Il rap è un genere per donne?

Giugno è il mese che abbiamo dedicato al tema della parità di genere (puoi trovare ulteriori informazioni sulla nostra pagina Instagram) e oggi parleremo del rapporto rap-rapper donna. Il mondo Hip-Hop e urban, e in particolare il genere rap, sono da sempre considerati un fenomeno prettamente maschile. Negli ultimi anni però, complice il distaccamento dalla visione e dall’estetica machista del rapper, questo pregiudizio sta via via scomparendo. Possiamo dire quindi che il rap sia un genere anche per donne? Le donne possono avere spazio all’interno del panorama urban?

Una cronistoria delle donne, il genere rap e il mondo urban

Prima di parlare del contesto odierno è bene osservare il passato per capire meglio come si è arrivati a oggi. Il mondo urban ed il genere rap hanno avuto sin da subito una spiccata prevalenza di artisti maschili rispetto ad artiste donne. Il rap ai suoi albori incarnava un mondo puramente maschile descrivendo contesti e situazioni in cui gli uomini erano protagonisti. Gang, criminalità, degrado erano i temi portanti e il linguaggio usato era quello della strada, del riscatto dalla povertà e della guerra tra bande.

Gli anni Settanta e Ottanta

Negli anni Settanta e Ottanta infatti abbiamo una presenza quasi nulla di rapper donne ma quelle poche comparse hanno avuto il ruolo fondamentale di pioniere. Tra queste è d’obbligo citare Sweet Tee, Lady B e Roxanne Shanté. Le prime due nel 1979 divennero le prime donne a incidere un brano rap, Sweet Tee con Vicious Rap e Lady B con To The Beat Y’All. Roxanne Chantè fu invece la prima donna a creare una hit radiofonica rap con Roxanne’s Revenge.

Gli anni Novanta

Gli anni Novanta rappresentano il periodo di ascesa di varie donne nel mondo urban con l’ottenimento di grandissimi successi americani. Tre figure chiave di questo decennio sono Yo-Yo, Lauryn Hill e Eve. La prima aprì nel 1990 le porte del successo mainstream collaborando nel brano It’s A Man’s World di Ice Cube proponendo il modello della donna dura ed emancipata.

First of all let me tell you my name it’s Yo-Yo
When down on a girl first the fist and that’s a no-no
Yo-Yo thinks the kitchen sink should be thrown in
Niggas be scheming and fiending to stick the bone in
No, Yo-Yo’s not a hoe or a whore
And if that’s what you’re here for
Exit through the door
There’s more
To see of me but you’re blind so
Women like me are fading brothers in the 9-0

Lauryn Hill, facente parte del gruppo The Fugees, detiene il record del maggior numero di dischi di platino per un album rap femminile con The Miseducation of Lauryn Hill, con ben 8 placche. Eve nel 2001 divenne la prima rapper donna a vincere il Grammy per la Best Rap/Sung Collaboration.

Gli anni Duemila

Nei primi anni Duemila le rapper pure sparirono a favore di artiste meno crude ma fondamentali per il successo commerciale del genere nel mondo. Tre donne rappresentano al meglio questo concetto: Beyonce, Jennifer Lopez e Rihanna. Tre icone mondiali che si sono fatte spazio nell’immaginario urban e hip-hop come donne forti e non come spalle dei colleghi uomini.

Gli anni Dieci e l’avvento delle star rap mondiali femminili

Con l’avvento degli anni Dieci tornano a riprendere i riflettori le vere e proprie rapper. A trainare il rap femminile nei primi cinque anni troviamo Nicki Minaj che a suon di hit si è fatta spazio nel panorama musicale mondiale. C’è da ammettere però che i suoi maggiori successi strizzano molto l’occhio al genere dance e pop.

Dal 2015 in poi, con il predominio del segmento rap nel mercato musicale mondiale, abbiamo un’espansione a macchia d’olio dei riflettori sulle rapper. Artiste come Iggy Azalea, Megan Thee Stallion, Doja Cat e Young M.A. dominano la scena femminile.

In cima alla piramide troviamo Cardi B, la “queen” del rap femminile che incarna a pieno il concetto di badass. Nata e cresciuta nel Bronx a New York, prima del successo si mantiene facendo la spogliarellista vivendo il degrado e poi la fama, in pieno stile sogno americano. Le sue hit l’hanno portata a dominare le classifiche americane e permesso di stabilire record su record. È la prima rapper con più numeri 1 nella Billboard Hot 100 (ben quattro) e prima rapper a vincere, con il disco di debutto Invasion of Privacy, il Grammy nella categoria Best Rap Album.

But being a feminist is real simple; it’s that a woman can do things the same as a man. Anything a man can do, I can do. I can finesse, I can hustle. We have the same freedom. I was top of the charts. I’m a woman and I did that. I do feel equal to a man.

Cardi B

Not too long ago, I was dancing for dollars (eeoow)
Know it’s really real if I let you meet my mama (eeoow)
You don’t want a girl like me I’m too crazy
Fore every other girl you meet its fugazy (okurrrt)
I’m sure them other girls were nice enough
But you need someone to spice it up
So who you gonna call? Cardi, Cardi

Girls Like You, Maroon 5 ft. Cardi B

Le donne nel panorama urban italiano

Passiamo a parlare del vero focus dell’articolo, il panorama urban italiano. La scena rap italiana è forse quella in cui la presenza di donne è stata quasi sempre praticamente inesistente. Lo stivale ha sempre legato il mondo dello spettacolo in generale a degli stereotipi maschilisti, influenzando molto anche la cultura hip-hop ed urban.

Negli ultimi anni, come accaduto in generale in tutto il mondo, con l’avvento della trap e l’ascesa al trono del rap come genere di punta del panorama musicale mondiale, anche nel contesto urban italiano le donne hanno ottenuto maggior visibilità.

Nell’ultimo decennio numerose artiste e rapper donna si sono ritagliate una piccola fetta di pubblico. Sempre più cantanti, pur non essendo delle autrici rap, hanno iniziato ad orbitare all’interno del contesto urban, come fecero dieci anni prima le varie Beyonce, Rihanna e Jennifer Lopez. Basti pensare a Elodie, Gaia ed Elisa con le loro collaborazioni con big del rap italiano come Ernia, Tedua e Marracash. Passiamo in rassegna quelle che sono state negli ultimi venti anni le figure chiave del mondo urban femminile.

Paola Zukar

La prima donna da citare paradossalmente non è un’artista, bensì una manager, LA manager del rap italiano. Paola Zukar non è solamente una figura chiave del mondo urban femminile, è la figura chiave per la diffusione del rap nel panorama musicale italiano. È lei la donna più influente nel contesto hip-hop italiano. A lei sono legate indissolubilmente le carriere di due pilastri del genere come Marracash e Fabri Fibra, a cui ha permesso l’approdo in radio uscendo dall’underground.

Il rap è un genere musicale che ha due caratteristiche fondamentali: la competizione e l’aggressività e non sono due caratteristiche che ti vengono subito in mente per una donna. Se ci fai caso, infatti, Nicky Minaj e Cardi B, che sono molto esplicite e aggressive, sono una minoranza. Di solito le donne scelgono la forma canzone: prendi ‘Lemonade’, il disco di Beyoncé, per me è sociale e politico come ‘DAMN.’ di Kendrick Lamar, ma è cantato, quindi a volte le donne si trovano più a loro agio con una forma apparentemente è più morbida pur dicendo cose forti e determinate come quelle dei ragazzi.

La Pina

Altro nome fondamentale per la storia delle rapper italiane è La Pina. Lei rappresenta l’unico vero e proprio grande riferimento per il gentil sesso durante gli anni Novanta. Dagli anni Duemila la sua attività a tempo pieno diventa quella di speaker radiofonico.

Baby K

Durante il primo decennio degli anni Duemila assistiamo alla scomparsa di figure legate al rap e al contesto urban. Il motivo è dato dalla piccola fetta di pubblico italiano appassionato del genere e dal rigetto delle hit radiofoniche da parte del mondo hip-hop.

Dal 2010 in poi assistiamo ad una proliferazione di giovani artiste che iniziano le loro carriere rappando. Il primo esempio è quello di Baby K, nata come rapper ma che per mantenere il proprio successo è dovuta diventare una fabbrica di hit estive. Tra i suoi brani di maggior successo troviamo Roma-Bangkok con Giusy Ferreri e Da Zero a Cento. 

Miss Keta

Miss Keta a mani basse è la donna più iconica del mondo urban italiano. Il suo personaggio eclettico e sfrontato è diventato subito un manifesto di emancipazione e libertà femminile oltre che un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+. Celebre a riguardo è proprio il video di LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA.

Il suo immaginario folle e libertino è accompagnato da strumentali che strizzano l’occhio all’house e alla techno e da testi diretti che la rendono facilmente riconoscibile nel mercato musicale.

Beba

Dal 2015 in poi, complice il predominio del genere rap nella discografia mondiale, sempre più rapper donna riescono a ottenere un discreto successo senza dover scendere a patti con il mondo pop e reggaeton. Le rapper di successo non sono più le autrici di hit estive che compaiono per soli tre mesi l’anno ma artiste cazzute e capaci di scrivere testi impegnati.

Tra queste artiste spicca Beba, rapper torinese classe ’95 che sin da subito è stata presa sotto l’ala protettrice dei colleghi uomini. Beba per attitudine è la rapper mainstream italiana più vicina alla scena americana come dimostra il suo celebre freestyle su Real Talk. Nonostante questa aggressività sul microfono è capace anche di scrivere brani profondi e su tematiche delicate come le relazioni tossiche. Ne è un esempio il suo ultimo singolo Narciso. 

Priestess

Un’altra rapper con forte attitudine di strada è Priestess. Scoperta da DJ Harsh e Gué Pequeno che la inseriscono nel roster di Tanta Roba, ora è sotto contratto con la Universal. Nei suoi testi troviamo spesso linguaggio esplicito e immagini crude e dirette senza filtri, come il buon rap classico insegna.

Il suo album Brava uscito nel 2019 è l’esempio di un progetto rap femminile credibile che riesce a risultare coeso e non un insieme di singoli all’interno di una playlist.

 

Madame

Dulcis in fundo, chiudiamo questa panoramica sulle donne e il genere rap con la rapper più in voga e più promettente del panorama italiano. Madame è reduce da una partecipazione a Sanremo 2021 che l’ha definitivamente consacrata nel mondo dei grandi. Ricordiamo che Madame ha solamente 19 anni essendo nata nel 2002 e già viene considerata una dei massimi interpreti del suo genere. Lontana dagli stereotipi femminili classici, è riuscita a imporsi grazie al suo flow melodico ed una grande dote lirica. Il 19 marzo ha pubblicato il suo primo album in studio Madame ottenendo un ottimo riscontro tra il pubblico. Il progetto ha raggiunto la prima posizione della classifica album FIMI a tre settimane dalla pubblicazione guadagnando anche il platino.

Cosa vuoi da me?
Mi sono truccata male, è questo che non sopporti
Mi chiedi di prepararmi e dopo non mi porti
Sono la donna più bella che avrai, ma mi nascondi
A volte sono tutto, spesso sono niente
Mi cerchi come Dio, ma quando sei cenere
Ma non potrai dimenticare

MADAME-L’anima, Marracash ft. Madame

Il mondo urban è adatto per le donne? Il rap può essere considerato Genderless?

Osservando i numerosi esempi sempre più frequenti nel corso del tempo possiamo rispondere in maniera affermativa a entrambe le domande. Il rap, come ogni genere musicale, è adatto sia ad ascoltatrici che artiste donne. Essendo una forma d’arte non può e non deve discriminare alcun soggetto che ne mostri talento e predisposizione e che ne voglia usufruire.

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