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“Attrazione e distacco”: intervista ai SuperWanted

Il 4 dicembre scorso è uscito il nuovo singolo per laCantina Records del duo vicentino SuperWanted, formato da Massimo Manticò e Giacomo Capraro. Dentro il mio bicchiere è il titolo della canzone, che anticipa l’uscita del loro terzo album – prevista per il nuovo anno. Esperimenti e nuove ricerche musicali hanno caratterizzato il lavoro della band formatasi a Vicenza nel 2010. Nel 2012 esce il primo album e grazie al videoclip dei due singoli estratti, vincono il premio di Artista del Mese per Mtv New Generation. Nel 2018 esce il loro secondo lavoro e ora si apprestano a presentare al mondo le loro nuove sonorità.

Noi li abbiamo intervistati: ecco cos’hanno da dirci.

L’intervista

Ciao ragazzi, piacere di conoscervi! Grazie per la disponibilità. Allora, parlateci un po’ di voi. Perché “SuperWanted” e come siete nati?

Il progetto SuperWanted nasce anni fa tra i banchi di scuola. Eravamo un trio composto da chitarra, basso, batteria e abbiamo praticamente cominciato da subito a proporre musica originale. Prima cantavamo in inglese ma siamo passati molto presto a scrivere in italiano. Dietro Il nome non c’è un motivo particolare, è l’unione di due parole che ci piaceva come suonavano, la cosa più importante è che volevamo fosse unico. Abbiamo firmato il nostro primo contratto intorno al 2010 e da lì non abbiamo più smesso di produrre, abbiamo passato molto tempo in studio di registrazione cercando di migliorarci e imparare di continuo. Ora i SuperWanted sono un duo di produttori più che una band.

Avete un artista o un gruppo in particolare al quale vi rifate, musicalmente parlando?

Ascoltiamo davvero di tutto e ci piace farci influenzare da generi molto diversi. Sicuramente a livello di ricerca del suono siamo più orientati su artisti non italiani, giusto per citare qualche nome di artisti che amiamo tantissimo: New Order, Daft Punk, M83, Roosvelt, the Weeknd.

Cose che succedono ascoltando i SuperWanted è il titolo del vostro primo album, uscito nel 2012. Diteci dunque, cosa succede ascoltandovi?

Questa penso sia stata la domanda che ci è stata fatta di più in quegli anni. Preferiamo che siano le persone che ci ascoltano a dirlo, il nostro obiettivo è che la gente si immedesimi nei nostri pezzi e li faccia propri. Quindi non ci può essere un’unica risposta alla domanda.

Dentro il mio bicchiere è il secondo singolo, uscito il 4 dicembre, che anticipa il vostro terzo album. Com’ è nato? C’è un messaggio particolare che volete mandare con questo pezzo e il suo testo?

Dentro il mio bicchiere, come anche gli altri pezzi che compongono il nuovo disco, è nato semplicemente dalla voglia di produrre qualcosa di nuovo e di personale. Nei dischi precedenti il lavoro di produzione era allargato ad altre persone oltre noi, qui invece quello che sentite è il risultato solo di scelte nostre. La canzone parla di attrazione e distacco, della voglia di creare un link con una persona e di quanto questo possa essere difficile. La fragilità dei rapporti interpersonali torna spesso come tematica nei nostri pezzi, la troviamo molto attuale e stimolante.

Sei come un pretesto per il buon umore
Che devo indossare anche fuori stagione
È come se tu fossi dentro il mio bicchiere
E come d’improvviso morissi di sete.

Qual è il vostro “pretesto per il buonumore”?

Il nostro pretesto per il buonumore è sicuramente la produzione musicale, che facciamo per noi e per altri artisti. Oltre a essere un lavoro è anche il nostro modo di essere e di esprimerci.

Ritenete di essere cambiati rispetto ai due album precedenti? In che modo? Avete intenzione di intraprendere più sperimentazioni, in futuro?

Che siamo cambiati rispetto ai lavori precedenti è un dato di fatto, e questa cosa ci piace molto. Cominciare la produzione di un disco deve portare sempre qualcosa di nuovo, non ci piace l’idea di rimanere arenati in un determinato tipo di sound o modo di scrivere. Cerchiamo di metterci in gioco rischiando anche di non piacere, proviamo a fare sempre qualcosa che ci dia più soddisfazione.

Il nuovo disco uscirà nei primi mesi del 2021. Cosa ci e vi riserverà il nuovo anno?

Sicuramente ci porterà nuove collaborazioni, che abbiamo già iniziato e che vedranno i risultati nel corso del 2021. Con la nostra etichetta laCantina Records stiamo crescendo molto, cerchiamo di creare una rete artistica locale e non solo. Curiamo le produzioni di tanti artisti e li mettiamo in relazioni tra di loro, inoltre siamo sempre alla ricerca di nuovi talenti. Insomma, le novità e pubblicazioni non mancheranno.

Come avete gestito a livello artistico il periodo di quarantena?

Il periodo di quarantena lo abbiamo vissuto come un’opportunità per buttarci nella produzione di pezzi nuovi, abbiamo sfruttato l’isolamento per registrare beat e cominciare progetti con altri artisti. Avere un nostro studio personale ha agevolato sicuramente le cose.

Come valutate la musica di oggi e cosa consigliereste a giovani come voi che vogliono intraprendere una carriera musicale?

Il periodo musicale attuale è davvero di difficile comprensione, l’offerta è vastissima, la competizione è alta. Ci sono progetti molto interessanti e di qualità, ma in generale bisogna stare attenti a non omologarsi troppo, cosa che invece accade spesso. Secondo noi chi vuole intraprendere una carriera musicale deve lavorare bene sul proprio modo di esprimersi, sulla cerca di un sound, sul proporre qualcosa di molto personale in modo da potersi differenziare e quindi essere notato più facilmente.

Siate pure ambiziosi. Dove vi vedete tra dieci anni?

Tra dieci anni ci piacerebbe aver raggiunto ulteriori traguardi, essere più affermati, poter vantare collaborazioni con più artisti, magari non solo italiani. Insomma, poter vivere di tutto questo senza preoccupazioni.

Ringraziamo i SuperWanted e vi invitiamo ad ascoltarli. Due giovani che promettono grandi cose.

FONTI

Materiale gentilmente offerto da La Mar Agency

CREDITS

Copertina e immagine gentilmente offerte da La Mar Agency

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