Dazed and Confused: dubbi e speranze adolescenziali

Dazed and Confused (La vita à un sogno) è il film cult che nel 1993 consacra il talento del regista Richard Linklater e segna gli esordi di future star di Hollywood come Ben Affleck, Milla Jovovich e Matthew McConaughey. Il titolo originale è una citazione dell’omonima canzone interpretata dai Led Zeppelin, registrata nel 1969 e destinata a diventare la colonna sonora del decennio successivo. L’adattamento italiano smarrisce il riferimento rock per piegare verso il dramma filosofico di Calderón de La Barca; nonostante questo riesce a mantenere, pur nell’infedeltà della traduzione, una certa aderenza tematica con la materia del film, che narra di un’età – quella adolescenziale – confusa e stordita, immersa in una dimensione, appunto, quasi onirica 

Texas, 1976. Speranze e incertezze percorrono la provincia americana in un periodo incastonato tra gli scandali del Watergate e i disastri della presidenza Reagan. Alla Lee High School, nella periferia di Austin, è l’ultimo giorno di scuola. Prima di potersi godere l’estate, Mitch Kramer e i suoi giovani amici devono fronteggiare una minaccia incombente: in quanto futuri freshmen (matricole), sono attesi dalla temuta tradizione che vede i seniors, studenti dell’ultimo anno, dare loro la caccia per infliggerli una violenta e umiliante punizione fisica. Tra i battitori spicca per accanimento il ripetente Fred O’Bannion (Ben Affleck), mentre più clemente si mostrerà Randall ‘Pink’ Floyd, stella della locale squadra di football. Intanto, anche le ragazze devono sottostare a un meno doloroso ma altrettanto degradante rituale di iniziazione, organizzato da Jodi, sorella maggiore di Mitch, e a cui assistono tra gli altri Tony, Mike e Cynthia, trio di intellettuali indecisi sul loro rapporto coi coetanei, tra isolamento e integrazione.  

Quando il party previsto per la sera stessa a casa del senior Kevin Pickford è inaspettatamente annullato, il carismatico David Wooderson (Matthew McConaughey) salva la situazione organizzando una grande festa a base di birra ai piedi della vicina moonlight tower. Qui si radunano tutti i giovani, una rassegna completa di figure da tipica scuola americana: novellini e maturandi, secchioni ed atleti, vittime e bulli, stoner e cheerleader, decisi a godersi la prima notte di un’estate che per molti di loro segnerà una svolta esistenziale 

Privo di una trama definita e lineare, di un grande evento attorno a cui organizzare le proprie vicende, Dazed and Confused è un film corale che si dispiega errabondo, saltando da un gruppo all’altro di personaggi per comporre un mosaico schietto e diretto degli anni dell’adolescenza, senz’altro tumultuosi e frenetici, ma spesso privi di quei grandi drammi a cui ci hanno abituato i cliché di molti teen movies. Dirà infatti il regista Linklater:  

I don’t remember teenage being that dramatic. I remember just trying to go with the flow, socialize, fit in and be cool. The stakes were really low. To get Aerosmith tickets or not? That’s a big thing. 

Questa è la materia del film: il microcosmo di dubbi e aspettative, progetti e illusioni di giovani alle soglie di una stagione importante della loro vita. Baci rubati e primi amori, scherzi e vandalismi, erba e alcol si susseguono in scene giustapposte che sfumano l’una nell’altra come sequenze di un sogno, quello di una gioventù destinata a svanire al risveglio dell’età adulta. Non necessariamente gli anni più felici, come  sottolinea uno dei protagonisti, ma senza dubbio i più spensierati, gli unici in cui fosse possibile passare interi pomeriggi con gli amici a girovagare in auto senza meta al ritmo rock di Bob Dylan, Alice Cooper e Ted Nugent, privi di preoccupazioni, di pensieri, beati e appagati dal momento presente, dal semplice esistere, dall’essere lì. L’adolescenza viene presentata come un limbo sospeso prima della maturità definitiva, con i suoi obblighi e le sue responsabilità; la scuola un’isola serena, nonostante tutto, nell’oceano in tempesta della vita.  

A questo limbo alcuni si preparano ad accedere, come Mike e i suoi amici, iniziati a nuove esperienze e carichi di aspettative per il futuro. Altri avrebbero dovuto lasciarselo già alle spalle, eppure faticano a rinunciarvi: O’Bannion si è fatto bocciare apposta per replicare la caccia alle matricole, ma soprattutto per paura di affrontare la vita vera fuori dal liceo, dove non potrà più godere del suo status privilegiato; tuttavia proprio l’ambiente scolastico finisce per rifiutarlo, percependolo come oggetto ormai estraneo, quando persino i suoi compagni prendono parte alla vendetta organizzata contro di lui dai freshmen. Anche Wooderson, pur avendo abbracciato i doveri da adulto trovandosi un lavoro in città, predilige ancora la compagnia di ragazzi (e ragazze) dieci anni più giovani e fantastica un ritorno all’high school, luogo quasi mitico fuori dallo scorrere del tempo.  

E infine c’è chi, come Randall Floyd, si prepara ad abbandonare il limbo e a prendere decisioni importanti in grado di influenzare il resto della sua vita: continuare a giocare a football e realizzare il sogno dell’infanzia, o affrontare, forse da solo, un percorso diverso e sconosciuto? Persino questi dubbi, però, alla fine svaniscono davanti alla prospettiva di un concerto tanto atteso e dei mesi – forse gli ultimi – di libertà e divertimento con gli amici. Per l’età adulta ci sarà tempo, anche troppo, alla fine dell’estate.  

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