Soldado: l’abbandono di ogni speranza

Sono passati poco più di tre anni dall’uscita nelle sale del film Sicario diretto da Denis Villeneuve, thriller di una raffinatezza unica che affronta in maniera esemplare il tema della guerra al narcotraffico tra Stati Uniti e Messico. Se pur auto conclusiva, la bellissima storia affrontata dal regista canadese aveva creato un mito irrisolto che nascondeva nel mistero e nell’ingiustizia il segreto del proprio fascino.

Tre anni dopo Hollywood ripercorre le tappe intraprese da Sicario riproponendo gli stessi personaggi – a eccezione di Emily Blunt, protagonista femminile – e affidando la regia del progetto a un grande del cinema d’azione italiano: Stefano Sollima. Impresa di grande impegno e fatica a cui il regista romano ha risposto nel migliore dei modi confezionando un sequel all’altezza del precedente. Soldado continua – o forse precede? – il discorso iniziato da Villeneuve premendo ancor di più l’acceleratore sulla violenza e sulla rappresentazione di una realtà cinica che sembra non lasciare la minima traccia di speranza.

Kansas City, un gruppo di terroristi islamici si fa esplodere all’interno di un supermercato uccidendo numerosi civili. Il governo degli Stati Uniti, sospettando di un possibile collegamento tra l’ISIS e i cartelli messicani, autorizza l’agente della CIA, Matt Graver, a prendere in mano la situazione operando attraverso misure estreme. Intento a istigare una guerra tra i maggiori cartelli del paese, Graver recluta il misterioso sicario Alejandro Gillick per inscenare il falso rapimento della figlia del boss mafioso Reyes e far ricadere la colpa sui membri dei cartelli rivali. Tuttavia Isabela Reyes riesce miracolosamente a fuggire e il governo statunitense ordina l’esecuzione della stessa per sedare le continue tensioni con il Messico. Alejandro, incaricato di seguire e uccidere Isabela, rifiuta l’ordine scatenando un’interminabile sequela di morte.

Soldado altera la percezione del tempo collocandosi su una linea cronologica difficile da individuare. Concepito in realtà come sequel di Sicario, Soldado si inserisce nello stesso universo narrativo del suo predecessore riproponendo medesimi contesti d’azione e personaggi, ma si distanzia da esso in quanto risultato di una sceneggiatura auto conclusiva che ne impedisce la collocazione nel tempo.

Stefano Sollima, forte del successo della serie Gomorra e del bellissimo Suburra di qualche anno fa, prende in mano le redini di un impresa significativa e difficile ma non di certo impossibile da realizzare. Il risultato è un’opera sensazionale ed estremamente intensa che, pur non eguagliando la precisione stilistica del regista canadese, offre due ore di intrattenimento di alto livello. Sollima non si lascia intimidire dall’enorme budget messo a disposizione né dalla fama epocale dei due interpreti del film – colossi del cinema hollywoodiano che farebbero gola a qualunque regista vivente – dimostrando uno straordinario talento visivo oltre che una notevole dimestichezza con il genere trattato.

Lecito il paragone tra le due opere ma assolutamente sbagliato il tentativo di voler a tutti i costi ritrovare l’essenza di Sicario nel suo pregevole sequel. Villeneuve e Sollima, registi molto diversi sul piano concettuale ma in possesso di una precisa idea di cinema, partoriscono due opere affini per contenuti ma assai distanti per approccio e stile registico. Laddove Sicario si imponeva come film autoriale diretto da un maestro del cinema, perciò ancorato ad un ottica cinematografica volta ad associare il regista ad un’idea stilistica ben precisa, Soldado è un magnifico film di genere che esalta la potenza dell’azione manifestata in tutto il suo incanto dal grande talento del suo creatore. Soldado è un tour de force di magnifiche scene d’azione scandite dalla mano di uno Stefano Sollima in stato di grazia che dirige con passione e professionalità. Per mezzo di incredibili riprese aeree in campo lunghissimo, la macchina da presa attraversa distese chilometriche di terre desolate dalle quali si avverte un incommensurabile senso di perdizione e sofferenza. Una realtà spietata e priva di speranza, un mondo in cui la concezione stessa del bene e del male viene meno mischiandosi in una amalgama di incertezze che portano lo spettatore a dubitare circa le azioni commesse tanto dai buoni quanto dai cattivi.

Un film che si interroga incessantemente sull’affermazione “il fine giustifica i mezzi”, cercando di fornire delle risposte a un enigma senza fine che mai porterà a una conclusione ovvia e accertata da tutti.
Soldado di Stefano Sollima è un film straordinario che analizza a fondo i discorsi iniziati dal predecessore Sicario secondo un’ottica ancor più feroce e spietata che non lascia speranza di salvezza.

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