L’eterno femmineo in Almodòvar

Il mondo del cinema è costellato di film dedicati alla femminilità, il cui fascino ha da sempre guidato il pennello dei più grandi registi. Tra tutti Pedro Almodòvar, uno tra i più grandi artisti spagnoli, è senz’altro un maestro nel riportare sullo schermo tutte le sfumature dell’arcobaleno femminile.

Alle donne dedica gran parte dei suoi capolavori: già nel 1988 con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” il regista si merita la nomination all’Oscar, che vincerà nel 2000 con “Tutto su mia madre” per la miglior pellicola straniera.

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Da non dimenticare è anche la quasi assoluta presenza di interpreti femminili in “Volver” ( 2006), e la spassionata dedica alle conseguenze dell’assenza delle donne in  “Parla con lei” (2002).

Madri, mogli e amanti, donne folli e donne comuni seppur speciali, ogni stella dell’universo femmineo è presente nel cuore di Pedro, che non si smentisce mai, neanche nella sua ultima impresa, “Julieta” (2016), film snobbato dalla critica, ma se non altro interessante per il ritratto di un’eroina romantica ed appassionata.

Per realizzare la sua impresa il maestro spagnolo usa sempre le stesse attrici, magistrali e poliedriche, muse di sensualità e tormento: Carmen Maura, Marisa Paredes, Penelope Cruz, sono volti ricorrenti nelle storie di Almodòvar, seppur calate in vesti sempre diverse, tali da rendersi simili solo al personaggio scelto.

Pedro si distingue dalle consuete rappresentazioni, scagliandosi in particolare contro Hollywood, troppo spesso colpevole di aver trascurato un mondo tanto affascinante, rendendo le donne schiave di stereotipi ormai vecchi e stantii.

Raggiunta una certa età le attrici sembrano essere messe da parte per altre più giovani che, nella maggior parte dei casi, hanno il ruolo di sottolineare l’eterosessualità dell’eroe protagonista del caso.

Perdere un’opportunità così succulenta come quella di parlare delle donne con la bocca delle donne, è un grave peccato per Almodòvar, uno dei pochi ad aver colto la potenza delle storie femminili, spesso incomprensibili, ma sempre emozionanti anche per un cuore di sesso diverso.

A noi de Lo Sbuffo, sembra doveroso ringraziare Pedro per il suo omaggio, un immenso mazzo di fiori che non appassisce mai.

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