Il dimenticato impero coloniale tedesco

Un argomento spesso trascurato, per non dire dimenticato, è quello che riguarda la formazione di un vero e proprio impero coloniale tedesco a fine 1800. Durante quegli anni la Germania riuscì a ottenere un ricco bottino di territori sparsi per tutto il mondo. Le motivazioni di questa amnesia collettiva sono principalmente due: la prima è che l’impero tedesco fu di breve durata (ma non per questo meno incisivo) iniziando nel 1984 e terminando con la prima guerra mondiale (nel 1919 infatti alla Germania vennero sottratte tutte le colonie). In secondo luogo bisogna tenere conto di tutti i meccanismi di autoassoluzione e di rimozione conseguenti alla conclusione di ogni esperienza coloniale. Tuttavia, anche se ristretto temporalmente rispetto ad altri, il colonialismo tedesco fu degno di nota per estensione e per le problematiche che lasciò alla sua scomparsa.

Tutto iniziò quando la Germania venne unificata nel 1871. La sua consolidazione come Stato la portò infatti a cercare una legittimazione nazionale. La corsa alle colonie fu quindi frutto della volontà di dare alla nazione una propria identità. Inoltre le correnti migratorie verso i paesi esteri erano di grande rilevanza e influenzarono la politica estera. L’obiettivo era quello di formare nuove “Germanie” per avere territori in cui convogliare i migranti tedeschi. A tutto ciò vanno aggiunte le motivazioni di carattere sociale interno al paese e la sempre presente missione civilizzatrice, tipica di ogni colonialismo.

L’impero coloniale tedesco venne ufficialmente riconosciuto durante la Conferenza di Berlino (1984), convocata da Bismarck, a cui parteciparono i maggiori paesi legati alla colonizzazione. Seppur non negli atti ufficiali, la conferenza permise alle potenze europee di proclamare la nascita di possedimenti nelle zone costiere che erano state in precedenza occupate. Il dominio venne quindi legittimato dal possesso. Partì così la corsa alla spartizione dell’Africa e, grazie a essa, la Germania riuscì finalmente a trasformare in colonie quei territori che erano stati protagonisti delle migrazioni e dei commerci della madrepatria.

Otto von Bismarck, il primo cancelliere della Germania unificata

L’impero coloniale che si creò era di grande importanza: il quarto per dimensioni. Prima di lui venivano, infatti, solo Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi. I possedimenti nel continente africano andavano dal Sud-West-Africa (ora Namibia) all’ East Africa (che comprendeva gli attuali Burundi, Ruanda e Tanzania). Inoltre erano tedeschi il Togo e il Camerun. Fuori dall’Africa invece la Germania aveva conquistato la Nuova Guinea e le Isole Samoa. In più erano controllate la baia di Kiao-Ciao in Cina, altre varie isole nell’Oceano Pacifico e territori in Antartide. Si trattava quindi di un impero coloniale di tutto rispetto, che però venne smantellato dopo la sconfitta nel primo conflitto mondiale. I vincitori infatti si spartirono tutti i territori, con il risultato che Francia e Gran Bretagna ingrandirono notevolmente i loro già vasti imperi.

La dominazione coloniale tedesca, anche se temporalmente limitata, lasciò ingenti strascichi e problemi. Infatti si contraddistinse per un uso spropositato della violenza, che aveva per lo più una funzione simbolica. I colonizzatori la utilizzavano come monito e punizione verso le popolazioni indigene, le quali, non riconoscendo la legittimità del potere tedesco, si ribellavano in continuazione. Inoltre venne attuata una spietata e spropositata segregazione razziale, che portò al compiersi del primo genocidio del ‘900. Questo massacro, avvenuto tra il 1904 e il 1907, colpì la popolazione degli Herero in Namibia. La loro colpa fu quella di essersi ribellati ai soprusi dell’impero tedesco.

Dunque si può concludere che il tipo di colonialismo messo in atto dalla Germania, al pari di quello italiano e giapponese, si caratterizzò per un uso particolarmente brutale della forza nei confronti delle popolazioni assoggettate. Anche se va ricordato che ogni tipo di colonialismo si è distinto per un esercizio violento del potere. Ogni Stato però poi tende a dimenticare ciò che è avvenuto. La preoccupazione infatti è solamente quella di fornirsi un’immagine immacolata del proprio passato.

Alcuni membri appartenenti alla popolazione degli Herero

 


 

FONTI

Wolfgang Reinhard, Storia del colonialismo, Einaudi 2002

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.