Storie di donne che non perdonano

Sono sufficienti solo centoquarantaquattro pagine all’autrice di Donne che non perdonano (Einaudi, 2018), Camilla Läckberg, per raccontarci tre storie al femminile, legate tra loro da un unico filo conduttore: il desiderio di riscatto e di vendetta. Il tema alla base del libro è la violenza sulle donne, declinato in tre storie differenti, con un unico punto d’arrivo: un finale tragico e liberatorio.

Camilla Läckberg è una scrittrice svedese. È autrice di due raccolte di racconti e dieci romanzi, che si svolgono proprio nella zona del suo paese d’origine, Fjällbacka, sulla costa occidentale della Svezia. È stata la sua serie di libri dal titolo “I delitti di Fjällbacka” a garantirle la fama, rendendola una delle autrici più lette in Svezia, con un discreto successo anche a livello internazionale. Alla serie di gialli della Läckberg si è liberamente ispirata la serie tv omonima, trasmessa in Svezia a partire dal 2007. A renderla famosa sono stati anche i suoi primi due romanzi criminali, con protagonisti l’ispettore di polizia Patrik Hedström e la scrittrice Erica Falck, dai titoli Isprinsessan (La principessa di ghiaccio, 2002) e Predikanten (Il predicatore, 2004), che hanno ottenuto anche le lodi della stampa.

Donne che non perdonano è stato pubblicato in Italia nel novembre 2018. La struttura della narrazione incrociata ci consente di seguire parallelamente le tre vicende, in un crescendo di angoscia. Il narratore onnisciente ci descrive nel dettaglio le situazioni delle tre vittime.

La prima donna che ci presenta è Ingrid: moglie, madre e giornalista, che ha rinunciato alla carriera per dedicarsi alla famiglia. La scoperta del tradimento del marito rompe improvvisamene l’equilibrio della sua quotidianità e di una quiete illusoria, dietro cui si celava il suo malessere. Anche Birgitta è moglie e madre, a qualche anno di distanza dalla pensione. Un giorno scopre di essere malata e di fronte alla probabilità di morire non si sente più disposta a sopportare ciò che da anni avviene all’interno della sua casa. Infine Victoria, una giovane ragazza straniera, che si è trasferita in Svezia per sposare un uomo conosciuto su internet: il suo sogno però si è trasformato ben presto un incubo, da cui è difficile svegliarsi.

La narrazione ci presenta alternate le voci delle tre donne, facendoci percepire la loro rassegnazione, la paura e il disincanto, fino alla ribellione. Sono storie in cui il lettore non può che essere coinvolto, grazie al linguaggio della Läckberg, che è veloce e crudo, in cui i sentimentalismi non trovano spazio. Ma soprattutto, ogni lettrice può ritrovarsi in parte nelle storie di Victoria, Ingrid, Birgitte.

La raffigurazione in copertina ci può già suggerire molto su ciò che l’autrice vuole raccontare: una figura femminile sembra fluttuare su un mare, metà ghiacciato (un richiamo alla Svezia, in cui è ambientato il romanzo) e per metà rosso sangue. Sangue e ghiaccio: due elementi così diversi. Caldo e freddo, rosso e bianco; eppure entrambi presenti nella storia, che racconta, con uno stile molto semplice e scorrevole, le vicende di tre donne diverse tra loro, ma tragicamente accomunate da un destino orribile: essere vittime di violenza domestica. Il sangue e il ghiaccio si mescolano, inevitabilmente, nelle loro vicende: dopo tanta sofferenza sono le stesse vittime a farsi fredde come il ghiaccio e a vendicarsi orribilmente.

Il tema della violenza sulle donne è oggi più che mai tornato sotto i riflettori, grazie al movimento #metoo che ha ridato una voce alle donne vittime di violenza e ha stimolato la nascita di una serie di organizzazioni, ponendo al centro del dibattito un tema così importante, su cui ancora bisogna fare progressi. La Läckberg, già abituata a trattare il tema della violenza domestica, con questo libro ha voluto dare il proprio contributo alla causa, raccontando tre storie, forse a tratti irrealistiche per la modalità in cui si evolvono, ma che certamente presentano elementi di realismo, relativamente alle situazioni familiari delle tre donne. Il finale è indubbiamente liberatorio, ma il messaggio che trasmette è poco edificante. Le protagoniste, infatti, preferiscono agire assecondando la loro sete di vendetta, anziché cercare soluzioni alternative.


FONTI

Camilla Läckberg, Donne che non perdonano, Einaudi, 2018

https://it.wikipedia.org/wiki/Camilla_Läckberg

 

 

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