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Visionary Days 2020: Quali confini nel nuovo mondo?

Quali confini nel nuovo mondo? Questa la domanda di partenza della quarta edizione dei Visionary Days: l’evento che, dal 2017, fa emergere la parte più brillante, collaborativa e critica di ogni singolo giovane partecipante.

Sabato 21 novembre più di 2000 giovani under 35 avrebbero dovuto incontrarsi in cinque città d’Italia: Torino, Genova, Napoli, Pavia e Firenze. Non è successo: la pandemia ha impedito loro di incontrarsi in presenza e battere i pugni su tavoli veri per far valere il proprio pensiero e tirare fuori una visione chiara di cosa vogliono dal futuro. “The future we want”, come recita il retro della maglietta dell’evento. Ma nulla, nemmeno un virus che ha raggiunto quasi ogni angolo del globo, può fermare la forza irruente e travolgente delle idee, e i 2000 giovani, entusiasti e combattivi come non mai, si sono incontrati lo stesso: l’hanno fatto su Zoom, suddivisi in tavoli da circa 8 persone, dando voce tutti insieme al desiderio di cambiamento e di miglioramento che portano dentro sé.

Per rendere l’idea di che struttura incredibile abbiano messo in piedi in soli 4 anni gli organizzatori dei Visionary Days basta un elemento: a giugno è stata realizzata un’edizione speciale dei Visionary, dal titolo Quale futuro, e a inaugurare la giornata e spronare i giovani a dare il meglio di sé è stato Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica.

Riguardo all’edizione di quest’anno Carmelo Traina, cofondatore di Visionary, l’Associazione da cui è nato tutto, ha dichiarato:

Chi fa parte della nostra generazione ha sentito dire abbastanza spesso che i giovani di oggi sono dissociati nei confronti della società in cui vivono. Noi lo abbiamo sentito una volta di troppo e abbiamo voluto ribaltare questa immagine in prima persona, per dare un segnale di senso contrario. Il tramite per rendere concreta la nostra idea è stato il dialogo. Anche quest’anno. Proprio perché quest’anno.

A supportare l’evento e renderne possibile la totale gratuità è stato l’appoggio di realtà come la Fondazione Compagnia di San Paolo, il programma Erasmus+ dell’Unione Europea, il supporto scientifico ed economico del team studentesco Visionary Days del Politecnico di Torino e la partnership con FCA, Nestlé Italia, Reply, Snam, Connect4Climate – World Bank Group.

Una foto del Visionary Days dello scorso anno

L’evento del 21 novembre è iniziato alle 09.30 ed è terminato alle 18.30. 7 speech motivazionali hanno preceduto altrettanti momenti di discussione all’interno delle Breakout Rooms, ovvero i tavoli virtuali. Tra gli speaker Sara Hejazi, antropologa dei confini, docente e giornalista, nata in Iran e cresciuta in Italia; Cosima Buccoliero, Direttrice del carcere di Bollate e dell’istituto penale minorile Beccaria di Milano; Enzo Celli, regista, autore di danza contemporanea e insegnante, fondatore della Compagnia Botega e del gruppo VIVO con sede a New York e a Roma.

7 le aree trattate, una per ogni speaker: Popoli, Mondo, Uomo, Società, Risorse, Spirito, Azione. Ognuna ha assunto mille forme e mostrato le sue più svariate sfaccettature in ciascuna delle discussioni, mentre su YouTube e su Facebook venivano trasmessi in streaming gli stessi Speech alternati a Panel di discussione a cui partecipavano giornalisti, divulgatori, creators e influencer. Ancora un dato: la diretta streaming ha toccato complessivamente le 9.000 visualizzazioni.

Ma cosa c’è davvero dietro un Visionary days?

Mentre dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino gli speaker presentati dal giovanissimo Filippo Grondona (classe 2000) parlavano circondati da schermi con i volti di tutti i ragazzi connessi a fare loro da pubblico, la macchina organizzativa già in moto da settimane andava a mille. Lo staff tecnico e la regia controllavano diligentemente che tutto filasse liscio; i moderatori, che le scorse settimane avevano ricevuto un corso di formazione sulle tematiche e sulle tecniche di moderazione, si assicuravano che ai tavoli nessuno fosse privato del tempo e della possibilità di dire la sua; i partecipanti si animavano. Nel frattempo Lee rielaborava tutto.

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Una foto del Visionary Days dello scorso anno

Chi è Lee? Lee è l’Intelligenza Artificiale che ha raccolto la miriade di spunti che i moderatori di ogni tavolo le inviavano durante le discussioni, raggruppando le 207.055 parole (32 frasi al minuto) che le sono state inviate per poi assemblare quello che sarebbe stato il primo risultato concreto della giornata, la sintesi dei pensieri di centinaia di cervelli scoppiettanti, il fulcro di quasi 9 ore di discorsi critici, utopici e concreti: il Manifesto Dinamico.

Sì, perché le idee venute fuori non sono fatte per vagare per la rete senza destinazione e finire per essere dimenticate, o ricordate con un sorriso come fossero utopia. Le idee sono fatte per essere realizzate.

Dal Manifesto Dinamico dell’edizione 2020

E adesso che il Visionary Days del 2020 si è concluso, in sostanza, cosa cambia?

Cambia tutto, se i giovani partecipanti all’evento sceglieranno di cambiarlo. Saranno loro a fare la differenza, se coltiveranno il seme che è stato lanciato in una giornata tanto breve quanto intensa.

Ma non solo. Dopo oggi cambia anche lo statuto di Visionary: da evento a movimento. A questi giovani pulsanti di vita, un giorno all’anno non basta più: il cambiamento si fa ogni giorno. Dal manifesto, infatti, leggiamo:

E DOMANI? CHE OGNUNO FACCIA IL SUO E NOI, INSIEME, FAREMO IL NOSTRO: COINVOLGERE CHI ABBIAMO INTORNO IN UN MOVIMENTO GIOVANILE VIRTUOSO BASATO SULLA PARTECIPAZIONE ATTIVA CHE PROMUOVE VALORI DI INCLUSIONE SOCIALE E INIZIATIVA CIVICA.

Noi de Lo Sbuffo non possiamo che condividere le idee innovative e virtuose portate avanti dal movimento Visionary, e augurare a questi ragazzi tutto il meglio per il loro futuro… pardon, il nostro futuro!

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