Gli “Eugenio in Via Di Gioia”: dal primo album fino al progetto della lettera al prossimo

Nascono nel 2012 a Torino, e il loro nome non è altro che l’unione dei nomi di tre quarti del gruppo. Composti da Eugenio Cesaro, voce e chitarra, Emanuele Via, tastiere, Paolo di Gioia, percussioni, e Lorenzo Federici, bassista; gli Eugenio in Via Di Gioia sono un gruppo musicale che mette piede sulla scena dell’indie italiano, portando con se una ventata di freschezza e una personalità distintiva.

Dalle strade a Sanremo

Gli Eugenio in Via Di Gioia nascono come artisti di strada, e il loro primo palco sono le più trafficate vie di Torino. Nascono nel 2012, ma fanno il loro vero e proprio ingresso sul panorama musicale nel 2013 con il loro primo EP chiamato, con un simpatico gioco di parole, Ep Urrà. Creano e promuovono un crowdfunding su MusicRaisier, una piattaforma che nasce nel 2012 con lo scopo di promuovere artisti emergenti; nel 2014 riescono a pubblicare il loro primo album, dal titolo Lorenzo Federici. L’omonimo bassista rimedia così all’essere l’unico escluso dal nome del gruppo. Sempre nel 2014 vincono il premio della critica al Premio Buscaglione, evento dedicato agli artisti emergenti che si tiene ogni due anni.

Il gruppo torinese inizia a farsi conoscere grazie ai due singoli del loro secondo album. Il singolo Giovani Illuminati infatti riesce ad entrare nella classifica “Viral Top 50 Italia” di Spotify, mentre Chiodo fisso nel 2018 entrerà in rotazione radiofonica. L’album definitivo dal titolo Tutti su per terra esce nell’aprile del 2017, ma inizia ad avere veramente successo ad un anno dall’uscita. Due anni dopo esce il loro album più recente, Natura Viva, che si propone ad un pubblico più ampio e contiene il brano Altrove, la loro canzone più conosciuta e ascoltata su Spotify.

Nel 2019 partecipano alla LXX edizione del Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte. Si esibiscono con il loro singolo, Tsunami, scontrandosi con la giovane cantante Tecla. Quest’ultima poi vince il duello, grazie al voto della giuria demoscopica, ed il gruppo viene eliminato dopo solo sette minuti dalla sua salita sul palco dell’Ariston. A premiare il gruppo però, ci pensano il premio della critica “Mia Martini” e l’entusiasmo caratteristico del gruppo, che sfrutta al meglio questa occasione e fa dell’aver vinto il record per la permanenza più breve all’Ariston un vanto.

Lo stile busker degli album d’esordio

L’esordio del 2013 Ep Urrà, non è ancora un album completo, ma una presentazione più che efficace per far capire il carattere iniziale del gruppo. Con toni ironici e divertiti, l’EP apre il sipario sulla visione dell’individuo e della società che hanno i quattro ragazzi torinesi che, con il brano Perfetto Uniformato, cantano di individualità e conformismo. Gli altri quattro brani dell’album proseguono su questo tema, dando vita ad un EP dai caratteri originali e particolari. Con brani come Se gli animali parlassero e Pinocchio… inseriscono nel cantato anche dei brevi stacchi parlati ai quali tutti e quattro i membri del gruppo si uniscono; importante per loro è infatti l’impronta teatrale, che portano in vita soprattuto durante i live.

L’album dal titolo Lorenzo Federici continua sulla strada che gli era stata aperta da Ep Urrà; i toni restano allegri, ironici e leggeri, mentre raccontano testi. Con 11 brani, quella degli “Eugeni” si rincoferma una musicalità di stampo decisamente folk e busker; riprende i toni rumorosi e quasi bambineschi della musica di strada, di chi deve urlare e far ridere per farsi sentire. Eugenio Cesaro prende ispirazione dalle stesse strade in cui canta e dal loro via vai quotidiano; ispirazione evidente in brani come Pam, che riescono a far ridere raccontando quanto più di quotidiano ci sia, come le offerte al supermercato. La necessità di essere ascoltati è evidente, ma non mancano anche brani come Egli e Non ancora più lenti e calmi, che ci fanno capire che il gruppo, oltre a divertire, ha anche la capacità di far emozionare.

Gli ultimi album e il tema della Natura

Tutti su per terra apre decisamente una nuova era per il gruppo. È un album più curato, più definito, più maturo. Il tono critico appartenente all’album precedente resta, come resta una leggerezza capace comunque di raccontare temi importanti; il tutto però assume un tono meno confusionario, a tratti quasi cinico. Con testi come quello di Obiezione, infatti, il rapporto tra verità e bugia è raccontato da Pinocchio, il Grillo Parlante, Zeno e Kant.

Spiegamela tu la differenza tra morale e coscienza, se è l’opinione degli altri che conta non serve la coerenza.

Il disco contiene anche una collaborazione con Willie Peyote, dal titolo Selezione naturale. Questo può essere considerato il brano più “cattivo” dell’album, che si incontra benissimo con la personalita del rapper, anche lui protagonista della scena musicale torinese. Chiodo fisso è l’emblema di questo pessimismo, che i quattro definiscono più che altro realismo. Con la continua ripetizione della frase “io non mi prenderò mai cura di te”, il brano prende una piega quasi leopardiana. I due protagonisti del brano sono infatti l’uomo e la natura. Questo brano, insieme a La punta dell’iceberg e Scivola, introduce nella loro discografia la tematica dell’ambiente, che diventerà punto focale.

Natura Viva è il titolo dell’ultimo album pubblicato. Dopo i toni giocosi di Lorenzo Federici e le critiche di Tutti su per terra, qui i toni si rilassano. I ritmi sono meno aggressivi, le strofe meno urlate e il rapporto tra uomo e natura prende ufficialmente il focus nelle tematiche raccontate; la necessità di farsi ascoltare è stata esaudita, e ora gli Eugenio in Via Di Gioia possono raccontare con più calma. In brani come Albero e Inizia a respirare, l’uomo e il suo rapporto con la natura vengono raccontati con una sensibilità e una legerezza inaspettate.

Cambia anche la musicalità, e lo stile busker abbandona i brani per lasciare spazio a nuovi suoni. Insieme a una sonorità più pop incontriamo nuovi esperimenti dal taglio più artificiale, realizzati con dei sintetizzatori. Inoltre nella scrittura dei brani si aggiungo anche altre due mani: Lorenzo Federici, il bassista, scrive i testi di Altrove e Camera mia, canzone che con la frase “la mia casa: una stazione” sembra essere dedicata a pendolari e fuorisede.

Le loro “Lettere al prossimo”

La critica costante del gruppo, che può apparire estremamente cinica, porta sempre con sé un elemento importantissimo: la voglia di sporcarsi le mani per migliorare. La voglia di cambiare non si ferma a una critica sterile, che muore tra gli spartiti, ma anzi porta avanti un’idea che sboccia nel mondo reale. È così che, nel corso della loro carriera musicale, gli Eugenio in Via Di Gioia hanno portato avanti una serie di progetti, coinvolgendo nella loro esecuzione gli ascoltatori.

Tra gli ultimi, c’è la missione di lasciare un effettiva “Lettera al prossimo” , progetto che prende il nome da uno dei brani di Natura Viva. Attraverso una raccolta da loro promossa, gli Eugenio in Via Di Gioia hanno raccolto i fondi necessari per ripiantare una foresta che era stata abbattuta a Paneveggio, in Piemonte. La raccolta nasce nell’autunno del 2019. Per via dell’emergenza sanitaria, però, il gruppo riesce a piantare effettivamente la nuova foresta di abeti rossi più tardi del previsto, a giugno del 2021. L’idea del gruppo si trova ora su una piattaforma nella quale curiosi ed esperti si incontrano per porsi domande sul cambiamento climatico; producendo così un database di informazioni utili per chi vuole, anche nel suo piccolo, fare la differenza tramite una vera e propria serie di lettere al prossimo.

Insieme c’è più gusto (in tutti i sensi)

Il carattere spontaneo del gruppo, porta con sé un costante coinvolgimento dei loro ascoltatori, con i quali il rapporto è sempre allegro e confidenziale. Come quando, riconfermando il loro impegno per l’ambiente, il gruppo ha raggiunto il teatro Ariston di Sanremo con i mezzi pubblici. L’ultima tappa l’hanno affrontata in bicicletta, pedalando con i fan da Genova. Da ricordare sono anche le varie dirette di Eugenio durante il periodo della quarantena. Chitarra alla mano, si affacciava alla finestra e cantava coinvolgendo sia il vicinato sia le varie persone connesse online, regalando spensieratezza.

La voglia di condividere momenti è reciproca. La campagna #CiboInTurin lanciata dal gruppo per combattere l’emergenza alimentare prende il suo nome prorprio dall’abitudine dei fan di portare e condividere cibo ai loro concerti. I live sono infatti il momento in cui il gruppo da il meglio di sè, portando nelle esibizioni un’energia entusiasmante e coinvolgente.

Dopo aver fatto uscire due singoli, A metà strada e Non vedo l’ora di abbracciarti, il gruppo ne ha annunciato un terzo, dal titolo UMANO, in uscita il 26 novembre. Con questo nuovo pezzo, che alcuni fan hanno avuto la possibilità di ascoltare già negli ultimi live, gli Eugenio in Via Di Gioia hanno annunciato l’inizio di un nuovo percorso e (si spera) di un nuovo album che ci sorprenderà ancora una volta.


CREDITS

Copertina a cura della redattrice

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