Lo scorso 21 febbraio ha aperto, al il Palazzo Reale di Milano, la prima personale milanese di Albrecht Dürer, intitolata ‘Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia’, visitabile fino al 24 giugno.
L’esposizione presenta circa 130 opere, di cui metà dell’artista tedesco. È suddivisa in 6 sezioni tematiche, che spaziano da argomenti quali la natura, l’idea di classicità, fino allo stretto rapporto tra Italia e Germania in epoca rinascimentale. Sono esposte pitture, ma anche un consistente nucleo di opere grafiche, disegni e trattati teorici.
Questo confronto continuo tra Dürer e suoi connazionali come Lucas Cranach e Albrecht Altdorfer, ma anche artisti italiani come Giorgione, Lorenzo Lotto e Andrea Mantegna, è volto a mostrare passo passo, opera dopo opera, l’influenza che Dürer ha avuto sui maestri rinascimentali e viceversa.
Il confronto è molto utile perché avviene in ogni sala, per ogni tematica esposta, e aiuta anche il visitatore meno esperto a farsi un’idea chiara di che tipo di clima artistico e sociale si respirasse nell’Europa centrale tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.
È proprio il periodo fiorente del Rinascimento quello in cui Albrecht Dürer si muove.
Nasce nel 1471 a Norimberga, e da giovanissimo entra come apprendista nella bottega di oreficeria del padre. Successivamente si sposta nel campo del disegno e poi della pittura, creando opere oggi osannate in tutto il mondo, come la serie di strabilianti autoritratti realizzati in diverse fasi della sua vita, a partire dai tredici anni.
Dürer è stato uno dei più grandi maestri rinascimentali del suo Paese, ma la sua opera non è rimasta circoscritta all’interno dei territori tedeschi. Fondamentali sono stati i suoi contatti con il Nord Italia, soprattutto con Venezia, dove si reca due volte in giovane età.
Proprio i suoi rapporti con l’Italia sono al centro della prima sezione della mostra, intitolata “Dürer, l’arte tedesca, Venezia e l’Italia”. Qui il visitatore è accolto da pitture, disegni e incisioni e comprende subito l’atmosfera di grande fermento artistico che vigeva nel Nord Italia, quando Dürer ventenne la visitò per la prima volta. Non è difficile immaginare come il suo occhio d’artista sia rimasto abbagliato e affascinato dalla luce e dai colori italiani, soprattutto della Serenissima.
A Venezia si reca per la prima volta dal 1494 al 1495. Ha ventitrè anni e una grande curiosità lo spinge verso la terra della ritrattistica più in voga del momento.
Viene in contatto con i grandi maestri italiani, ammira le opere di Mantegna, rimanendo fortememente influenzato dai suoi Trionfi, e i ritratti della committenza laica borghese del tempo, dai quali riprenderà la posa disinvolta di tre quarti, lo sfondo a tinta unita, e l’inquadratura a mezzobusto. Un esempio di questa influenza è il Ritratto a mezzobusto di una giovane veneziana, realizzato durante il secondo soggiorno italiano, nel 1505.
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L’abito della ritrattata è riccamente decorato e adornato da minuti particolari, quasi fosse il vero soggetto dell’opera. Lo sfondo è scuro, così da far risaltare l’incarnato pallido e i capelli biondi, raccolti in un’acconciatura lavorata. Lo sguardo della donna è fisso su un punto al di fuori della tavola e nell’insieme il ritratto risulta più comunicativo, più morbido e con una linea meno incisiva rispetto a quelli precedenti i viaggi italiani: Dürer ha recepito la lezione di Lotto e Giorgione, rimanendo comunque fedele alla tradizione della propria terra e alla propria mano.
Inoltre, è da sottolineare che sono esposte un gran numero di opere grafiche dell’artista, tra cui l’intera Apocalisse, ovvero quello che viene considerato il primo libro d’artista della storia, composto da 15 silografie.
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Le 130 opere esposte provengono da più di trenta musei europei, italiani e tedeschi, ma anche spagnoli, inglesi, olandesi. L’esposizione è ricca di materiali e contenuti, i pannelli esplicativi sono molto dettagliati in ogni sala, e aiutano il visitatore ad immergersi nell’atmosfera artistica rinascimentale.
La mostra è curata da Bernard Aikema, con la collaborazione di Andrew John Martin.
È visitabile tutti i giorni con orario continuato, e il lunedì pomeriggio. Si accede con un biglietto a tarrifa intera di 12,00 euro con audioguida inclusa, e sono disponibili tutta una serie di riduzioni.