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Quando le fobie impediscono i tour: il caso dei Breaking Benjamin

Dalla claustrofobia all’agorafobia, passando per l’aracnofobia e l’emofobia: moltissime sono le fobie diffuse nel mondo. Queste paure irrazionali possono condizionare i soggetti che ne sono affetti fino al punto di paralizzarli, impedendogli di svolgere attività considerate normali dalla maggior parte delle persone.
E se una delle cose che ci terrorizza di più ci impedisse di svolgere una parte del nostro lavoro? Vediamo il caso dei Breaking Benjamin, una band che ha dovuto trovare il modo di aggirare le fobie del proprio frontman, Benjamin Burnley.

I Breaking Benjamin e Benjamin Burnley

I Breaking Benjamin, fondati nel 1999, sono una band statunitense che mischia elementi di alternative metal, alternative rock e post-grunge. Negli anni, il gruppo ha pubblicato cinque album in studio e ha condiviso i palchi con alcuni degli esponenti più importanti del genere, tra cui gli Evanescence, i Three Days Grace, i Seether e i Five Finger Death Punch; ma anche con altri gruppi importanti come i Nickelback e i 3 Doors Down. Inoltre, il prossimo anno li vedremo calcare i palchi americani insieme ai Korn.

Per i primi diciassette anni della loro carriera, i Breaking Benjamin non hanno eseguito tour al di fuori dell’America e del Canada per un problema legato al frontman Benjamin Burnley. Egli soffrirebbe, infatti, di numerose fobie, tra cui l’aerofobia o aviofobia, ovvero la paura di volare. A tale proposito Burnley ha rilasciato diverse interviste, dichiarando:

It’s just something I’m really not comfortable with. I’d rather die some other way.

Un’esagerazione? Forse. Ma la realtà è che fino al maggio del 2016 i fan europei del gruppo non hanno potuto vederli dal vivo. Ma il frontman, per il tour europeo del 2016, non superò le proprie paure: Benjamin Burnley – accompagnato dal batterista Shaun Foist – aggirò il problema arrivando in Europa via nave dopo un viaggio di nove giorni attraverso l’Atlantico.

L’album Phobia

Cover dell’album Phobia (2006)

Il gruppo aveva già affrontato queste tematiche nell’album Phobia, uscito nel 2006, il cui titolo si ispira proprio alle fobie del frontman. La copertina vede rappresentato un uomo alato, sospeso al di sopra di una pista di atterraggio: un riferimento all’aerofobia.
Anche due delle tracce dell’album sono un chiaro rimando alla paura di volare. Stiamo parlando di Intro e Outro, due pezzi strumentali nei quali vengono riprodotte le voci degli annunci in aeroporto, ma anche i suoni delle turbolenze e le urla di panico dei passeggeri.

Oltre all’aerofobia, Burnley soffrirebbe anche di ipocondria e di acluofobia (fobia del buio), che gli hanno causato diversi disturbi nella vita di tutti i giorni. L’ansia causatagli da questi problemi lo ha portato all’abuso eccessivo di alcol e a successivi problemi di salute. Nel 2007 gli è stata infatti diagnosticata la sindrome di Wernicke-Korsakoff, una malattia degenerativa del sistema nervoso comune negli alcolisti come Burnley. La mortalità relativa a questa condizione è attorno al 10-20%.

Intro e Outro non sono gli unici brani dell’album in cui vengono affrontate le fobie dell’artista. Nel brano Breath, in particolare, Burnley descrive una vera e propria lotta psicologica contro i suoi demoni, passando da uno stato di disperazione a uno di determinazione verso la guarigione. La malattia, le sue paure e la sua dipendenza vengono qui personificate in una figura con cui il cantante ha una sorta di monologo:

You take the breath right out of me
You left a hole where my heart should be
You gotta fight just to make it through
‘Cause I will be the death of you.

La determinazione nel guarire è chiara anche in altri brani come Until the End, dove Burnley afferma di sentire la tentazione di una ricaduta “creeping up again (in my head)”, ma che, per l’appunto, si deve andare avanti a lottare fino alla fine.

Superare fobie e dipendenze

L’album Phobia non è l’unico in cui vengono fatti riferimenti all’aerofobia del frontman. Anche nel brano Break My Fall, che troviamo nell’album We Are Not Alone (2004), a un certo punto è possibile sentire un pilota pronunciare le parole:

Mayday, Mayday
Requesting permission to land
I cannot control the plane
We are in danger of crashing.

La presenza di tutti questi riferimenti e connessioni sono la dimostrazione di come queste problematiche occupino una posizione dominante nella vita e nella mente del frontman, condizionandolo anche nella scrittura.
Dopo la diagnosi della sindrome di Wernicke-Korsakoff nel 2007, Benjamin Burnley ha dovuto interrompere l’assunzione di alcolici e ora è un alcolista in remissione. Dear Agony (2009), quarto album in studio della band, è stato il primo al quale il cantante ha lavorato da sobrio; questo è sicuramente un primo passo per superare quelle paure e quelle dipendenze dalle quali la mente umana ha bisogno di moltissimo tempo per guarire.

Come vi abbiamo già accennato, dal prossimo gennaio i Breaking Benjamin saranno in tour insieme ai Korn. Le date programmate per ora riguardano solo l’America; chissà se riusciremo a vedere la band un’altra volta in Europa, chissà se Burnley – dopo i primi passi avanti – riuscirà questa volta ad affrontare la sua fobia per il volo.

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