Il motore di ricerca, la SEO e il potere decisionale

Se non tutti, almeno la maggior parte di noi ha a che fare quotidianamente con Internet. Che il fine sia quello di comprare qualcosa, di conoscere qualcosa o di visitare un particolare sito web, sembrerebbe ormai che affidarci al web sia imprescindibile. Eppure il mondo online è stracolmo di pagine web, nello specifico (dal World Wide Web Size) sembrerebbero esserci almeno 3.99 miliardi di pagine web. Si dice “almeno”, poiché il motore di ricerca non vede il contenuto del Deep Web.

Qual è allora il meccanismo che fa sì che, a seguito di una determinata query, l’utente veda quella decina di siti web per primi e non altri? E quali sono le conseguenze che la scelta di questi domini ha sul potere decisionale dell’utente stesso?

Gelato più buono di Milano

Utente non registrato e utente registrato

Iniziamo con un esempio pratico: “gelato più buono di Milano“. Questi termini potrebbero comporre la query, o interrogazione, su un motore di ricerca di una qualsiasi persona che voglia sapere quale sia la migliore gelateria di Milano. Ad oggi, 24 giugno 2021, una tale interrogazione, da parte di un utente non registrato, cioè senza un profilo Google, porta i risultati sottostanti (vedi foto screen sotto):

La scelta di non svolgere la ricerca tramite un profilo registrato è voluta e funzionale all’ottenimento di risultati il più neutri possibile. Infatti, se avessimo svolto la query da utente registrato, ecco allora che i risultati sarebbero stati personalizzati. I risultati personalizzati sorgono quando il motore di ricerca fornisce risposte all’utente registrato in base alla posizione geografica da cui pone l’interrogazione, in base alle ricerche svolte precedentemente e altro ancora.

Risultati della ricerca

In relazione all’immagine soprastante, Google Chrome posiziona come primo risultato nella SERP (Search Engine Results Page) il sito web di Dissapore, quotidiano online che tratta in generale “di notizie, scandali, intrattenimento e ironia” circa il tema del cibo. Al secondo posto si trova il sito web di Gambero Rosso, a seguire: Trip Advisor, Agrodolce e Milano Today. Sul lato destro del desktop, il motore di ricerca propone invece la gelateria Il Massimo del Gelato.

Facendo un confronto fra i primi tre risultati della SERP – dunque fra Dissapore, Gambero Rosso e Trip Advisor – si nota che propongono tre diverse classifiche circa le gelaterie più buone della città milanese. Si legge, fermandosi ai primi tre posti: Ciacco Lab, Gelato Giusto e Alberto Marchetti per la prima pagina; per la seconda: Artico, Ciacco Lab e Enrico Rizzi Milano; per la terza pagina: Terra Gelato, Gelato fatto con amore e Gusto 17.

 

Confronto fra i risultati

Fermando l’analisi ai soli primi tre posti proposti dai primi tre domini forniti da Google, ci si accorge che le classifiche sono diverse, non solo per la posizione delle gelaterie ma anche per le gelaterie stesse, ovvero non sempre tornano gli stessi nomi. Perché appaiono proprio questi siti, fra i tanti che parlano della stessa tematica, a dirci che queste sono le migliori gelaterie del capoluogo lombardo? Che conseguenze hanno queste classifiche sulle scelte future dell’uomo? Da una parte, questo risultato è dato da una determinata strategia comunicativa che sta alla base di ogni sito web; dall’altra parte questa stessa strategia è l’arché che guida le nostre decisioni.

La SEO

La SEO (Search Engine Optimization) può essere definita come l’insieme delle attività finalizzate a migliorare il posizionamento e la visibilità di un sito web presso i risultati naturali dei motori di ricerca.

Secondo la definizione fornita da Triple Arrow – sito web gestito da Fabrizio Ciamprone che tratta di Web Marketing – la SEO consisterebbe dunque in una serie di tecniche che hanno come obbiettivo quello di far comparire fra i primi risultati della ricerca un certo sito web.

Presso i risultati naturali dei motori di ricerca” vuol dire che la SEO non è la SEA (Search Engine Adversiting) o la SEM (Search Engine Marketing). Questi ultimi vengono comunemente utilizzati per indicare attività di campagne pubblicitarie o digital marketing.

Gli interlocutori della SEO: il motore di ricerca

Le attività di SEO sono funzionali a ottenere un buon posizionamento e buona visibilità sulla SERP; gli interlocutori della SEO sono allora due: il motore di ricerca e l’utente finale. Il primo legge il linguaggio di marcatura HTML, mentre il secondo vede il risultato a video di questo linguaggio.

Sono dunque l’individuo umano e la macchina coloro i quali decidono se le tecniche SEO adottate per un preciso sito web funzionano. Il motore di ricerca perché lo posiziona nei primi risultati, l’utente umano perché lo clicca più volte rispetto ad altre pagine web. Si badi bene, il clic dell’utente può aiutare a mantenere la posizione, ma a decidere primariamente che quel dominio ha quella posizione è il motore di ricerca con le sue tecniche di reperimento, indicizzazione e ranking (o valutazione).

Gli interlocutori della SEO: l’utente finale

Il ranking, cioè la valutazione, ciò che finirà nei primi posti della SERP, ha a che fare con la SEO, ha a che fare sul modo in cui il nostro sito web viene costruito e gestito, sia nel linguaggio HTML sia nel layout. I siti web con migliore SEO appariranno nei primi risultati. Apparire nei primi risultati della ricerca significa avere più possibilità di essere cliccati dagli utenti, essere cliccati dagli utenti vuol dire influenzare le scelte e le azioni degli utenti, anche solo per il fatto che l’utente comprerà probabilmente un gelato in una di quelle gelaterie e non in altre. In altre parole, colui il quale riesce a dialogare tramite SEO nel miglior modo con il motore di ricerca, indirizza le scelte degli utenti del web. Risulta essere dunque Google o Bing o simili, a dirci che cosa è meglio e che cosa no, a suggerirci non quantità, ma qualità. E in base a che cosa? A chi utilizza la miglior strategia comunicativa.

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