La missione EULEX in Kosovo

La missione EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo: la Missione dell’Unione Europea sullo Stato di Diritto) è stata approvata dall’Unione Europea il 16 febbraio 2008. La missione EULEX è la più grande missione civile lanciata dalla Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PESC), l’ex-secondo pilastro dell’Unione europea (pilastri successivamente aboliti dal Trattato di Lisbona). L’elaborazione della missione è iniziata almeno un paio di anni prima della sua approvazione, avvenuta un giorno prima dell’autoproclamazione dell’indipendenza del Kosovo il 17 febbraio 2008 (anticipo sollecitato da numerosi stati europei).

La missione è europea e non deriva da una risoluzione ONU; tuttavia, essa adempierà alle funzioni svolte dalla missione ONU UNMIK (missione di amministrazione ad interim delle Nazioni Unite in Kosovo) e seguirà in parte quanto previsto dal piano stilato dal rappresentante ONU Martti Ahtisaari.

Le origini della missione EULEX Kosovo

KosovoL’acronimo ONU UNMIK indica l’amministrazione provvisoria da parte dell’ONU in Kosovo decisa il 10 giugno 1999 dal consiglio di Sicurezza dell’ONU con la risoluzione 1244. L’operazione è molto complicata a livello internazionale, comprendendo non solo le Nazioni Unite, ma anche l’OSCE e l’Unione europea. In particolare, si è divisa l’intera missione in quattro pilastri affidati ognuno a un’organizzazione. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per rifugiati (UNHCR) si occupa di rimpatriare tutti gli sfollati, l’amministrazione locale è affidata alle Nazioni Unite, la costituzione delle istituzioni all’OSCE e la ricostruzione economica all’Unione Europea.

Come menzionato precedentemente, la missione EULEX si muove in concordanza con i principi dell’UNMIK.

Il primo mandato del 2008 prevedeva che in quattro mesi venissero inviati in Kosovo circa 2000 persone (forze di polizia, magistrati, avvocati, personale di dogana) ed era previsto che la missione durasse 24 mesi. Inoltre, il mandato del 2008 conferiva un ampio potere esecutivo all’EULEX, affinché potesse agire ove necessario per “gestire” il nuovo Paese sotto forma di protettorato (sostituendosi alla precedente iniziativa dell’ONU) per il tempo necessario a completare la transizione.

La EULEX è tuttavia contestata sia dalla Serbia che dalla Russia, motivo per il quale molte funzioni che avrebbero dovuto essere trasferite dall’UNMIK all’EULEX nel 2008 non lo sono state.

La storia della missione in breve

Il 14 dicembre 2007, il Consiglio europeo ha approvato la missione EULEX con un personale composto da 1900 individui. Questo aumentò poi a 2000 persone a causa di un mancato accordo con la Serbia. Era formato da poliziotti, avvocati e giudici e quindi vi era già un evidente focus sulla legge di diritto.

La decisione finale riguardo la missione era pianificata per il 28 gennaio 2008, ma è stata posticipata. Ufficialmente, la causa della posticipazione della decisione finale fu la mancanza di una base legale per il successo della missione. ma in realtà fu a causa di preoccupazioni a proposito degli effetti negativi che avrebbe potuto comportare sulle elezioni presidenziali della Serbia il 3 febbraio 2008. Il 28 gennaio vi era infatti la possibilità di stringere un accordo di stabilizzazione e associazione europea con la Serbia.

Il 4 febbraio 2008 fu approvato il piano per il Joint Action (il metodo per implementare la politica estera e di sicurezza comune ed è obbligatorio per gli stati membri dell’UE) e la decisione finale fu presa il 16 febbraio 2008.

Subito dopo che il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza, il 17 febbraio 2008, e dopo la firma di un piano di cinque punti tra la Serbia e le Nazioni Unite, il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato l’assistenza alla missione EULEX, sotto UNMIK.

La missione ha iniziato un processo di dislocamento delle forze armate il 16 febbraio 2008.  Nel 2012, l’Assemblea del Kosovo ha votato per estendere EULEX fino al 2014 e al momento esso è ancora esteso fino al 2021.

L’Eulex oggi e il supporto internazionale

L’attuale mandato è stato allungato fino al 14 giugno 2021 ed è basato sulla decisione del Consiglio 2020/792. Come previsto dal mandato, la missione si occuperà di monitorare le attività con funzioni esecutive limitate.

Attualmente, con la missione EULEX, l’Unione europea intende aiutare le autorità del Kosovo a costruire uno Stato di diritto. Si porrà particolare attenzione sulle questioni legate all’indipendenza della magistratura, alla multietnicità della polizia e del sistema delle dogane e al contrasto alla criminalità.

KosovoLa missione EULEX è supportata da tutti i 27 stati membri dell’Unione Europea e i cinque stati contribuenti (Canada, Norvegia, Svizzera, Turchia e USA). Tuttavia, alcuni stati europei non riconoscono il Kosovo come uno stato indipendente. Per esempio, la Spagna non ha partecipato nella missione EULEX poiché le Nazioni Unite non hanno risposto alle domande legali del governo spagnolo. Inoltre, le problematiche simili a quelle del Kosovo riguardati la richiesta d’indipendenza della Catalogna hanno impedito alla Spagna di riconoscere il Kosovo come uno stato indipendente.

In quanto al riconoscimento ufficiale dell’indipendenza del Kosovo da parte dell’UE, mancano anche l’approvazione di Serbia, Grecia, Cipro, Romania e la Slovacchia.

A novembre 2008, l’UE ha accettato la richiesta serba di implementare il piano di Ahtissari attraverso l’EULEX ed essere così neutrali rispetto allo stato del Kosovo. In cambio, l’EULEX sarà accettato dalla Serbia e il consiglio di sicurezza dell’ONU.

Frase Facebook: La missione EULEX Kosovo si fissa l’obiettivo di costruire un sistema di supporto per lo stato del Kosovo affinché possa completare la transizione verso lo stato di diritto con successo.

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