Gibson Girl. Quando l’emancipazione è diventata di moda

Non è sbagliato che una donna aspetti un uomo per costruire il mondo che vuole, invece di crearselo da sola?

Anaïs Nin

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX in America nasce un nuovo ideale di donna, la Gibson Girl. La paternità di questa creatura va all’illustratore Charles Dana Gibson, che dagli anni Ottanta dell’Ottocento lavorò per le più importanti riviste statunitensi, da Collier a Life. Fu una donna a cambiargli la vita, l’aristocratica Irene Langhorne, che Charles sposò nel 1895. La sorella di Irene, Nancy, sposata con il visconte Waldorf Astor, fu la prima donna a entrare nel Parlamento inglese in veste di membro della Camera dei Comuni. Le sorelle Langhorne, eleganti ed emancipate, fornirono a Gibson l’ispirazione per una nuova idea di donna, che da lui prese il nome. 

Ritratto di Nancy Astor, John Singer Sargent, 1909

Irene e Lady Astor non furono le uniche muse dell’artista. Agli inizi del Novecento Gibson stesso bandì un concorso con un premio di duemila dollari per trovare la versione in carne e ossa della sua Gibson Girl. La vincitrice fu Camille Clifford, una giovane di origine belga che intraprese una fiorente carriera teatrale (dovuta più alla notorietà che al talento). Per lei il compositore Leslie Stiles scrisse la canzone Why do they call me a Gibson Girl. Insieme alla Clifford, la più famosa  Gibson Girl fu la ballerina e attrice Evelyn Nesbit, già modella per molti artisti e fotografi. Fece scandalo per essere al centro del caso di omicidio dell’amante, l’architetto Stanford White, da parte del marito di lei, Harry Kendall Thaw. Gibson la ritrasse di profilo, con i lunghi capelli acconciati per formare un punto interrogativo, in una delle sue più famose illustrazioni, The Eternal Question (L’eterna domanda).

The eternal question, Charles Dana Gibson, 1901

L’aspetto della Gibson Girl era molto specifico. Il corpo doveva essere slanciato e voluttuoso, con vita sottile e fianchi larghi. Il collo esile sorreggeva un viso tondo molto pallido. La bocca era piccola ma carnosa e il naso leggermente all’insù. Il maquillage al tempo era molto discreto, si cercava infatti di apparire il più naturale possibile. Si usavano polveri minerali per accentuare il pallore. Per la prima volta vennero prodotti in larga scala ombretti e rossetti, sempre in tonalità naturali. I lunghissimi capelli venivano acconciati in un ampio e morbido chignon sopra la testa.

Evelyn Nesbit, Rudolf Eickemeyer, 1901

Nel campo dell’abbigliamento furono molte le innovazioni abbracciate dalla Gibson Girl. Primo fra tutti l’abbandono del corsetto vittoriano in favore di un nuovo tipo di corsetto che creasse l’agognata silhouette a S. Ma diversamente dalle epoche precedenti, non fu il corsetto ad adattarsi alla figura ideale, ma la figura ideale ad adattarsi al corsetto. Infatti il nuovo indumento intimo fu ideato dalla dottoressa francese Inès Gaches-Sarraute con lo scopo di superare i danni alla salute derivati dai corsetti precedenti. Il nuovo modello era fatto per sostenere la schiena e alleviarla dal peso dei molti strati di tessuto degli abiti. Il corsetto della dottoressa Gaches-Sarraute liberava inoltre il seno dall’essere compresso. Questo corsetto era effettivamente migliore per la salute delle donne, ma alcuni modelli prodotti in massa non sempre erano della misura perfetta e quindi potevano comunque arrecare danni alla salute. 

Catalogo di corsetti, 1902

Gibson disegnava le sue ragazze in lunghe gonne che fasciavano vita e fianchi e si aprivano poi a campana. Nuova protagonista fu la blusa, derivata dalla camicia maschile, con maniche a gigot e cravattino. Insieme ai vistosi cappelli a tesa larga fece la prima comparsa il cappellino di paglia con nastro di seta, molto più pratico e informale. Per la sera si optava per lunghi e aderenti vestiti con scollo a V sul décolleté e sulla schiena, che spesso lasciavano scoperte le spalle. 

Gibson Girls al mare, Charles Dana Gibson, circa 1900

La Gibson Girl era una ragazza dell’alta borghesia, indipendente e attiva. A quel tempo cominciarono a diffondersi sport come il tennis, il ciclismo e persino il nuoto. Gibson immortalava le sue muse al mare in costume e a cavallo di biciclette. Proprio per questo nacque la gonna-pantalone, resa popolare dall’attivista per i diritti delle donne Amelia Jenks Bloomer. Insieme alla gonna- pantalone si indossavano stivaletti aderenti alla caviglia, chiamati Balmoral.

The weaker sex, Charles Dana Gibson, 1903

Oltre a icona di stile, la Gibson Girl divenne anche un ideale di donna. Nelle sue vignette, Gibson dava vita a giovani donne sicure ed emancipate. Intelligenti e carismatiche, non incarnavano il tradizionale ruolo di sottomissione alla figura maschile. In un celebre disegno, The weaker sex (Il sesso più debole), un gruppo di giovani donne osserva attraverso una lente di ingrandimento un minuscolo uomo inginocchiato e supplicante. Gibson mostrava le sue eroine felicemente single o con fidanzati altrettanto giovani.

Their First Quarrel, Charles Dana Gibson, 1904

Solo in un disegno l’artista raffigurò una giovane donna sposata con un uomo più anziano, e lo fece con intento evidentemente critico nei confronti dei matrimoni di interesse. La giovane sposa è rappresentata con le mani legate a una corda tenuta dalla vecchia madre, l’artefice del contratto, il marito accanto a lei è amorfo, troppo insignificante per avere parte attiva, e il prete è bendato, complice passivo di un’ingiustizia. 

The Ambitious Mother and the Obliging Clergyman, Charles Dana Gibson, 1902

Queste donne indipendenti e dalla sessualità dominante avrebbero potuto intimidire il pubblico maschile dell’epoca, in particolare quello più reazionario. Questa eventualità fu evitata un po’ perché il mondo della moda è sempre stato visto come frivolo e vuoto, non certo come veicolo di cambiamento sociale, ma sopratutto perché, a differenza della coetanea New Woman, la Gibson Girl non era dichiaratamente femminista o consapevolmente militante. In questo modo, seppure meno diretto, l’ideale di donna libera si fece strada nelle menti del pubblico. Tutte le donne volevano essere una Gibson Girl e tutti gli uomini volevano stare con una di loro, attività intellettuale ed emancipazione comprese nel pacchetto. 


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