I pilastri della terra

I “Pilastri della Terra” di Virginia Zanetti sorreggono il mondo

Quando si cercano su Google l’espressione “pilastri della Terra“, la prima cosa che compare è il famosissimo romanzo di Ken Follet e tutto ciò che rimanda ad esso. Legato a questa stessa combinazione di parole, però, è anche un piccolo gruppo che sta cercando di farsi conoscere sempre di più, di diventare un vero e proprio movimento.

Virginia Zanetti

Dopo esserci finalmente imbattuti in uno dei siti, purtroppo pochi, che parlano di questo movimento, il primo nome a saltare subito all’occhio è quello di Virginia Zanetti, il cui lavoro tenta d’individuare e abbattere il confine tra arte e fruitore. Virginia, classe 1981, è così un’artista eclettica, che non riconduce le sue opere d’arte a categorie predefinite e offre un portfolio molto ampio, fatto di diversi progetti e installazioni. Tra questi quello intitolato Gli occhi del mondo, una creazione che si apre alla storia di un territorio (il borgo lucano di Latronico). Degno d’interesse, poi è il ciclo Walking on the water. Miracle & Utopia.

Allestimento de “Gli Occhi Del Mondo”, opera permanente a cielo aperto di Latronico

Ma il più grande dei progetti dell’artista è uno in particolare: Curare il curatore, sviluppatosi in quattro step negli ultimi anni, sin dai primi acquerelli. Questi ultimi divengono spunto creativo per interventi installativi, al cui centro è sempre l’interpretazione artistica della figura del curatore. Un rovesciamento di ruoli che culmina nella stesura di un “testo condiviso” (tramite tecnologia cloud) e in una serie di tavole rotonde con artisti, critici e curatori.

Chi sono i pilastri della Terra?

Passiamo quindi a una domanda interessante e, allo stesso tempo, aperta. Poiché i cosiddetti Pilastri della Terra sono un gruppo umano che include chiunque voglia farne parte. L’unico requisito? Esser pronti a cambiare prospettiva, magari ruotandola e capovolgendola. Proprio come ha fatto Virginia nel suo progetto artistico, che prende il nome del movimento: I Pilastri Della Terra.

Si tratta di un percorso – iniziato nel dicembre 2020 –  approdato a Casalecchio di Reno, provincia di Bologna, nell’istituto Salvemini. Ma perché proprio questa scuola? La risposta è una e univoca: trent’anni fa l’istituto fu centrato da un aereo militare, provocando la morte di dodici adolescenti. Affinché la memoria resti sempre attiva, Virginia Zanetti ha realizzato questo memorabile scatto, appeso oggi sulla parete della scuola.

 

I pilastri della Terra
I pilastri della Terra: i ragazzi del progetto

 

La fotografia non ha bisogno di spiegazioni. Al suo interno affiorano nitidamente giovanissimi ragazzi, uno a fianco all’altro, nella posizione della verticale, immortalati in una prospettiva di 180 gradi, capovolta. Il risultato è fenomenale, così come l’idea e il significato. Il primo effetto è straniante e porta a interrogarsi sul messaggio dell’opera. Le persone sono appese oppure sostengono la Terra? E così emerge la domanda che Virginia vuole creare nell’osservatore: noi esseri umani siamo appesi al corso della storia come fili d’erba, oppure possiamo concorrere a determinare il destino dell’umanità?

Il significato del progetto

Per spiegare meglio il suo pensiero, l’artista ha dichiarato:

Le mie riflessioni si agganciano al Buddhismo, di cui sono praticante da anni ma la incrocio con altre religioni e filosofie orientali. Il titolo I pilastri della Terra, ad esempio, è la citazione dalle lettere di un monaco buddista giapponese del XIII secolo in cui lui, vecchio, malato e perseguitato, esortava i suoi discepoli al coraggio.

I pilastri della Terra

 

La potenza di tale riflessione è chiara e, come la Terra, tonda. L’invito, infatti, è a riemergere nonostante tutto, soprattutto in tempi di crisi come quello attuale.

Al centro delle mie opere c’è l’idea della non-dualità, l’incontro con l’altro da sé, il principio della co-dipendenza dell’uomo dall’ambiente sociale e naturale. E ogni mio lavoro prevede la condivisione della riflessione con un gruppo, una comunità, un territorio di cui cerco di cogliere l’iconografia più profonda.

In conclusione

I Pilastri della Terra è un progetto italiano, ma nato in India, dove la giovane artista approdò nel 2016 grazie al premio del Mibact Movin’Up. Tuttavia, il suo esordio è di cinque anni precedenti. Nel 2011, infatti, appena laureata, Virginia venne chiamata da nientemeno che Hans Ulrich Obrist, direttore della Serpentine Gallery di Londra. Quest’ultimo le chiese di illustrare con i suoi acquerelli l’edizione italiana della Breve storia della curatela. E in questo modo si sedimentò una passione con destinazione artistica. Ce lo racconta meglio Virginia:

Il lavoro esplora il concetto di Risurrezione attraverso il movimento di verticalità che superando la forza di gravità – sfidando la morte anche in senso metaforico – ribalta la postura naturale con un atto di volontà. Se ribaltiamo il nostro ‘punto di vista’, le persone stanno sorreggendo il mondo, diventando dei pilastri della terra.

Lucy Lippard, Virginia Zanetti (2011)

Già dal suo consapevole progetto, fiore all’occhiello di una rodata esperienza, possiamo definire con certezza Virginia una grande innovatrice. Una donna e un’artista che ha capito come nella vita, spesso, sia importante avere più e più punti di vista. Non importa che siano capovolti, diritti o obliqui. La vera originalità sta nel vedere tutte le diverse sfaccettature di un mondo conosciuto e sconosciuto e, come nei suoi scatti, sostenerle a braccia tese.


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