“Glass”: un finale fragile come il vetro

*Contiene spoiler dei film precedenti*

Quasi nessuno si aspettava che Shyamalan tornasse sul grande schermo così presto dopo l’uscita di Split. Ancora meno ci si aspettava di rivedere, nel finale precedente, David Dunn (Bruce Willis); un dettaglio che ha confermato fin dall’inizio la forte interconnessione tra i tre film Unbreakable, Split e Glass. Un universo fanta-realistico in cui i supereroi sono persone comuni, generalmente ritenuti malati psichiatrici.

Nell’ultimo capitolo di quella che si è rivelata una trilogia inattesa, vediamo finalmente incontrarsi i tre personaggi fondamentali della storia: David Dunn, “Il predestinato”, Kevin Crumb, “La Bestia” e Mr. Glass, “l’Uomo di vetro”. Per qualche motivo sconosciuto alla scienza, costoro possiedono abilità sovrumane che li rendono capaci di azioni incredibili. Dunn, sopravvissuto ad un gravissimo incidente ferroviario da cui è uscito illeso, ha l’abilità di percepire gli istinti criminali delle persone che tocca; Kevin Crumb, a seguito di una malattia nota come DDI (Disturbo Dissociativo di Identità), ha sviluppato una personalità ferina estremamente potente; Mr. Glass, affetto da osteogenesi imperfetta, possiede un intelletto geniale, ma è confinato in un corpo molto fragile.

Dopo la cattura da parte della polizia, i tre vengono rinchiusi in un centro per la cura delle malattie psichiatriche, dove la dott.ssa Staple intende curarli, convinta che la loro condizione non sia altro che un’illusione provocata da una patologia mentale. Dunn viene rinchiuso in una stanza dotata di idranti, Crumb in una camera da cui nessuna delle sue personalità può fuggire e Glass viene tenuto sedato per limitare il suo QI e le sue azioni manipolatorie. L’obbiettivo di Staple è sfruttare il dubbio per convincere i tre di non avere alcuna abilità.
Glass, convinto del contrario, cerca in ogni modo di scatenare “La Bestia” per convincere la dottoressa e il mondo intero dell’esistenza dei super-umani.

Sarebbe inutile proseguire con la trama, dal momento che lo sviluppo della storia merita una visione diretta della pellicola e, più in generale, della trilogia completa. E’ importante sapere, tuttavia, che il film non “decolla” come in qualsiasi altro titolo fantastico, ma si mantiene su un livello intermedio di suspence e azione. Le tre pellicole di Shyamalan corrono su binari e ritmi diversi: Unbreakable era spiccatamente veloce e frenetico; Split portava ad un senso di claustrofobia; Glass gioca sull’aspetto psicologico dei personaggi, più che su quello fisico. Come per titoli noti quali Avengers e Batman, con Glass la storia giunge al capolinea, sebbene il finale non sia dei più chiari.

JAMES MCAVOY and ANYA TAYLOR-JOY in “Glass.”

Come di consueto, la critica si è divisa tra chi lo ha definito un epilogo geniale e chi si sarebbe aspettato qualcosa di meglio. Su MyMovies la critica è chiara:

“L’ambizione progetto di Shyamalan si chiude nel peggior modo possibile: una vera débâcle, una delusione cocente”

Una stoccata netta ad un titolo che avrebbe potuto protrarsi per altri cinque o sei capitoli, ma ha preferito interrompere la linea temporale dopo la terza installazione. Un’analisi che non ha convinto i lettori, di cui l’82% si è definito in disaccordo.
Più delicata e obbiettiva l’analisi su ComingSoon:

M. Night Shymalan è rinato […] con la sua bella e luccicante nuova patente di credibilità commerciale a Hollywood, ma la nostalgia per i suoi splendidi primi lavori rimane intatta.

Si parla vagamente di una “crisi di identità” presentatasi con titoli deboli quali “After Earth” e venuta a svanire con questa fortunata quanto interessante trilogia.

E’ difficile, in ogni caso, inquadrare questa serie così come la visione del regista. Si tratta sicuramente di un esperimento interessante, rivolto ad un pubblico meno votato a spade laser, esplosioni e giganti verdi e con toni più pacati, a portata di essere umano. I tre super-umani, infatti, non vengono dallo spazio e non hanno bevuto strane pozioni: hanno reso la loro difficoltà, a modo loro, un punto di forza per divenire qualcos’altro.

“The broken are the more evolved. Rejoice!” – Kevin Crumb, Split


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