Le “Seven Summits” del maestro Hans Zimmer

Là dove l’immagine incontra la musica, il Cinema ha posto il genio di alcuni uomini straordinari; artisti capaci di trasformare il volto di una pellicola donandole una bellezza altra, eterea. Autori di sinfonie paradisiache, in grado di elevare l’immaginazione e trasportare la mente attraverso i lidi inesplorati della fantasia.
Nel corso degli ultimi trent’anni il compositore tedesco Hans Zimmer ha saputo conquistarsi un posto all’interno di questa speciale cerchia d’elite. Un autore cresciuto, evolutosi, trasformatosi nel corso degli anni; un autore dalla musicalità bizzarra, spesso fondata sulla commistione di ottoni, archi e sonorità elettroniche. Un genio la cui firma ha saputo rendere immortali alcune tra le più importanti opere cinematografiche degli ultimi decenni.

Oggi, consapevoli delle difficoltà di una simile operazione, proveremo a stilare una breve classifica dei sette film che più hanno giovato del talento musicale del maestro: le sue “Seven Summits”.

7) Il Cavaliere Oscuro

Al settimo posto Il Cavaliere Oscuro. La pellicola, facente parte della indimenticabile trilogia di Nolan dedicata all’uomo pipistrello, non ha certo bisogno di presentazioni. Un’eccellenza all’interno dei Cinecomic, fondata sulle strepitose interpretazioni di un cast stellare e, in particolare, sulla magica alchimia stabilitasi tra Christian Bale e il compianto Heat Ledger. Uno strabiliante quadro tecnico, ulteriormente impreziosito dalle note pensate da Hans Zimmer.

A fronte delle numerose tracce realizzate per la pellicola, oggi desideriamo ricordare l’omonima composizione “A Dark Knight”. Un crescendo orchestrale che ben accompagna alcune delle sequenze d’azione più importanti del film, facendo risaltare il clima cupo di Gotham e l’oscurità che avvolge la società e il suo vendicatore mascherato. Un andamento ritmico martellante, a sottolineare l’alta tensione narrativa e la durezza del suo eroe; del guardiano silenzioso che Gotham merita, ma di cui, forse, non ha sempre bisogno.

6) Interstellar 

Rilasciato al grande pubblico nel 2014, Interstellar occupa la sesta posizione di questa classifica. Un film dalle forti connotazioni epiche, ambientato in un futuro semi distopico; un futuro che sembra aver voltato le spalle al genere umano, costretto dalla propria indole distruttiva a cercare un nuovo mondo da poter abitare. Una missione quasi impossibile, affidata al coraggio di pochi e, in particolare, di un padre. Un uomo capace di sacrificare la propria vita e la propria famiglia in nome di un ideale più grande di lui.

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Nelle tristi pieghe di questa storia si inserisce la musica del maestro. Il brano “Stay”, con le sue dolci note al pianoforte, cresce di intensità facendosi specchio fedele della pellicola, sottolineando la carica drammatica di alcune sequenze e lasciando che la componente sognante della sua musica si faccia legame indissolubile attraverso l’immensità dello spazio. Zimmer celebra l’amore di un padre per i suoi figli, donando alla propria arte venature  malinconiche colme di speranza. La speranza di un ritorno, di un volto familiare; la speranza dell’adempimento di una promessa quasi dimenticata.

5) Spirit

La firma indelebile di Hans Zimmer ha marchiato a fuoco anche diversi film d’animazione. Ragion per cui lo straordinario Spirit – Cavallo selvaggio guadagna di diritto il quinto posto. Come dimenticare d’altronde il meraviglioso film Dreamworks del 2002? Come dimenticare la storia del selvaggio Spirit e del suo desiderio di tornare alla terra e alla famiglia a cui l’uomo l’ha rapito?

Hans Zimmer, in collaborazione con Bryan Adams, realizza una colonna sonora da brividi, all’interno della quale spiccano due tracce in particolare. Pensiamo a “Run Free”, ai suoi prorompenti ottoni e allo stridío degli archi che ben ricalcano il carattere indomito della pellicola e il suo grande afflato di libertà. Un ritmo che secondo dopo secondo si fa più concitato, accompagnando le affascinanti peripezie di un protagonista unico ed originale.
Senza dimenticare, per contrasto, la dolce “Nothing I’ve ever known” e la magica atmosfera creata dal pizzicato delle corde di una chitarra. Una melodia che parla d’amore, d’amicizia e di gratitudine; una melodia che lascia spazio a qualche lacrima, a un abbraccio e, infine, a un doloroso, sorridente addio.

4) Inception 

Di nuovo un ritorno a casa; di nuovo un padre e l’affetto che lo lega ai propri figli. Inception rappresenta l’ennesima florida collaborazione tra Christopher Nolan e Hans Zimmer. Il regista, forte di un’abilità ormai consolidata dietro la macchina da presa, ci catapulta nel mondo onirico. Leonardo di Caprio, punta di diamante di un cast d’eccezione, ci guida nei meandri del subconscio umano, attraverso una spy story atipica e dal sapore agrodolce.

Ad insaporire la succulenta pietanza nolaniana sono ancora una volta le magiche scelte del suo compositore di fiducia. Lo stile di Zimmer emerge ancora una volta in tutta la sua potenza e trova il suo apice in “Time”. Il suono ovattato dei primi secondi segue il consueto crescendo in divenire, immergendo lo spettatore in un’atmosfera capace di mescolare sogno, malinconia e ricordo. Un tunnel sconosciuto di sonorità potenti e spettacolari, destinate però a culminare nel delicato rintocco di un pianoforte. Musica che si fa dolore, rimorso e colpa; musica che si fa trottola, vita e sguardo. Alla ricerca di occhi a lungo sospirati e, infine, raggiunti.

3) Il Gladiatore

Stilare un podio dei masterpiece zimmeriani  è certo impresa difficoltosa e, a tratti, quasi dolorosa. Ma, dopotutto, è un’interessante gioco di sensazioni, mescolanza di considerazioni tecniche e, inevitabilmente, di una forte componente di soggettività.

Al terzo posto dunque troviamo Il Gladiatore. Un cult d’inizio secolo consegnatoci dalle sapienti mani del grande Ridley Scott e presto divenuto una delle opere più influenti del nuovo millennio. Un’opera romantica che ancora oggi riecheggia nelle menti di chi ha potuto goderne la visione, attraverso frasi immortali e immagini spettacolari.

 

Anche Il Gladiatore, tuttavia, deve buona parte della propria memorabilità a Hans Zimmer. “Elysium”, “Honor Him”, “Now We Are Free”. Questi i titoli delle tre composizioni che hanno saputo regalare alla pellicola una promessa d’eternità. Composizioni che affondano le proprie radici nel più puro stile zimmeriano, arricchendosi però dell’epos che la voce di Lisa Gerrard riesce a conferire loro. Una voce paradisiaca capace di trafiggere le nostre coscienze; una voce soleggiata in grado di prenderci per mano e accompagnarci a toccare la rossa sabbia del Colosseo; fino a sfiorare le rigogliose spighe di un campo che odora di pace, di serenità, di casa.

2) Il Re Leone 

Forse il film d’animazione più amato di sempre, di certo uno dei più celebrati. Il Re Leone rappresenta uno dei fiori all’occhiello della Disney e ha saputo consegnare nelle mani di Hans Zimmer l’unico premio Oscar su 11 nomination complessive. Perché la storia di Simba, del suo destino regale, della sua lotta a tinte shakespeariane contro lo zio usurpatore Scar, non avrebbe certo goduto del suo status di fenomeno cult senza l’accompagnamento musicale che ancora oggi, dopo quasi 30 anni, rimane motivo di vanto per la sua grande casa di produzione.

Re Leone Immagine gratis - Public Domain Pictures

Completata dalle indimenticabili canzoni di Elton John e Tim Rice, la musica di Hans Zimmer disegna paesaggi, atmosfere ed emozioni, riuscendo a scavare nell’intimità dell’Africa per farne emergere lo spirito esotico e quasi sacrale. Musica che parla alla nostra intimità, che ci pone di fronte a uno specchio, alla ricerca di quell’infanzia che ancora fa parte di noi. Poiché i nostri cuori di bambini sono ancora straziati dal tripudio d’archi e ottoni di “To die for”, la disturbante e angosciosa composizione che accompagna la cavalcata degli gnu e il sacrificio del saggio Mufasa, sotto lo sguardo attonito e gli occhi spalancati di un giovanissimo e spaventato Simba.

Così come difficilmente potremo mai dimenticare la solennità di “King Of Pride Rock”, le sue sonorità volte a richiamare il continente africano, la potente corale che scandisce i passi del protagonista, mentre con lo sguardo rivolto al cielo, scala la rupe dei re per riappropriarsi del suo regno. A osservarlo l’orgoglio di un padre che non si è mai allontanato e un raggio di sole.

1) Pirati dei Caraibi

Giungiamo infine al gradino più alto del podio, occupato, forse inevitabilmente, da Pirati dei Caraibi. La saga, specie nei primi tre capitoli, deve la sua fortuna all’iconicità di due imprescindibili elementi: Capitan Jack Sparrow e la colonna sonora che ne accompagna le mirabolanti avventure.

Per celebrare la potenza espressiva del meraviglioso soundtrack pensato da Zimmer è impensabile non citare “He’s a Pirate”, elaborata da Klaus Badelt e Zimmer per il primo film della saga e poi ripreso dal maestro, trasformato e arricchito nei successivi capitoli. Violini, contrabbassi, ottoni, chitarre; una lode orchestrale al mare, alle sue insidie e ai sogni che porta seco. Sogni che La maledizione del forziere fantasma infrange nella mesta dolcezza di un carillon. “Davy Jones”, dedicata all’omonimo villain, scava con delicatezza nell’animo del malvagio antagonista, lasciando che prima i violini e poi l’organo definiscano lo struggente destino di un uomo maledetto, abbandonato dall’amore e costretto a vagare senza tregua.

Ma, forse, nessuna delle precedenti melodie è in grado di eguagliare la speranzosa “One Day”. Un inno che ancora una volta poggia sulle malinconiche corde di violino, respira l’enfasi dell’aria evocata dagli ottoni e si leva alta seguendo la componente cristallina di un pianoforte. Uno sguardo all’orizzonte, al tramonto in riva al mare; un inno all’anima e al sentimento che legano due pirati. Lui capitano lontano dal porto, lei custode segreta del suo cuore.

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