Mafia: a Vibo Valentia non ha nessun futuro

Cos’é la mafia e quali sono le organizzazioni criminali italiane?

La mafia è un fenomeno che viene spesso associato all’Italia. In effetti, la maggior parte delle organizzazioni mafiose sono nate e si sono sviluppate principalmente nella nostra bella penisola, sebbene queste esistano in tutto il mondo e si espandano sempre di più, superando i confini degli Stati.

Tutte le organizzazioni criminali mafiose hanno tratti in comune e caratteristiche molto simili: l’obiettivo principale è quello di dettare legge ed essere il gruppo più potente in una o più zone, in Italia e nel mondo.

Nel caso specifico della nostra penisola, esistono più associazioni a stampo mafioso. Esse hanno nomi e regole diverse ma stessi obiettivi di potere. La Camorra è nata e si è sviluppata in Campania. Comunque, nella realtà della periferia napoletana il termine più utilizzato per definirla è Sistema. La Sacra Corona Unita ha invece base in Puglia, soprattutto nel Salento, i suoi membri giurano fedeltà al gruppo e spesso hanno tatuaggi che simbolizzano l’appartenenza a esso. Per quanto riguarda la Sicilia, ci sono principalmente due associazioni mafiose: la Stidda, che significa Stella in siciliano, i cui membri agiscono soprattutto a Catania, Agrigento e Siracusa, e Cosa Nostra, che agisce nella Sicilia occidentale, e ha una struttura fortemente gerarchizzata dove gli appartenenti al gruppo devono seguire regole precise. Inoltre è l’organizzazione mafiosa responsabile degli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due famosi magistrati che hanno dedicato la loro intera vita a combattere la mafia. Infine c’è la ‘Ndrangheta, originaria della Calabria e basata sulla ndrina, termine che indica la famiglia di sangue del boss al comando, i cui figli, istruiti secondo le regole della mafia, dovranno poi seguire necessariamente le sue orme.

La mafia è stata fin da subito ostacolata dal grandissimo lavoro delle forze dell’ordine italiane che, negli anni, sono riuscite a confiscare ben 17.867 immobili e 2.641 aziende alla criminalità organizzata. Qui per le statistiche dei beni confiscati e destinati di ogni regione d’Italia.

‘Ndrangheta a Vibo Valentia, Calabria:

La ‘Ndrangheta calabrese è stata riconosciuta come associazione a delinquere solo nel 2016 dalla Corte di Cassazione, ma in realtà esiste dalla seconda metà del 1800. Controlla molte aree della Calabria tra cui la provincia di Vibo Valentia, che è diventata il luogo più frequentato dai mafiosi.

Vibo Valentia e i suoi dintorni sono comandati principalmente dalla ‘ndrina dei Mancuso, già dagli inizi del 1900. La direzione investigativa antimafia (DIA) la considera la cosca più influente e più potente della provincia di Vibo, ma i suoi membri si estendono anche in Lombardia, nel Friuli Venezia Giulia, a Torino, Como, Parma e all’estero, come in Germania e in Svizzera. Inoltre, ha contatti con i principali gruppi mafiosi del Sudamerica (e non solo) che aiutano la ‘Ndrangheta principalmente per il narcotraffico.

Esistono però diverse ‘ndrine vibonesi, meno potenti ma comunque importanti, che stanno cercando di emergere prendendo i territori dei Mancuso, come la ‘ndrina dei Lo Bianco-Barba, dei Camillò-Pardea-Ranisi e la ‘ndrina dei Pugliese-Cassarola.

Questi clan mafiosi si occupano di attività illegali come narcotraffico, riciclaggio di denaro, traffico d’armi, estorsione e smaltimento illegale di rifiuti tossici. La ‘Ndrangheta è in questo modo diventata una delle più grandi organizzazioni criminali d’Italia: ha infatti un giro d’affari di 53 miliardi di euro in tutto il mondo, secondo l’indagine del 2013 di Demoskopika, istituto che si occupa di indagini di mercato.

Secondo le ultime statistiche però, solo in Calabria sono stati confiscati 4.757 immobili e 491 aziende alla ‘Ndrangheta e inoltre, dopo la grande operazione Rinascita-Scott, le associazioni a delinquere di Vibo Valentia stanno vivendo un durissimo periodo.

L’operazione Rinascita-Scott e la ‘Ndrangheta vibonese in ginocchio:

L’operazione Rinascita-Scott della procura di Catanzaro contro la mafia vibonese è iniziata nel 2016 e finalmente, dopo lunghe investigazioni,  il 19 dicembre 2019 si è conclusa con l’arresto di 334 mafiosi. Gli arresti sono avvenuti in Italia, nello specifico in Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania, Basilicata e soprattutto in Calabria, nella provincia di Vibo Valentia, e all’estero, in Germania, Svizzera e Bulgaria. Inoltre, sono 416 gli indagati accusati di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, intestazione di beni e riciclaggio di denaro.

 Tra le persone arrestate e indagate ci sono molti boss di tutte le principali ‘ndrine vibonesi, tra cui i Mancuso e i loro alleati. Ma anche politici, come Giancarlo Pittelli del partito politico Forza ItaliaGianluca Callipo, sindaco di Pizzo Calabro e presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) in Calabria, avvocati, commercialisti, esponenti della massoneria e funzionari dello Stato.

Sono stati inoltre sequestrati beni dal valore di 15 milioni di euro e tutto questo è stato possibile grazie alle forze dell’ordine e al loro enorme impegno. Infatti, l’operazione è stata condotta da 2.500 uomini del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) e dai carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia.

Un importantissimo intervento, durato ben 4 lunghi anni, che ha messo in ginocchio tutte le organizzazioni criminali di ‘Ndrangheta di Vibo Valentia, coinvolgendo molti territori italiani, come ha affermato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: “Abbiamo disarticolato completamente le cosche della provincia di Vibo, ma ha interessato tutte le regioni d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia”. 

Invece, Luciana Lamorgese, Ministro dell’interno, ha commentato così:

Un durissimo colpo inferto alla ‘Ndrangheta operante nel Vibonese e alle sue ramificazioni in Italia e all’estero, che testimonia l’impegno quotidiano e la grandissima capacità investigativa ed operativa della magistratura e delle forze di polizia nella lotta alle organizzazioni criminali.

Sembra proprio che la mafia a Vibo Valentia non abbia più un futuro.

La marcia per la legalità:

Il 24 dicembre scorso, proprio alla vigilia di Natale, i cittadini di Vibo Valentia hanno voluto ringraziare l’enorme lavoro delle forze dell’ordine con una grandissima Marcia per la Legalitàmanifestazione organizzata da Liberaassociazione antimafia che ha coinvolto migliaia di persone per le strade calabresi. Tra i manifestanti c’erano attivisti, vittime di mafia, familiari e amici di vittime, sindaci, politici, giovani e semplici cittadini orgogliosi dei loro carabinieri.

Da sempre si organizzano scioperi e manifestazioni contro le cattive azioni di governo, ma pochissime volte si è vista una marcia di persone per ringraziare l’enorme lavoro degli organi di protezione della Nazione: così l’hashtag #IosonoStato ha subito spopolato sui principali social network.

Il corteo si è concluso davanti al comando provinciale di Vibo Valentia, dove i molti manifestanti hanno fatto iniziare un lungo applauso, ringraziando ancora una volta per aver riportato il paese nella legalità.

Vibo Valentia si può così vantare di aver regalato ai suoi cittadini una speranza di cambiamento molto forte, rendendoli orgogliosi di vivere in un paese vincitore nella lotta alla mafia.

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