Warner Bros: caos tra Nolan, Villeneuve e “Dune”

Alcuni dei più importanti filmmaker e delle più importanti star si sono addormentate pensando di stare lavorando per il più importante studio di produzione e si sono svegliate che stavano lavorando per il peggiore servizio di streaming.

Queste le dure parole che Cristopher Nolan, celebre cineasta di Hollywood, ha rivolto nei confronti della sua stessa casa di produzione: la Warner Bros. Causa scatenante è stata una decisione presa dal colosso cinematografico poche settimane fa, nella giornata del 3 dicembre. In seguito ai danni economici legati alla chiusura delle sale di quest’anno infatti, la Warner ha annunciato che negli USA tutti i suoi film in uscita nel 2021 verranno distribuiti in contemporanea sia nei cinema che sul servizio streaming di HBO Max, come già operato nel caso di Wonder Woman 1984. Una decisione che rischia di penalizzare fortemente la dimensione fisica della sala e potrebbe danneggiare i contratti di numerosi addetti ai lavori. Una situazione che nell’ultimo mese ha creato diverso scompiglio e, all’approssimarsi del nuovo anno, appare tutt’altro che risolta.

Tempi difficili in casa Warner

Non è passato molto tempo dal caos creatosi in seguito al licenziamento di Johnny Depp, ma la Warner si trova già al centro di una nuova bufera. L’annuncio incriminante del 3 dicembre ha causato non poche proteste e scatenato la reazione di illustri protagonisti della moderna Hollywood. Tra queste spicca indubbiamente la presa di posizione di Cristopher Nolan, da anni regista di punta della casa di produzione. Il cineasta, nonostante non sia stato personalmente toccato dalla decisione, non ha avuto timore nell’utilizzare parole molto dure per esprimere il proprio disaccordo.

Un’uscita pubblica dai toni fortemente critici, alla quale ha fatto poi eco una lettera di protesta di Denis Villeneuve, preoccupato che un ridimensionamento delle sale di tale portata possa compromettere il successo del blockbuster a cui sta lavorando da circa tre anni: Dune.

Tra i numerosi titoli in uscita infatti compaiono anche progetti di notevole rilevanza, tra cui il sequel di Suicide Squad diretto da James Gun, Godzilla vs Kong di Adam Wingard e l’atteso Space Jam: A New Legacy, seguito della storica pellicola del 1996 con Michael Jordan. È tuttavia innegabile che il progetto su cui Warner Bros riversa le maggiori aspettative sia proprio il reboot fantascientifico di Villeneuve, prima parte dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank Herbert. Il regista, sicuro che la strategia sia stata elaborata nei soli interessi di AT&T, compagnia telefonica statunitense di cui da un paio d’anni fa parte anche WarnerMedia, ha dato voce al proprio dissenso con toni tutt’altro che pacati:

Con questa decisione, AT&T ha preso in ostaggio uno dei più rispettabili e importanti studios nella storia del cinema. Non c’è assolutamente alcun amore per il cinema, né per il pubblico, qui. Si tratta solo della sopravvivenza di un colosso delle telecomunicazioni, che attualmente ha debiti astronomici per più di 150 milioni di dollari. Siccome finora il lancio di HBO Max è stato un fallimento, AT&T ha deciso di sacrificare l’intero calendario 2021 di Warner Bros. in un tentativo disperato di attirare l’attenzione del pubblico.

Un attacco diretto, privo di mezzi termini. Parole forti che esprimono la rabbia e la delusione di un artista che si sente tradito e che teme che il proprio lavoro venga letteralmente demolito da interessi puramente finanziari:

La decisione di Warner Bros. significa che Dune non avrà la possibilità di funzionare finanziariamente quanto basta perché sia sostenibile e la pirateria alla fine trionferà. Warner Bros. ha probabilmente appena ucciso il franchise di Dune. Dune è in assoluto il miglior film che ho mai fatto. Io e la mia squadra abbiamo dedicato più di tre anni delle nostre vite a renderlo un’esperienza unica per il grande schermo.

Futuro incerto

Il grido di protesta di Denis Villeneuve non è però rimasto inascoltato. La CAA (Creative Artista Agency) e il sindacato dei registi DGA (Directors Guild of America) hanno già avvisato di voler procedere per vie legali. Una minaccia che anche Legendary Pictures, finanziatrice al 75% di Dune, sembra intenzionata a concretizzare se la situazione non dovesse modificarsi. Difficile ipotizzare cosa accadrà nelle prossime settimane. Le crescenti tensioni potrebbero portare a una decisione che preservi quantomeno i progetti più ambiziosi come Dune, ma ancora non si hanno notizie precise in merito. Quel che è certo è che nonostante i servizi streaming abbiano rappresentato una soluzione di indubbio vantaggio nell’epoca della pandemia , essi non potranno mai davvero sostituire l’esperienza della sala. Per usare le sentite parole di Villeneuve:

Quando la pandemia sarà finita, i cinema saranno di nuovo pieni di amanti dei film. Questo è ciò in cui credo. Non perché ne abbia bisogno l’industria del cinema, ma perché noi esseri umani abbiamo bisogno del cinema, come esperienza collettiva.
Lunga vita ai film al cinema!

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