Jean Willot simbolo di un’epoca rovinata

Giovedì 14 marzo Jean Willot, maestro della scuola elementare Flammarion di Eaubonne, un’ora a nord-ovest di Parigi, si è tolto la vita dopo essere stato, metaforicamente parlando, massacrato da una valanga di accuse, minacce e ovviamente da una denuncia da parte dei genitori di uno studente disubbidiente. La tragica vicenda di questo insegnante inizia due giorni prima, martedì 12 marzo, quando un bambino si siede sulle scale interne dell’edificio ostacolando la viabilità a tutti gli altri compagni e il maestro dopo aver più volte “ordinato” al bambino di alzarsi, l’ha preso sottobraccio per spostarlo, causandogli un graffio dato dallo sfregamento contro la parete del muro.

Ecco, questo graffio ha provocato il suicidio dell’insegnante Jean Willot. Sembra paradossale quanto fantascientifico, eppure un semplice, giusto e ordinario rimprovero è culminato in una tragedia. I genitori del piccolo infatti, dopo aver preso visione del terribile maltrattamento sopportato da proprio figlio, hanno firmato la sentenza di morte dell’insegnante. In men che non si dica sul capo dell’imputato pendevano denunce e minacce, arrivate anche da altri genitori. La denuncia di «violenza aggravata su minore» ha scosso l’animo del maestro, forse già rassegnato al proprio destino.

Un giovedì dunque, Jean Willot con la scusa di una corsa nel bosco, si  è allontanato dalla moglie e si è impiccato a un albero nella foresta di Montmorency, lasciando una lettera in cui spiegava la sua innocenza e la sua incapacità e totale rassegnazione nel difendersi dalle accuse. Ma che piega sta prendendo la nostra società? Questa non è una novità, poiché ormai da qualche anno gli insegnanti sono diventati burattini alla mercé di ragazzini e genitori che come cani rabbiosi si scagliano contro chi accenna a rimproverare il proprio pargolo. La cosa che sorprende è che c’è stato un rapidissimo cambiamento tra la generazione dei genitori odierni e quella precedente. Come in Francia, anche in Italia, soprattutto in Italia, la categoria degli insegnanti ha perso l’aura di rispetto che fino a tre decenni fa, tanto la caratterizzava. Probabilmente il problema è ben più grande, forse non si tratta tanto del bambino che non ha rispetto del professore, ma più in generale il bambino non ha più rispetto per niente e nessuno.

È stata data così tanta importanza e riverenza ai più piccoli, considerati gioielli intoccabili, che oggigiorno anche solo pretendere di educarli è una montagna da scalare e chi è abilitato a farlo, come i professori, è sempre costretto a limitarsi entro un confine assai sottile e labile di ciò che è considerato insegnamento e ciò che invece è violenza. E dunque, come si può pretendere di essere educati, come lo sono stati i nostri nonni, che l’educazione e il rispetto lo conoscevano davvero, senza essere rimproverati?

Ci sono tantissimi altri di casi come questo. Il 20 ottobre scorso, ad esempio, sempre in Francia nel liceo Edouard-Branly di Créteil, uno studente ha puntato contro un professore una pistola ad aria compressa perché voleva essere segnato “presente” alla lezione nonostante stesse abbandonando l’aula. Successivamente alla diffusione del video in rete, i due ragazzi, quello con la pistola e quello che filmava, sono stati arrestati dalla polizia. Da questo fatto è nato il movimento #PasDeVague di insegnanti che non ne possono più di un’omertà maligna e che ormai si è insediata all’interno dell’istituzione scolastica. Non si vuole denunciare, non si vuole fare scandalo e nemmeno protestare anche quando si è i diretti interessati. Si cerca sempre di dare una buona impressione ed è sempre meglio nascondere l’evidenza e dopo il caso di Jean Willot l’evidenza è chiara, qualcosa sta andando storto, qualcuno prima di noi ha fallito, la società è fallita.

Fa paura pensare che i ragazzini di oggi che intimidiscono i docenti, saranno i cittadini di domani. Pretendiamo, attraverso pubblicità allarmistiche e purtroppo veritiere, di migliorare il nostro impatto sulla natura prima che sia troppo tardi, ma come pensiamo di farlo se i giovani di oggi non hanno rispetto nemmeno di un altro essere umano con sentimenti ed emozioni? E cosa speriamo di salvare nel mondo, se oltre alle risorse naturali, abbiamo perso il buon senso e la coscienza negli individui?


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