L’arresto di Andrea Cavalleri e l’estrema destra

L’arresto di Andrea Cavalleri, un ventiduenne di Savona, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo suprematista è stato l’ultimo atto di suprematismo bianco. Successivamente, il giovane arrestato è stato condotto in carcere, come da ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova.

Chi è Andrea Cavalleri e perché è stato arrestato?

L’operazione antiterrorismo della polizia era particolarmente focalizzata sulla destra radicale e sul terrorismo di matrice suprematista associato a quella fazione. La procura di Genova ha condotto l’attività investigativa insieme alla collaborazione delle Digos di Genova e Savona e il Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos.

L’indagato è accusato di aver creato un’associazione con finalità di terrorismo e di aver svolto azione di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo. Infatti, Cavalleri è a tutti gli effetti un suprematista bianco.

Innanzitutto, si ispirava al gruppo suprematista statunitense Atomwaffen Division e alle Waffen-SS naziste. Per questo aveva creato delle chat dove istigava alla violenza contro gli ebrei, ma non si è fermato qua. Il ragazzo aveva anche redatto e diffuso sul web documenti di matrice neonazista e antisemita con i quali incitava alla rivoluzione violenta contro “lo Stato occupato dai sionisti” e all’eliminazione fisica degli ebrei.

Insieme con altri coetanei aveva creato un’organizzazione denominata “Nuovo Ordine Sociale“, di matrice nazionalsocialista, con l’obiettivo di reclutare volontari che contribuissero alla pianificazione di atti estremi e violenti a scopo eversivo. Cavalleri si teneva in contatto attraverso piattaforme di messaggistica (come Telegram) con persone che condividevano non solo le sue ideologie ma anche le sue passioni per le armi e l’oggettistica militare.

L’odio di Andrea Cavalleri non è solo razziale e antisemita, ma è anche misogino. Difatti, nelle varie chat monitorate dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Chiara Paolucci, il ragazzo diceva di appartenere alla corrente Incel, ovvero gli “involontariamente celibi”. Gli Incel adducono a presunti comportamenti delle donne i loro fallimenti nelle relazioni sentimentali, e di conseguenza istigano all’odio contro le donne.

Il suo obiettivo era un attacco come a Utoya ed era più che pronto a passare dal dire al fare e commettere un attacco. Tra gli obiettivi che lui stesso dichiarava sul web o in chat, c’era il compimento di azioni terroristiche di matrice suprematista come quelle realizzate nel 2011 e nel 2019 rispettivamente a Utoya (Norvegia) e Christchurch (Nuova Zelanda). Nelle conversazioni gli investigatori hanno trovato vere e proprie istigazioni a commettere gesti estremi anche sacrificando la propria vita, incoraggiando lo “school shooting”, i massacri nelle scuole, o il “day of the rope”, il massacro di chi viene considerato traditore.

Il punto di partenza per gli investigatori è stata un’inchiesta avviata da un altro ufficio giudiziario nei confronti di un minore confluito in gruppi suprematisti, legato al ventiduenne da un forte vincolo di amicizia e dall’appartenenza all’organizzazione “Nuovo Ordine Sociale”. Le perquisizioni sono dodici e tutte riguardanti persone vicine al ventiduenne nelle città di Genova, Torino, Cagliari, Forlì-Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo.

L’ideologia suprematista bianca nell’estrema destra

Quando si parla di neoterrorismo di estrema destra è inevitabile parlare della capacità di molti gruppi di diffondere facilmente i loro manifesti. Sempre più estremisti, infatti, accompagnano le loro azioni con la diffusione di materiale scritto per spiegare le motivazioni del loro gesto.

L’obiettivo di questi testi non è solo ideologico ma si vogliono anche gettare le basi per atti emulativi. L’attentatore norvegese Anders Behring Breivik è stato il precursore di questa strategia, ma negli ultimi anni altri estremisti hanno seguito la strada da lui tracciata, in diversi paesi occidentali, Italia inclusa.

E dove vengono diffusi questi documenti? Sui social media, in particolare risalta Telegram. Nel 2019, in un canale Telegram italiano è stato pubblicato un manifesto particolarmente violento che incitava i “camerati” a “addestrarsi” per la “rivoluzione più devastante di tutti i tempi,” in cui “purtroppo si spargerà molto sangue.”

A partire da questi canale, le forze dell’ordine hanno iniziato a indagare sul diffusore (minorenne all’epoca della pubblicazione) e i suoi contatti online, arrivando all’arresto di Cavalleri, accusato di aver costituito “un’associazione con finalità di terrorismo”.

Dall’inchiesta è emerso anche il ruolo che ha giocato il suprematismo bianco anglosassone. Come già affermato, Cavalleri e i suoi seguaci si sono ispirati alle cellule naziste come la Atomwaffen Division e al movimento misogino degli Incel, fino ad arrivare a voler emulare la “guerra razziale” ipotizzata nel romanzo razzista The Turner Diaries (tradotto in Italia come La seconda guerra civile americana). È chiaro che siamo di fronte alla globalizzazione della propaganda suprematista e del terrorismo di estrema destra.

A partire dall’esempio statunitense, questi gruppi terroristici italiani incorporano numerosi riferimenti ideologici, linguistici e simbolici dell’estrema destra statunitense, ma si aggiunge una vicinanza al contesto storico italiano, soprattutto il contatto con il fascismo e il colonialismo. Questo è un aspetto che rende diversi simili gruppi da un “classico” militante neofascista.

È quindi importante ricordarsi che personaggi come Traini, l’uomo che nel 2018 sparò in centro a Macerata, e Cavalleri non sono “lupi solitari”, perché anche se iniziano in solitudine finiscono per trovare persone che condividono le loro idee, o semplicemente ne radicalizzano altre. Infine, non dobbiamo dimenticare che il problema dell’estrema destra non è un fenomeno solo statunitense, che non ci riguarda minimamente, perché se è vero che l’influenza arriva dagli USA, non è di certo un fenomeno nuovo nel contesto italiano.

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