Il cammino di Santiago di Compostela. Le esperienze

Il Cammino verso Santiago di Compostela: trenta tappe, 781 chilometri a piedi su strade e sentieri a partire dalla Francia, sul versante dei Pirenei. Il Cammino si offre a chiunque decida di percorrerlo: ogni anno, più di 200.000 persone si mettono in cammino, chi per sport, chi per turismo, altri per motivi spirituali o ancora chi per riscoprire la propria fede. Dal IX secolo, quando si è diffusa la notizia della scoperta della tomba di San Giacomo il Maggiore, il pellegrinaggio verso Santiago di Compostela non si è mai interrotto.

Simbolo del pellegrinaggio è la concha, la conchiglia: la leggenda racconta che, una volta che i pellegrini arrivavano a Finisterre, considerata allora la fine del mondo a Occidente, raccogliessero conchiglie lungo la costa per poi riportarle nei luoghi d’origine come prova dell’avvenuto pellegrinaggio. Da allora la conchiglia è il marchio del pellegrino e, infatti, tutta la segnaletica del Cammino contiene questo simbolo. Non dovete stupirvi se, lungo la strada, noterete molti pellegrini con appeso sullo zaino la propria concha.

Ma cosa spinge il pellegrino di oggi a munirsi di uno zaino pesante, a camminare per più di nove ore al giorno, verso una meta che, all’inizio, pare irraggiungibile?

L’esperienza di Maria

Volevo riscoprire la me stessa di un tempo” rivela Maria, una ragazza di Madrid: “Sono partita da León e tra due giorni dovrei arrivare a vedere, finalmente, la grande cattedrale. Maria, e molti altri come lei, è partita con uno scopo, una meta.

Da anni ormai lavoro in un ufficio, in mezzo al caos della città, nella routine. Ogni giorno mi svegliavo, andavo al lavoro e tornavo a casa. Facevo sempre la stessa cosa. Vedevo sempre le stesse persone. Un giorno un mio collega mi ha parlato del Cammino e ho capito subito che quella era l’esperienza giusta per me, per ritrovare me stessa. Sono partita dieci giorni fa e la mia vita di prima mi sembra lontano. Ora non do più nulla per scontato, vivo momento per momento.

La seconda volta di Oscar

Ci sono pellegrini, invece, che, pur avendo già sperimentato il fascino del Cammino, non si sentono ancora soddisfatti. È il caso di Oscar, un padre di quarantacinque anni.

Ho già fatto il cammino in bicicletta quattro anni fa. Ora sto andando a piedi. Mi sono reso conto che, in realtà, la prima volta non mi era rimasto niente. Camminando, passo dopo passo, hai la possibilità di guardarti intorno, parlare con i pellegrini che camminano accanto a te, vedere il panorama. In bici tutto è più veloce, pensi solo ad arrivare al prossimo Albergue. Non hai il tempo per fermarti a pensare, a riflettere. Prima non avevo un diario di viaggio. Ora sono arrivato quasi al’’ultima pagina. Sta cambiando veramente qualcosa in me.

Un nuovo inizio per Julio e Angela

Il Cammino non è solo occasione di riflessione. C’è chi lo percorre anche per inaugurare qualcosa di nuovo. Julio e Angela si sono sposati da poco e, insieme, hanno deciso di celebrare la loro luna di miele camminando.

Siamo partiti da casa nostra, Pamplona. Siamo un po’ di fretta. Tutti qua si prendono il tempo per camminare piano. Noi facciamo quaranta chilometri al giorno. Dobbiamo arrivare presto, perché le nostre famiglie ci aspettano riunite al nostro arrivo, a festeggiarci” racconta Angela.

Non ci interessavano alberghi di lusso o spiagge da sogno” aggiunge Julio: “Volevamo riscoprire la nostra terra, in cui viviamo da sempre, ma di cui non ci siamo mai accorti. Mancherà il servizio in camera, ma cenare intorno a una tavola con altri pellegrini provenienti da tutto il mondo non ha prezzo“.

Le difficoltà di Serena

Alcuni, però, non si rendono conto subito del beneficio che il Cammino può dare. Serena, un’imprenditrice londinese di trentotto anni, è ferma a Triacastela da una settimana, impossibilitata a camminare per un tremendo dolore ai piedi.

Credevo di potercela fare tranquillamente. Io cammino sempre in montagna a casa” piange, sconfitta, la ragazza: “Sono iniziate a spuntare vesciche su tutti i lati dei piedi. Non riesco neanche a mettermi gli scarponi. La notte non riesco a dormire da quanto mi pulsano. Ma non voglio arrendermi, sono arrivata fino a qui e non posso fermarmi qui solamente per una misera ciocca.

Cos’è dunque il Cammino di Santiago?

Il Cammino, così, si apre a chiunque voglia intraprenderlo. Ognuno viene da un posto diverso del mondo, con un bagaglio di vita unico, per uno scopo differente. Ma la meta è la stessa: potere, finalmente, posare lo zaino e sdraiarsi in quell’enorme piazza, davanti alla cattedrale che ne è il simbolo. Ritornando, ognuno di loro, sarà cambiato e, forte della sua nuova consapevolezza, potrà tornare alla sua quotidianità con uno sguardo diverso.

 

FONTI

Interviste dirette

A. Curtarolo, M. Giovananza, Guida al cammino di Santiago di Compostela, Terre di Mezzo, Milano, 2019

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