Avete amato The Boys? Allora questa è la serie che fa per voi, signore e signori eccovi, dalle mani di Robert Kirckman, autore di The Walking Dead, Invincible. Più o meno questa è la tagline con cui Amazon ha sponsorizzato la propria serie ovunque. Qualcosa che accomuna le due serie sicuramente c’è, ma la qualità dei due prodotti viaggia su treni totalmente differenti. Tutto ruota, come forse un po’ troppo spesso capita ultimamente nel panorama delle serie tv, attorno al mondo dei supereroi. Ma basterà questo a rendere la serie animata appetibile al grande pubblico? Sin da subito sappiate che la risposta sarà un grande NI, le cui motivazioni sono da ricercare in un altalena di emozioni abbastanza claudicante.
La nascita di un nuovo eroe
In parallelo al percorso di formazione da eroe del giovane Mark, corre una trama noir, sulle orme di Watchmen di Alan Moore. Assistiamo all’omicidio brutale dei Guardiani del Globo, il gruppo di eroi più famoso della Terra che ricalca la formazione della Justice League, da parte proprio di Omni-Man. I cadaveri verranno ritrovati dalla GDA, un’agenzia governativa simile allo S.H.I.E.L.D. della Marvel, che immediatamente avvierà delle indagini segrete riguardo Nolan Grayson, alter ego di Omni-Man. Questi due sentieri narrativi inevitabilmente saranno destinati ad incrociarsi con il passare del tempo e porteranno padre e figlio a confrontare i propri punti di vista a suon di pugni e distruzione. Invincible, nome da supereroe scelto da Mark, dovrà fare i conti con una realtà dolorosa e scomoda e sarà chiamato a fare una scelta decisiva per le sorti del nostro pianeta.
Una serie dal passo incerto
La serie Amazon si compone di otto episodi da circa quarantacinque minuti l’uno, una durata considerevole ed
Questo tentativo non arriverà a buon fine per diversi motivi. Le vicende di Atom Eve, eroina amica di Mark, risultano scialbe e incapaci di tenere alto il grado di attenzione, sfociando in intrecci sentimentali molto vicini a quelli di Spider-Man, ma estremamente banali. L’approfondimento sul personaggio di Robot appare più interessante, ma comunque non presenta spunti di particolare originalità. Ogni eroe, che per scelta dell’autore nell’opera originale ricalcava le orme di un suo corrispettivo già esistente nel panorama dei fumetti supereroistici per poi seguire sviluppi narrativi differenti, rimane vittima dei cliché del proprio ruolo. Stessa sorte tocca ai villain che mancano di carisma in questa prima stagione sia sotto l’aspetto caratteriale che sotto quello puramente estetico. E volendo essere sinceri, cos’è un supereroe senza un cattivo di buon livello? Solo un uomo dai discutibili gusti in fatto di vestiti che salta tra i palazzi di notte.
La via per arrivare ad essere Invincible
Se Invincible zoppica tuttavia non è solo colpa della narrazione a corrente alternata. Molte critiche sono state rivolte anche allo stile di animazione scelto per la serie, troppo vintage e poco adatto a ciò che viene mostrato sullo schermo. I combattimenti risultano meccanici e contribuiscono alla perdita di dinamicità dell’azione. Anche l’occhio vuole la sua parte e qui c’è ben poco di cui rimanere estasiati. In un momento storico in cui l’animazione ha fatto passi da giganti, basti pensare agli scontri tra i personaggi negli anime giapponesi di maggior successo, che sono un tripudio visivo di fluidità e spettacolarità, Invincible si presenta esteticamente in maniera eccessivamente anacronistica.
Gli spunti da cui partire per una seconda stagione più brillante ci sono, vedremo se gli sviluppi porteranno ad un evoluzione e ad una maggiore attenzione ai dettagli.