Body shaming: la prospettiva maschile del problema

Il body shaming è l’atto di prendere in giro una persona per il suo aspetto fisico. È una forma di bullismo che non guarda in faccia nessuno, senza distinzione di sesso, etnia o altro. Nonostante siano ben conosciuti gli aspetti del body shaming nei confronti delle donne, questo fenomeno può colpire anche il sesso “forte”.

Un problema legato alla società

Il body shaming è un fenomeno della società. Quest’ultima a volte può strutturarsi secondo la logica del gruppo, in cui il singolo viene fortemente criticato se non rispecchia gli archetipi indotti dalla struttura sociale. Le aspettative sociali possono per esempio portare a denigrare gli uomini che si depilano, perché considerati poco “virili” o “effeminati”. L’ideale in gioco, in questo caso, è quello del maschio che per essere considerato tale deve essere peloso in ogni parte del corpo; rozzo, non curato.

Violando in questo modo la libertà di costruirsi la propria identità e immagine, si commette un grande crimine morale. Si può non essere d’accordo verso un certo modo di vestire ed essere, ma ci si deve fermare lì, e non si deve andare oltre: si rischia di annullare l’altro, non riconoscerlo come individuo ma come oggetto. Precisamente, oggetto dei propri sfoghi esistenziali.

Un altro diffuso motivo di body shaming riguarda una delle più comuni paure adolescenziali maschili: quella di avere un pene “piccolo”. Nonostante gli anni passino e si supponga che la nostra civiltà evolva sempre di più, è ancora duro a morire il mito del prestante uomo super-dotato. Spesso coloro che sono derisi sono infatti adolescenti, che vengono presi in giro con questa scusa. Nonostante possano sembrare episodi scherzosi tra amici, qualche volta questo diventa l’inizio di una serie di attacchi personali offensivi, che portano chi li subisce a soffrire di mancanza di autostima e depressione.

Gli effetti del Body Shaming

Chi subisce questo tipo di vessazioni psicologiche presenta infatti anche ripercussioni dirette sulla fisiologia. La vergogna di se stessi, l’esclusione e il giudizio sono processati in una parte del cervello che si chiama corteccia cingolata anteriore (CCA). Questa struttura è la stessa che processa il dolore fisico. E’ stato dimostrato che la vergogna reiterata nel tempo è collegata con la depressione, e questo porta nel tempo a disordini alimentari, ansia e scelte sempre meno salutari.

La difficoltà ad accettare il Male Body Shaming

Il male body shaming, il body shaming maschile, è molto più sottile della sua controparte femminile, molto più sdoganata. Questo, di nuovo, perché è comune l’idea che il “maschio” non abbia problemi nel rapportarsi con il proprio corpo.

I social sono diventati le arene principali in cui si insulta e si prende di mira l’aspetto fisico delle persone: essi sono il reame dell’immagine spesso edulcorata della realtà. Il male body shaming è legato al cyberbullismo: persone particolarmente obese o particolarmente magre possono essere schernite con commenti e azioni offensive. In casi più gravi, i ragazzi sono ulteriormente denigrati attraverso la creazione di chat irridenti e attraverso la diffusione del materiale online.

Insomma, se è vero che esiste una profonda diffusione del fenomeno nei confronti del sesso femminile, neanche i ragazzi e gli uomini ne sono esenti, in particolar modo se adolescenti. Quello che bisogna fare è agire tempestivamente sul problema, e prendere i dovuti provvedimenti contro chi lede la libertà e la dignità altrui. Per arginare il problema sui social, ci vorrà più impegno, un’educazione digitale e lo scardinamento degli ideali artefatti di bellezza, di qualsiasi genere.


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