Donne forti a confronto. Cora Sandel e la sua Katinka Stordal

Quando ogni giorno che si affronta diventa un automatismo utile soltanto a far passare il tempo, la vita tende a rallentare. Trova la sua fine persino la speranza, quell’unica delicata essenza che fino a pochi istanti prima costituiva la nostra vera ragion d’essere, e che poi diventa fondamentalmente inconsistente.

Siamo in una piccola cittadina della campagna norvegese. Tutto ruota attorno al grande evento che celebrerà l’anniversario della fondazione. Le donne fanno del loro meglio per assicurarsi un abito che sia abbastanza suntuoso da fare invidia al resto della popolazione femminile e che, allo stesso tempo, catturi l’attenzione degli uomini più in vista della città. Katinka Stordal è stata incaricata del confezionamento di decine di abiti. Tutte e tutti contano su di lei e sulle sue abilità di sarta. In questo momento tuttavia si trova seduta a un tavolino di legno, nel buio della stanzetta segreta del Caffè Krane. È in compagnia di Bombetta, un personaggio più losco che affidabile, da tutti sempre guardato con occhi impauriti e alquanto schifati.

Che cosa ha portato una donna di famiglia, madre di due giovani figli, lavoratrice seria e sincera, a nascondersi dal resto del mondo? E poi, perché proprio qui, al Caffè Krane, insieme a quel farabutto di Bombetta, davanti a un bicchiere, poi un altro, poi un altro ancora… Portateci l’intera bottiglia di vino! Che cosa ha portato una donna non più tanto giovane, non più tanto bella, non più sicura di della sua vita passata, tanto meno di quella futura, che non crede più nell’amore dopo essere stata tradita dal suo stesso marito, abbandonata dal suo stesso amante, derisa dai figli, dalle vicine, dalle clienti, a lasciare tutto? Piantare tutti in asso, senza nemmeno un messaggio o una scusa. Senza la minima intenzione di tornare alla realtà precedente. Che cosa ha portato Katinka a nascondersi dai suoi stessi sentimenti, a nascondere alla donna che è stata una volta la sua vera realtà?

Cora Sandel, nome d’arte dell’artista e scrittrice Sara Fabricius, nasce a Kristiania, odierna Oslo. Dall’età di dodici anni inizia il suo viaggio alla ricerca di un luogo da poter chiamare casa. Prima a Tromsø, poi Parigi, per poi tornare al nord, in Svezia, e poi ancora alla ricerca della sua vera identità in giro per l’Europa. Sara fu un’ottima artista, che dipingeva con passione e con passione si dedicò allo studio dell’arte pittorica. La stessa dedizione le fu fondamentale quando scrisse Kranes konditori, Caffè Krane in traduzione italiana, che nient’altro è che un dipinto che rappresenta un piccolo cosmo all’interno di quattro mura.

«Interno con figure» appare essere il sottotitolo del romanzo, che concentra all’interno di questa piccola caffetteria di provincia un universo fatto di perversione e gelosia. Personaggi ipocriti che entrano ed escono dal locale vestiti in pellicce e abiti eleganti, intenti a denigrare la povera Katinka per la sua scelta di essere sparita dalla città, proprio alla vigilia dell’evento più importante per la comunità. La stessa proprietaria del locale e le due cameriere, figure fisse all’interno di questo palcoscenico fatto da quattro mura, non temono nulla quando parlano alle spalle della sarta e la giudicano senza ritegno. Ma chi conosce veramente Katinka? I suoi figli si considerano ormai troppo grandi per interessarsi al benessere della madre, e non le chiedono mai se lei abbia bisogno di un qualche aiuto perché pensano che così la infastidirebbero. Intanto vivono la loro vita, chiedendo a lei ogni settimana dei vestiti nuovi, così da non dare l’impressione di essere poveri o, peggio, abbandonati.

La giovane Sara Fabricius sposa uno scultore. I due vivono a Parigi, dove lei stava studiando arte. Presto si rende conto che due artisti nella stessa famiglia non possono portare molto sostentamento. Inevitabilmente si sente responsabile della situazione, e decide di cercare un nuovo lavoro per poter permettere al marito di dedicarsi alla scultura. Diventa così Cora, iniziando a scrivere novelle su richiesta dei giornali. Non pensava di avere del talento nella scrittura, e invece finì per scrivere diverse opere, tra novelle e romanzi, che divennero pezzi fondamentali per la letteratura scandinava.

La figura di Katinka ricorda la scrittrice stessa, che ha preso l’imponente decisione di cambiare la sua vita per il bene della famiglia. Ricorda la figura di molte donne forti, che hanno sacrificato il loro lavoro e le loro passioni, per poi vivere un momento di profonda crisi, e realizzare che era giunta l’ora di mostrare il coraggio e la forza di cui sono sempre state capaci. Katinka ha dimostrato come una sua semplice scelta, che non avrebbe dovuto riguardare nessun altro, ha invece creato caos e scompiglio nell’intera comunità. Nascosta dietro una parete, ha potuto sentire con le proprie orecchie l’effetto che il suo sciopero lavorativo ha avuto. Era invisibile agli occhi degli altri, fino a quando non ha preso in mano la sua vita. Sono stati tutti gli altri, quelli che la giudicavano e sottostimavano, a diventare invisibili infine ai suoi occhi.

 


FONTI

C. Sandel, Caffè Krane, Giano editore

Appunti di letteratura

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.