Libertà nel genio di Delacroix

Un pittore, un visionario, uno dei più grandi esponenti del Romanticismo. In una Francia oppressa dalle nuove direttive di Carlo X di Borbone, Delacroix decise di partecipare alle “Gloriose Giornate” di rivolta parigina del 1830 dipingendo un quadro, divenuto poi il simbolo della libertà e dell’uguaglianza sociale: La Libertà che guida il popolo.

Eugené Delacroix

Ferdinand Victor Eugène Delacroix è stato un pittore francese, considerato il massimo esponente del Romanticismo d’Oltralpe e “ultimo maestro della pittura”. Al contrario dei suoi predecessori, Delacroix si allontana dall’arte greca e romana protagonista del Neoclassicismo,per avvicinarsi al “sublime”. Dal grande poeta Baudelaire, fu così definito:

Delacroix era appassionatamente innamorato della passione, ma freddamente determinato a esprimerla nel modo più chiaro possibile.

La Libertà che guida il popolo è considerata l’opera per eccellenza del periodo più maturo della sua attività artistica.

Ho cominciato un tema moderno, una barricata… e, se non ho combattuto per la patria, almeno dipingerò per essa…

 

La Libertà che guida il popolo fu dipinta a seguito delle “Tre Gloriose Giornate”, tra il 27 e il 29 Agosto del 1830, quando il popolo si ribellò all’autorità regia di Carlo X e alzò le barricate nelle strade di Parigi. Il quadro, infatti, porta con sé tutto lo spirito patriottico e di ribellione che si respirava in quei giorni.

La Libertà

Un olio su tela di 260×325 cm, che ritrae tutte le classi sociali unite nella lotta contro l’oppressione. I personaggi, posti all’interno di una composizione piramidale, sono capeggiati dalla Marianne, divenuta poi simbolo e allegoria della libertà e della Repubblica Francese e liberamente ispirata nelle fattezze fisiche alla Venere di Milo, celebre statua greca ritrovata pochi anni prima. Alla sua sinistra ha in mano una baionetta, a sottolineare la sua diretta partecipazione alla battaglia. Nella destra invece, sventola orgogliosamente la bandiera francese. La donna indossa abiti contemporanei ed è molto realistica anche nei dettagli fisici, come i peli sotto le ascelle, che all’epoca destarono un notevole scalpore.

La Libertà incita i personaggi sotto di lei alla lotta contro Carlo X. Troviamo infatti alla sua sinistra un ragazzo che punta verso l’alto una pistola, simbolo della lotta dei giovani contro il potere regio, mentre alla sua destra abbiamo il prototipo di intellettuale ottocentesco, vestito di tutto punto con tanto di cilindro e una doppietta da caccia in mano. Ai piedi della Libertà, infine, troviamo il rappresentante della borghesia, che guarda alla Marianne come se fosse l’unica in grado di restituirle quella dignità che aveva conquistato con tanta fatica molti anni prima.

Sullo sfondo Delacroix ci suggerisce, grazie alle due torri gemelle della Cattedrale di Notre-Dame, l’ubicazione esatta della rivolta: Parigi. Un polverone immenso sfuma la folla dietro la libertà, mentre ai suoi piedi troviamo tre corpi, tra i quali una guardia svizzera che si schierò dalla parte del popolo.

Modelli e Stile

Delacroix si rifà ad alcuni modelli artistici come la già citata Venere di Milo, e La Zattera della Medusa, un dipinto del suo amico Gericault, dal quale riprende l’andamento piramidale. La composizione e lo stile sono prettamente romantici, nel quadro capeggiano colori scuri ben giustapposti. Delacroix riesce nel suo intento: incarnare lo spirito dei parigini e dei francesi in generale, a cavallo tra la fine dell’epoca napoleonica e la successiva nascita della Repubblica.

Unico sprazzo di luce de La Libertà che guida il popolo è la bandiera con i suoi colori blu, bianco e rosso, incarnazione dell’uguaglianza e della fraternità.

Fortuna

La Libertà che guida il popolo fu esposta al Salon nel 1831, e successivamente acquistata per la cifra di 3.000 franchi dal governo francese, per esporla alla corte di Luigi Filippo. Tuttavia, il quadro fu considerato troppo rivoluzionario e non in linea con i dogmi dinastici. Per questo venne accantonato in un attico, per essere poi riesposto solo in seguito, durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1889; successivamente viene portato al Louvre, dove ancora oggi è possibile ammirarlo.

Giulio Carlo Argan, facendo riferimento ai modelli, la descrive così:

Ricalcando lo schema compositivo della zattera, Delacroix lo rovescia. Inverte la posizione dei due morti in primo piano, e questo non è molto importante; ma inverte anche la direzione del moto delle masse, che nella zattera va dallo avanti all’indietro, nella Libertà viene in avanti, si precipita verso lo spettatore, lo prende di petto, gli rivolge un discorso concitato.


 

FONTI

Wikipedia

Il Cricco di Teodoro, Itinerario nell’Arte, Zanichelli, 2018

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