Cosa significa restaurare un’opera d’arte?

Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, nessuna opera d’arte è eterna. O meglio, non presenta caratteristiche fisiche che possano ostacolare il suo deterioramento. Questo significa che, prima o poi, qualsiasi dipinto, scultura o semplice creazione artistica verrà colpita dal tempo che irrefrenabilmente scorre. E a questo punto si parla di restauro, che nasce dalla volontà di tener in vita un’opera d’arte. Ma in che modo si può restaurare un’opera d’arte? Innanzitutto cercando di migliorare tutti quegli aspetti che nel tempo trovano ostacoli ed inconvenienti.

Il restauro è stato uno dei flagelli degli ultimi duecento anni. Un restauratore può rovinare molto di più di un bombardamento, perché le schegge delle bombe mutilano un quadro, ma anche un frammento intatto consente la lettura dello stile. Il restauratore, invece, scortica il quadro; per cui mancando la pelle finale, sono impensabili l’analisi e l’interpretazione formale.

Con queste parole, il critico e storico d’arte italiano Federico Zeri lamenta come troppo spesso risanare non significhi migliorare. Accade invece tutt’altro. Indubbiamente, questo è un elemento da tenere in considerazione. Non sempre, infatti, si ha la fortuna di trovarsi di fronte a un lavoro ben riuscito.

Monnalisa
Il significato del restauro

Restaurare, quindi, non significa semplicemente ripristinare. Equivale, piuttosto, a intraprendere un percorso di ricognizione. Solo in questo modo, indagando e ripercorrendo l’insita storia di un’opera d’arte, sarà possibile riportarla – almeno in parte – alla sua condizione originaria. Il restauratore non si limita così a operare a livello tecnico e manuale. Ma il suo compito primario è quello di sottoporre l’opera a un intervento conoscitivo. In questo modo, l’incontaminato apprendimento del sapere di cui è depositaria questa porterà necessariamente a un’azione autentica e concreta. A tal proposito, l’accademico italiano Cesare Brandi, affermò che:

Il restauro è il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro.

Brandi sostiene quindi che la restaurazione debba comunque assicurare l’integrità dell’opera. Se questo non viene preso in considerazione come principale proposito, allora l’interesse si proietta unicamente verso il suo assestamento.

Distaccandosi poi dalla concezione vera e propria di opera d’arte, è possibile riconoscere quello che viene chiamato restauro architettonico.

Restaurare un'opera d'arte
Restauro Architettonico
Il restauro architettonico

Si tratta di una disciplina volta a garantire l’integrità di un edificio, uno stabile o una semplice costruzione. In questo caso, si opera tenendo conto di due prerogative: l’aspetto estetico e la sicurezza del suo assetto. Mentre nel caso di una scultura o di un quadro viene analizzato l’aspetto esteriore, in linea con le prerogative di armoniosità, nel ripristino di un’opera architettonica subentra inevitabilmente l’aspetto della tutela e della salvaguardia.

Normativamente parlando, è di recente attuazione la Carta italiana del restauro, risalente al 1972. Il testo, ampiamente sostenuto e assecondato dallo stesso Cesare Brandi, definisce chiaramente quali siano gli oggetti interessati da operazioni di controllo. Qualsiasi intervento, quindi, è sottoposto al controllo preventivo da parte di determinate soprintendenze. Queste hanno il compito di proteggere le opere, garantendo loro copertura e riparo da qualunque tipo di danno.

L’aiuto della Carta Italiana del Restauro

L’articolo 4 della Carta italiana del restauro informa che:

S’intende, per salvaguardia qualsiasi provvedimento conservativo che non implichi l’intervento diretto sull’opera: s’intende per restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a facilitare la lettura e a trasmettere integralmente al futuro le opere e gli oggetti definiti agli articoli precedenti.

Com’è chiaramente espresso si parla del domani che verrà. Perché garantire un futuro significa prendersi a cuore, nel presente, di una condizione che altrimenti presto muterebbe. Il futuro è ignoto per tutti. Siamo quindi noi ad avere la responsabilità di volgerlo nella direzione giusta, dove l’arte è sempre protetta.


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