarà la vostra sete di conoscenza a rivelarne i segreti. Regna il silenzio, gli unici rumori che disturbano la vostra lettura sono il leggero fruscio delle pagine ingiallite e le gocce di pioggia che, sbattendo contro le antiche vetrate, scandiscono il tempo. Sistemate il cappotto lungo sopra il dolcevita, quando un passaggio in particolare della vostra copia delle Egloghe di Virgilio cattura la vostra attenzione. Posate quindi la tazza di tè fumante che tenete in mano per annotarlo con cura. State vivendo a pieno il sogno della Dark Academia.

La Dark Academia e la riscoperta dell’amore per la letteratura

È proprio tra classici, architettura gotica, e desiderio di conoscenza che si muove questo trend. Molti ne collegano la nascita alla riscoperta di Dio di Illusioni, titolo originale The Secret History, romanzo del 1992. Dio di Illusioni è l’opera d’esordio di Donna Tartt, autrice anche de Il Piccolo Amico e Il Cardellino, che ha come protagonisti un gruppo di ragazzi viziati ed inclini ad una vita di eccessi. I protagonisti del libro, totalmente immersi nel loro universo fatto di passione sregolata per il latino e il greco, violenza e riti dionisiaci, perdono il contatto con il mondo moderno e reale, fino ad arrivare a perderne anche il controllo. Un college distinto, una forte sete di conoscenza per gli studi classici e continue sregolatezze rendono questo romanzo il modello perfetto per il trend della Dark Academia.

Altri romanzi

Oltre al romanzo della Tartt, un altro dei capostipiti della Dark Academia è il romanzo If We Were Villains, titolo italiano Non è colpa della luna. Anche qui, infatti, abbiamo un gruppo di amici con un amore sproporzionato per la cultura, che si muove in uno scenario gotico; ed anche qui, come nel libro della Tartt, uno di loro rimane vittima di un assassinio. I protagonisti dell’opera questa volta sono studenti e attori all’interno di una vera e propria accademia, e la loro passione principale sono i drammi shakespeariani, che finiranno per estendersi ben oltre il sipario.

You can justify anything if  you do it poetically enough.
Puoi giustificare qualsiasi cosa se lo fai in modo abbastanza poetico.

-If We Were Villains

Altri libri immersi nell’atmosfera misteriosa ed affascinante della Dark Academia sono: Ninth House, The Raven Boys, These Violent Delights e The Atlas Six. Oltre a queste opere più moderne potremmo citare anche opere classiche, come Il ritratto di Dorian Gray, ma anche Frankenstein ed Orgoglio e Pregiudizio. In concomitanza con gli studi classici, infatti, il romanticismo letterario inglese è uno degli argomenti più popolari nella Dark Academia. Dai romanzi gotici di Mary Shelley fino alle poesie di Wordsworth, Keats e Shelley, gli ideali romantici e gotici di quel periodo si incastrano perfettamente in questo fenomeno.

Non solo libri, ma anche moda, musica e film

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa.

– Henry David Toureau

Dead Poets Society (1989)

Tra foglie secche e giornate uggiose, l’autunno è la stagione per eccellenza della Dark Academia, tanto è vero che l’abbigliamento tipico si costruisce sulla palette caratteristica di questo periodo. Ispirandosi agli outfit tipici di chi frequenta college prestigiosi e privati, tra i “must have” abbiamo giacche in tweed e blazer, dolcevita dai colori scuri, pantaloni a vita alta e cappotti lunghi ed eleganti sui toni del marrone. Nel cinema, gli amanti della Dark Academia divorano prodotti come Dead Poets Society (tradotto come L’attimo fuggente) o Kill your darlings (Giovani Ribelli in italiano), all’interno dei quali i protagonisti vestono seguendo gli ideali sovracitati.

Ma anche la musica costituisce un aspetto fondamentale nel fenomeno. Digitando su Spotify “Dark Academia”, infatti, si viene sommersi da playlist create dagli amanti di questo fenomeno. D’altronde, per immergersi completamente nelle atmosfere gotiche che la caratterizzano e romanticizzare adeguatamente le proprie passeggiate sotto la pioggia, è necessaria la giusta colonna sonora. Molto spesso incontriamo brani di musica classica dai toni tormentati, ma abitualmente fanno capolino colonne sonore di film e serie TV. Fuori dallo “strumentale”, alcuni degli artisti più quotati sono Hozier, Lorde e Florence + The Machine.

Tra trend e subculture

La Dark Academia spazia dalla moda fino ad arrivare a letteratura, musica e cinema, definendo dei veri e propri stili estetici ed esistenziali; possiamo quindi ritenerla una subcultura. La subcultura è un fenomeno antropologico centrale nei Cultural Studies; fenomeno che racchiude tutti quegli insiemi di mode e linguaggi che hanno preso piede a partire dalla seconda metà del Novecento, soprattutto tra i più giovani. Le subculture sono fenomeni tendenzialmente denotati da pratiche trasgressive in termini di criminalità.

Per quanto, per via del suo carattere fondamentalmente accademico, la Dark Academia sembrerebbe risultare estranea a qualsiasi idea di trasgressione, bisogna ricordare che il fenomeno ha una forte tendenza agli eccessi di ogni tipo. Inoltre, nel saggio Rituali di resistenza, gli antropologi Tony Jefferson e Stuart Hall, spostano il focus della discussione sulle subculture dalla trasgressione a come queste influiscano nel consumo di moda e intrattenimento da parte dei giovani. Dall’acquisto di capi d’abbigliamento caratteristici fino a quello di intere collezioni di libri, infatti, è innegabile che la Dark Academia abbia un’importanza rilevante all’interno del mercato giovanile.

La biblioteca del Trinity college

L’influenza degli Stati Uniti sugli studi classici

Nonostante fondi le sue radici nella Grecia e nella Roma classiche, il trend della Dark Academia ha un’indelebile impronta Statunitense. Del resto, il romanzo Dio d’Illusioni è scritto da una donna americana ed è ambientato in un college del Vermont. Come moltissimi dei prodotti mediatici che consumiamo, anche questo fenomeno è sotto l’influenza di una narrativa anglosassone ed eurocentrica. I padri fondatori nutrivano una profonda stima verso la cultura Greca e quella Latina. Vedevano nelle loro politiche un’ispirazione per la loro giovane nazione, e credevano che questa potesse nascere e crescere basandosi sui principi dell’antica Repubblica Romana.

In Stamped from the Beginning, testo che studia la storia del razzismo negli USA, Ibram X. Kendi parla della nascita dei cosiddetti Colonial Colleges, cioè gli antichi college statunitensi. Come abbiamo detto, i fondatori di questi ultimi guardavano alla letteratura Greca e Latina come verità assoluta e incriticabile. In particolare, Kendi si focalizza sullo studio di Aristotele. Spiega come i Puritani, basandosi sulla distinzione che Aristotele faceva tra Greci e non-Greci, abbiano portato avanti un ideale di superiorità rispetto a Nativi Americani, Africani e persino Anglicani. Kendi riconosce e parla anche di personaggi antischiavisti nell’antica Grecia, ma sottolinea come questi non abbiano ricevuto la stessa attenzione accademica.

Le conseguenze di un ambiente accademico elitario

Per quanto sia un’estetica estremamente affascinante, la Dark Academia ha quindi anche i suoi lati più critici. Del resto, come abbiamo visto, costosi college anglosassoni non sono certo conosciuti e noti per la loro inclusività. Si tratta infatti di ambienti estremamente elitari; come abbiamo visto, gli stessi protagonisti di The Secret History sono ragazzi ricchi e bianchi, abituati ad una vita di lusso ed eccessi. Avendo le sue radici in questi ambienti, molto spesso la Dark Academia e i suoi prodotti mancano di rappresentazione e i protagonisti sono spesso uomini bianchi eterosessuali. Il problema è infatti legato alle difficoltà che spesso gli ambienti accademici hanno ad essere più inclusivi, espandendo gli orizzonti degli studi al di là del canone eurocentrico al quale siamo abituati, e rendendo l’educazione accademica accessibile a persone appartenenti a diverse fasce socioeconomiche e provenienti da diverse culture.

Salvare l’estetica e ripartire

La community della Dark Academia sembra però essere incline negli ultimi tempi a riscoprire anche questa inclusività. Tra i libri più popolari sul web iniziano a farsi largo anche opere con protagonisti che non rientrano negli standard sopra descritti. Tra questi possiamo nominare Ace of Spades, un thriller ispirato alla celebre serie tv Gossip Girl, che racconta quanto sia istituzionalizzato il razzismo; o anche How We Fell Apart, ambientato in un liceo d’élite, dove dopo la morte di una ragazza i principali sospettati sono i suoi amici più stretti.

Con i suoi intrighi e il caratteristico charme, la Dark Academia è un fenomeno che raccoglie migliaia di giovani intorno alla riscoperta dello studio al di là di quanto richiesto da scuola ed università. Finalmente, si ha la possibilità di confrontarsi e dibattere, condividendo le proprie passioni con molti altri.

È un’idea tipica dei greci, e molto profonda. Bellezza è terrore. Ciò che chiamiamo bello ci fa tremare. E cosa potrebbe essere più terrificante e più bello, per anime come quelle dei greci o le nostre, che perdere ogni controllo?

– Dio di Illusioni


 

FONTI

goodreads.com

wilsonquarterly.com

Ibram X. Kendi, Stamped from the Beginning, Nation Books, 2016
Fabio Dei, Antropologia Culturale, Il Mulino, 2019

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