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“Giardini” dei Cascate: l’esordio sorprendente del duo romano

Il synth-pop è tornato, con sonorità più dolci e catchy che mai, accompagnato da testi tipicamente cantautorali: così hanno esordito i Cascate con Giardini, il loro primo EP uscito il 24 gennaio scorso per l’etichetta indipendente V4V-Records.

Il duo romano, autodefinitosi “Duo pop sovversivo a cascata”, nasce dalla voce di Caterina Magliozzi, accompagnata dal basso di Luca Frasca; i due hanno da subito dimostrato di avere un’idea chiara di cosa vogliono rappresentare, dall’uscita del primo singolo, Souvenir, per arrivare a Fino Alla Fine, secondo singolo uscito lo scorso novembre.

L’EP: la bellezza del non previsto

Il concept di Giardini può essere spiegato con il termine inglese serendipity, italianizzato come serendipità: si fa riferimento alla fortuna di scoprire qualcosa di felice ma inaspettato, non programmato inizialmente. Giardini vuole raccontare proprio questo, vuole partire da quelle idee che in un primo momento non convincono, per poi rivelarsi vincenti e far scoprire un mondo nuovo, eccentrico ma decisamente affascinante.

Le tracce: Souvenir, un ritratto della giovinezza

L’EP si apre con Souvenir, brano in cui i due ragazzi hanno raccolto in poco meno di quattro minuti la spensieratezza che caratterizza i millennials così come la loro malinconia, i ricordi di un amore finito unito alla nostalgia e alla voglia di ricostruire il legame perduto, il tutto con ritmi orecchiabili che sanno cogliere subito l’attenzione.

Stai pensando troppo
E non è necessario.
Sei un souvenir
Dei viaggi dentro la mia testa.

Il video della canzone, uscito a maggio 2019, presenta un’estetica sobria e riflette appieno il significato della canzone, in un’atmosfera di gioia sfrenata mista a solitudine. In breve, un vero e proprio ritratto della giovinezza, esaltata al modo di romanzi come Ragazzo da Parete di Stephen Chbosky.

La semplicità disarmante di Fino alla Fine

Ugualmente orecchiabile è Fino alla Fine, pezzo molto più lento ma valido allo stesso modo. È di una leggerezza inaspettata, triste ma soave, che sa lasciare la propria impronta nell’anima di chi ascolta. Particolarmente rilevante è il crescendo d’intensità che si apre a metà brano, accompagnato alla voce di Caterina, dolce ma potente.

Non lo ammetti ma così non va.
Sì, griderò un po’, griderò.
Brucia il cuore e tu pensi alla testa.
Mi spegnerò un po’, mi spegnerò.

Il video, di una semplicità disarmante, sa dare un senso di calma e serenità incredibile, tra colori pastello, movimenti rallentati e paesaggi rurali: uscito a dicembre 2019, come il video di Souvenir è perfettamente in grado di presentare visivamente il significato della canzone.

Horror Show: una canzone da ballare

Se Souvenir e Fino alla Fine riescono da subito a stregare l’ascoltatore, anche le altre tracce dell’EP riescono a mantenere alta la sua attenzione: con un sound tra rock e dance energico e spensierato che traspira anni Novanta da ogni parte, Horror Show saprebbe far venir voglia di ballare anche ai più pigri degli appassionati del genere.

Come posso averti
Senza perdere la testa?
Diventare matta?
Dai, non siamo così stanchi.
Dai, balliamo ancora un po’.

Giardini: la title track

Molto ritmata è anche la traccia che dà il titolo all’EP, Giardini: parte in maniera dolce, poetica. Con il ritornello, poi, ci si ritrova davanti a un pezzo leggero, non impegnativo, ma non per questo poco rilevante. È di una tenerezza unica, come il testo, nato dalla notevole quanto evidente capacità creativa dei ragazzi.

Ci sono ancora tante cose da dire
ma questa notte potrei anche dormire
e nel silenzio dei battiti lenti
corriamo il rischio di perderci in noi stessi.

Fragile con la sua calma

Giardini si chiude con Fragile, di una tranquillità immensa, dal ritmo calmo ma non banale, decisamente diverso da ciò che si è potuto vedere in Fino alla Fine. Una sorta di ballad dolce, sognante o, come afferma il titolo, “fragile”, appunto.

Vivremo in un giorno un sogno per noi.
Se vuoi pensarmi diversa, ancora non so
Non sai
Scoprire che in fondo lo stesso
Non sarai mai.

Giardini è, quindi, un EP fatto di sfumature emotive simili ma al contempo opposte, tutte sfaccettature delle esperienze tipiche dell’età adolescenziale, tra amori perduti, ritrovati, voglia di vivere al massimo e malinconia notturna.

Quello del duo romano è un esordio decisamente invitante, che suscita non poca curiosità nei confronti dei futuri lavori dei ragazzi, che non hanno ancora annunciato nuovi album ma stanno già creando aspettative non indifferenti.


FONTI

Materiale gentilmente fornito da Astarte Agency  

CREDITS

Copertina gentilmente fornita da Astarte Agency  

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