Bookcity Milano Papers - Carmen Maria Machado

Il corpo: Carmen Maria Machado a Bookcity Milano Papers

Una settimana prima dell’inaugurazione di Bookcity Milano 2021, prevista il 17 novembre, la manifestazione culturale meneghina torna online con i Papers. Questi contenuti online prevedono interventi e dialoghi con autori internazionali e hanno rappresentato la punta di diamante della precedente edizione della manifestazione, ancora segnata dal distanziamento sociale imposto dalla pandemia di Covid-19.

Quest’anno i Papers  si reinventano, in apertura a Bookcity Milano 2021, come preziose occasioni di dialogo e confronto tra giornalisti, addetti ai lavori, scrittori e intellettuali internazionali. Tra gli autori coinvolti Eshkol Nevo, Irvine Welsh, Guadalupe Nettel, David Leavitt, Brit Bennett, Olivia Laing, David Grossman, Arjun Appadurai e Mircea Cărtărescu. Tutti gli incontri si possono recuperare sul canale YouTube di Bookcity Milano.

CORPO: Carmen Maria Machado in dialogo con Viviana Mazza

Il 9 novembre è toccato a Carmen Maria Machado. La scrittrice, intervistata da Viviana Mazza, giornalista del Corriere della Sera e autrice di libri per ragazzi, ha affrontato i temi principali della sua poetica e questioni di strettissima attualità e interesse per la comunità LGBTQI+.

Machado, statunitense, classe 1986, è una delle voci più accreditate e originali del panorama letterario contemporaneo. Divenuta nota al grande pubblico con la raccolta di racconti Il suo corpo e altre feste, uscito negli Stati Uniti nel 2017 e portato in Italia da Codice Edizioni nel 2019, Machado è di recente tornata all’attenzione con il memoir Nella casa dei tuoi sogni (Codice Edizioni, 2020).

Le relazioni e la pandemia

Machado e Mazza  si sono confrontate sul tema delle relazioni durante la pandemia. Inventory, uno dei racconti contenuti in Il suo corpo e altre feste, è infatti ambientato durante una pandemia. Lo scenario pandemico profetizzato da Machado, prima dell’avvento del Covid-19, rappresenta nel racconto un espediente narrativo che serve a mettere in prospettiva il vissuto della voce narrante nelle relazioni intime con altri uomini e donne, la loro banalità e il loro squallore, rispetto a un dramma di portata globale.

Il racconto è strutturato come un inventario, di cui le scene di intimità costituiscono l’unità di misura, ma che contiene anche micro-inventari di oggetti, animali, piante ed esperienze care alla voce narrante. Di inventario in inventario, l’autrice affronta gli snodi che contraddistinguono la propagazione di una pandemia: gli aggiornamenti televisivi sullo stato di diffusione del virus, la quarantena, il riconoscimento dei sintomi e la paura, la sperimentazione di vaccini. Scenari distopici, immaginati da Machado, oggi più che mai reali.

Prima che questi temi entrassero a fare parte del vissuto collettivo, il racconto di Machado dimostra crudamente la sproporzione tra la piccolezza umana e gli scenari catastrofici globali e l’ineluttabilità delle relazioni, in un contesto che impone distanziamento sociale.

Trovare la propria voce e il racconto intersezionale dei corpi

Tra i temi affrontati da Machado nel confronto con Viviana Mazza, l’importanza di trovare la propria voce letteraria e di legarla ai temi che interessano a chi scrive e a specifici linguaggi e registri di genere. Machado racconta di avere intrapreso la ricerca della propria voce letteraria ben prima dell’inizio della carriera di scrittrice, nel tentativo di trattare in maniera singolare il proprio vissuto rispetto al corpo, fulcro della sua poetica.

Esistere nel mondo come una persona grassa, omosessuale, transessuale o disabile, afferma l’autrice, implica sempre una politicizzazione del corpo. Ma è nella scelta dei linguaggi e dei registri con cui la scrittrice costruisce il racconto di questa politicizzazione e la denuncia, che risiede la sua cifra.

Voci e generi

Machado attinge ai generi e ai linguaggi di horror, fantascienza e sci-fi, ma anche procedural, per raccontare l’esperienza di irrequietezza e marginalizzazione dei corpi “diversi”. E sostiene che questa esperienza ben si traduca nei generi e linguaggi scelti.

Parlare di corpi politicizzati, che prendono e tolgono spazio, che si scoprono e sperimentano, contestualizzando il racconto in cornici horror o fantascientifiche è ciò che conferisce all’opera di Machado quell’aura weird che la contraddistingue. Questo tratto non limita il racconto del corpo a denuncia della sua condizione di marginalità, ma tematizza efficacemente gli effetti disturbanti e perturbanti dell’esperienza di vivere in quel corpo.

Nella casa dei tuoi sogni: relazioni queer e pregiudizio

Tra gli argomenti affrontati nell’intervista, anche l’importanza di una narrazione realistica e sincera della comunità LGBTQI+ e delle relazioni queer. Machado riconosce la tendenza a una rappresentazione sempre pulita e spesso buonista della comunità LGBTQI+.

L’autrice attribuisce questa tendenza al permanere del pregiudizio, nel contesto culturale americano fondamentalmente omofobo, ma anche alla mancanza di adeguati strumenti per articolare il discorso sociale e mediale sull’abusività di relazioni amorose non eterosessuali. Il pregiudizio, in particolare, fa sì che la comunità LGBTQI+, per essere accettata, venga raccontata, anche dai suoi stessi membri, come un’isola felice, i cui abitanti sono tutti indistintamente buoni.

Nel memoir Nella casa dei tuoi sogni, Machado ripercorre invece una relazione omosessuale segnata dall’abuso psicologico, e il coraggio e la franchezza di questo racconto rappresentano uno dei grandi meriti da attribuire all’autrice.

Parlare di gender sui social

La diffusione pervasiva del dibattito su gender, identità e orientamento sessuale sui media digitali e social ha costituito un altro argomento di discussione. Machado riconosce l’esistenza negli Stati Uniti di posizioni omofobe, anche da parte di personaggi pubblici, e tende a ricondurle, almeno parzialmente, a un tratto generazionale.

La sessualità, la transessualità e l’orientamento sessuale sono diventati solo di recente oggetti di riflessione pubblica. Ricorda l’autrice che fino a quando lei stessa era adolescente, questi argomenti rappresentavano ancora un tabù. Oggi questi temi sono entrati nell’arena pubblica, ma è necessario che se ne parli in maniera adeguata e rispettosa. In questo senso, i social media e la difficoltà di chiarire le proprie posizioni attraverso questi strumenti, potrebbero rappresentare, nella visione di Machado, un elemento di complicazione, in uno scenario, quello del dibattito sulle questioni di genere, già di per sé delicato.

Infine, l’autrice ha anticipato alcuni dei prossimi suoi prossimi lavori: sono in cantiere una sceneggiatura per la televisione e un romanzo. D’ora in avanti, dichiara Machado, solo fiction.

L’incontro con Carmen Maria Machado è disponibile al seguente link.


CREDITI

Copertina creata dall’autrice dell’articolo

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