Storytel e gli audiolibri: quando i libri parlano

Tutti siamo al corrente del bisogno ontologico dell’uomo di narrare storie, tanto che questa pratica è nata in concomitanza dello sviluppo del linguaggio, del controllo del fuoco, delle credenze religiose e delle prime trasmissioni di tradizioni culturali. Nell’antichità greco-romana la lettura era una pratica orale e, soprattutto, collettiva; fa eccezione, nel decimo secolo, Sant’Agostino, che nelle Confessioni ha descritto con stupore Sant’Ambrogio come “lettore silenzioso”, unico nel suo genere. Nel XII secolo, con la cultura universitario-scolastica, e, dunque, la necessità di usufruire di testi pratici corredati da commenti, in modo che potessero essere uno strumento di apprendimento individuale, la pratica di una lettura silenziosa è diventata la prassi nel mondo occidentale, se non, ormai, l’unico avvicinamento possibile a un libro.

Negli ultimi anni, però, soprattutto all’estero, si è diffuso sempre di più l’utilizzo di audiolibri, un supporto alla lettura ideata prima su vinile, poi su audiocassetta e su CD audio: la proposta, però, è sempre passata in sordina e fino a poco tempo fa sembrava un mercato ormai destinato al fallimento, sia per la poca praticità, sia per il costo, che a volte superava quello di un vero e proprio libro, e, infine, perché gli smartphone non erano ancora entrati in commercio. Oppure, come in molti credono, i tempi non erano ancora maturi: infatti, da qualche anno sta spopolando nel mondo anglosassone l’app Storytel, la piattaforma per l’ascolto di libri in streaming su abbonamento mensile, fondata dallo svedese Jonas Tellander e approdata in Italia la scorsa estate.


Gli obiettivi di Storytel sono, a detta di Tellander, raggiungere sia i lettori abituali, che potranno arricchire la loro esperienza su diversi livelli sensoriali, sia attirarne di nuovi. Infatti, in America il mercato degli audiolibri nel 2017 ha avuto una crescita del 18%, in Italia i lettori digitali rappresentano una percentuale ancora bassa (10%), ma in evidente ascesa.

Cosa offre Storytel ai lettori digitali? Scaricando l’app e selezionando l’opzione del periodo di prova gratuito di due settimane (successivamente l’abbonamento mensile ammonta a 9.99€) si può accedere alla nuova biblioteca digitale a portata di Smartphone: l’offerta è ampia e ricopre diversi generi, dalle biografie, alla narrativa, alla sezione di economia, storia, ai corsi di lingua e i libri per ragazzi.

Storytel ha un catalogo di 80 mila libri in lingue diverse, di cui, per ora, sono solo 1500 quelli in italiano. Inoltre, sono stati pensati specificatamente per il pubblico italiano i «Docs», ovvero dei documentari di 30 – 60 minuti, e dei podcast, come Da costa a Costa, del giornalista Francesco Costa. Sfogliando il variegato catalogo risulta evidente una ben precisa scelta di chi presta la voce dei narratori passati: si possono ascoltare, infatti, voci come Paola Cortellesi che si presta alle eroine di Jane Austen, Luca Marinelli che interpreta Philip Roth o Fabrizio Bentivoglio, il nuovo sognatore dostoevskijano che vive le bianche notti pietroburghesi.

Il pubblico ha accolto con grande entusiasmo un’app come Storytel, che, alla fine, non ha proposto niente di innovativo, bensì ha permesso al mondo degli audiolibri di vivere un personale rinascimento, poiché può essere utilizzata dai lettori più diversificati. Essa, infatti, può diventare uno strumento che facilita la lettura per persone affette da DSA, in modo che costoro non la considerino come uno scoglio insuperabile; inoltre, offre a tutti gli ascoltatori un perfetto esempio di come si possa leggere in maniera espressiva, cogliendo così tutte le sue sfumature che, attraverso l’intonazione di alcune parole, le pause, l’enfasi, il rallentamento o l’accelerazione della voce, purtroppo scompaiono nel corso di una lettura silenziosa. Tutto ciò non è altro che un arricchimento dell’esperienza della lettura: infatti, un libro, un brano o una riflessione, se letti in maniera corretta avvicinano ulteriormente il pubblico all’autore, che non è percepito poi come così lontano.

Altri, invece, sono entusiasti di Storytel perché la possibilità di una seconda voce che legga un libro per chi ascolta permette di alternare la lettura ad altre mansioni: quindi, si può ascoltare un libro mentre si cucina, si corre, mentre si fanno le faccende domestiche; addirittura ciò è possibile mentre si scrive un articolo sugli audiolibri. Così facendo, però, ci si distrae, si perde il filo e le storie degli scrittori sono solo parole al vento. Se gli audiolibri vengono considerati come uno strumento in grado di sostituire la pratica della lettura rendendo tutta l’esperienza veloce, interposta ad altre cose da fare in una concezione della vita e delle proprie passioni sempre più multitasking, allora è meglio non scaricare nemmeno Storytel e non leggere affatto. La lettura, sia che essa avvenga per mezzo di un libro o un audiolibro, deve rimanere il momento intimo e sacrale in cui lettore e autore si incontrano; che ciò avvenga tramite la lettura effettiva o l’ascolto è indifferente, l’importante è che un numero di persone sempre maggiore abbia un ampio ventaglio di possibilità per quanto riguarda i modi per accedervi.

Il neofita che si presta per la prima volta a leggere senza stringere effettivamente tra le sue mani un libro cartaceo, nel momento in cui sentirà delle parole anziché leggerle avvertirà, all’inizio, un senso di straniamento, dato che molto probabilmente l’ultima volta che ha ascoltato qualcuno è stato ai tempi delle Fiabe Sonore. Il lettore digitale con l’audiolibro si comporta esattamente come farebbe con un cartaceo: può saltare delle parti, tornare indietro, interrompere la lettura. Tutto questo senza avere propriamente tra le mani il libro che sta leggendo. Basta chiudere gli occhi, schiacciare play e qualcun altro leggerà per lui.

È strano e desueto ormai dover ascoltare una storia, soprattutto quando si è grandi; sembra di tornare bambini, ma con qualche difficoltà in più: l’attenzione cala subito dopo qualche minuto, ci si distrae, si fa fatica ad ascoltare delle parole che non sono scritte, perché ormai se qualcosa non viene assimilato tramite la vista è come se, in realtà, ciò non avvenisse con la medesima profondità o attenzione. Eppure una volta eravamo in grado di ascoltare storie, di raccontarle e questa riscossa degli audiolibri non fa altro che confermare quanto, in fondo, l’umanità sia intimamente e ancestralmente legata alla pratica dello storytelling: l’uomo continuerà a raccontare, ascoltare e leggere storie fino alla sua estinzione e che ciò avvenga tramite un libro, un ebook o un audiolibro poco cambia, l’importante è che la voce degli scrittori e le loro storie continuino a essere ascoltate.


FONTI

Laura Pezzino, Storytel e la riscossa degli audiolibri (anche in Italia), “Vanity Fair”, 11 Ottobre 2018;

Alessia Rastelli, Storytel arriva in Italia e parte la sfida agli audiolibri, “Corriere della Sera”, 2 Luglio 2018;

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Treccani

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