Millo

La storia di Millo e del Giardino delle Culture di Milano

MilloLo street artist Francesco Camillo Giorgino è conosciuto in tutto il mondo come Millo. Quarantuno anni, pugliese di origine, Millo pensa in grande e realizza le sue opere sulle pareti dei palazzi cittadini. Due personaggi ricorrenti si alternano in situazioni che abbracciano il surreale nel quotidiano. E nonostante le creazioni siano tutte in bianco e nero, la creatività dell’artista e la rifinitura dei dettagli colorati donano originalità a una forma di street art diversa dalle altre.

Tra creazioni di respiro nazionale e internazionale spicca anche un progetto particolare: il Giardino delle Culture di Milano. Quest’ultimo è spazio di 1200 metri quadrati tra Via Morosini e Via Bezzecca, a pochi passi da Piazza Cinque Giornate. Un luogo riqualificato nel 2015 per volere dei cittadini del quartiere, ma la cui manutenzione si è fermata nel 2018. Tuttavia i due murales di Millo rimangono testimoni di un paesaggio in trasformazione e del valore inclusivo dell’arte nella vita cittadina.

Francesco Camillo Giorgino detto Millo

Ma incominciamo dalla storia di Millo. Laureatosi a Pescara in Architettura, decide di sfruttare il suo titolo come trampolino di lancio per dedicarsi all’arte. Questa trova la sua dimensione nella street art, dove le opere si relazionano allo spazio circostante che le abbraccia e le circonda. Così l’artista può raccontare la fragilità dell’interazione tra l’essere umano e il contesto in cui vive.

Il suo talento e le idee innovative lo premiano con numerosi riconoscimenti, anche a livello internazionale. E due tra i più importanti sono relativamente recenti. Il primo è il Premio Celeste nel 2011, che premia artisti contemporanei nazionali e internazionali inseriti nel Celeste Network. Questa community permette ai nuovi volti dell’arte contemporanea di acquisire visibilità e farsi conoscere dai professionisti del settore.

Non uno street artist qualunque

Ma la forza di Millo sta nella sua capacità poliedrica di cimentarsi in progetti sempre differenti. Così nel 2014 partecipa al Bando di Arte Pubblica B-ART, intitolato Arte in Barriera e promosso dalla città di Torino. La vittoria gli permette di dipingere su tredici pareti nel quartiere Barriera di Milano, a Torino.

La creatività di Millo si spinge però oltre Bandi e Festival, fino alle baraccopoli di Mumbai. Ed è a una di queste che è stato destinato il murale Future, dove il simbolismo del colore blu di un ombrello accompagna una donna in un percorso di speranza per il futuro. E parlando del domani non si può non pensare al Covid-19, ancora agente attivo sulla vita degli ultimi mesi. Così per Millo è stata l’occasione per fare qualcosa per la città in cui vive da anni, Pescara.

MilloL’artista ha indetto una raccolta fondi per l’Ospedale Santo Spirito di Pescara, sfruttando la sua immagine per fare del bene. Lo stesso spirito che lo ha portato a collaborare al progetto del Giardino Culturale di Milano.

Il Giardino Culturale di Via Morosini

Non si tratta di un vero e proprio giardino, ma di un’area dimessa e abbandonata per anni, ora riqualificata grazie al potere curativo dell’arte. E non c’è nulla di meglio che abbellire tele di cemento verticale con le opere di Millo. Così il murale che giganteggia all’ingresso dello spazio prende il titolo di Love Seeker. Un ragazzo con uno strumento di legno a forma di Y, tipico dei rabdomanti, si muove in un labirinto di palazzi alla ricerca di un cuore.

Ma cos’è la rabdomanzia? Si tratta di una pratica indirizzata alla ricerca di acqua o componenti metalliche nel sottosuolo. È tradizionalmente associata alla figura di uno sciamano, che sarebbe in grado di percepire con il suo strumento ligneo le vibrazioni emesse dagli oggetti. Così Millo attribuisce al suo personaggio una componente magica, divinatoria, in grado di condurlo verso il suo amore perduto.

Il potere dell’amore

E il murale accanto lo illustra. Una donna abbraccia con forza quel cuore dalla tinta cromatica così intensa. Il dittico Lost and Found si chiude con il potere di un amore ritrovato. Quello che lega i due personaggi, ma anche che unisce le persone in un ambiente in grado di accoglierle. Così lo scopo dell’artista si traduce nell’incanalare i desideri e le emozioni di chi lo circonda su una tela bianca.

E non è di certo facile. Poiché ci vuole pazienza e devozione per la propria creazione per issarsi su una piattaforma aerea e dipingere a grandi altezze. Lì con quel pennello legato a una lunga asta, Millo rilascia tutta la sua ispirazione. Un talento in grado di ridonare vita a ciò che sembrava perduto.

Come il Giardino delle Culture, che negli ultimi anni ha ospitato eventi musicali, letterari, aperitivi, mercatini e ora è uno spazio ricreativo a libero accesso fino alle 19. Testimonia l’importante ruolo dell’arte nella riqualificazione urbana e il suo potere di raccontare le persone e gli spazi.

 


CREDITS

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