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Fake News: in televisione da AHS ai Game Show

Quello delle Fake News è un universo che conosciamo fin troppo bene. Nonostante fossero diffuse da molto tempo, sono arrivate alla ribalta dopo le elezioni Americane e la vittoria di Trump e da allora non si è più smesso di parlarne. Trump ne rimane protagonista insieme alla Russia, ma ultimamente si è parlato di manipolazione della Brexit – con centinaia di account falsi su twitter –, delle elezioni in Francia e Germania, mentre in Italia è scoppiata l’accusa di Renzi a Lega e M5S per la diffusione di notizie fake.

Tutti ne parlano, tutti le conoscono. È naturale che il passo successivo fosse dunque l’approdo in televisione, dove vengono riportate con ironia e preoccupazione. Le fake news sono così mainstream che sono diventate protagoniste dell’ultima stagione di American Horror Story Nel clima di sconforto e paura seguito alle elezioni di Trump, troviamo Beverly Hope (interpretata da Adina Porter), una reporter, che usa la sua posizione per manipolare le notizie e favorire il regno del terrore di Kai Anderson (Evan Peters) in una piccola cittadina del Michigan.

Uscendo dagli USA ed entrando nel mondo anglosassone, in Gran Bretagna, vediamo la nascita di un nuovo gioco televisivo: The Fake News Show, che andato in onda come pilot dal 6 febbraio 2017 è una serie ufficiale dal 15 maggio. In cosa consiste? Varie notizie, sensazionali o popolari tratte direttamente da noti editori di media, vengono sottoposte ai team di concorrenti che devono decidere se sono vere o false. Il primo episodio è partito con le notizie sulle elezioni inglesi che si sarebbero svolte di lì a poco, l’8 giugno 2017.

L’Italia non si è esentata e la Rai ha affrontato il tema in un episodio di Camera Cafè in cui Luca vuole dimostrare a Paolo la pericolosità delle fake news.

Cosa comportano le Fake News in questo nostro mondo – al limite della stabilità – quando anche i fatti più elementari vengono messi in dubbio? Quando ci si trova davanti ad una notizia, oggigiorno perdiamo tempo a capire se essa sia vera o falsa. Notizie e giornalisti con anni di esperienza e credibilità vengono delegittimati dal ruolo di portatori di verità. Quando non riusciamo a distinguere la realtà da notizie false, anche la nostra capacità di relazionarci con i più grandi problemi attuali viene a mancare. L’oggettività è lo scopo, o dovrebbe essere lo scopo di ogni giornalista. E allora perché viene messo in dubbio?

La risposta è proprio Trump, uno dei più importanti leader mondiali. Lo scorso dicembre Variety ed altri organi di informazione hanno riferito che Donald Trump aveva programmato di servire come produttore esecutivo di “The Celebrity Apprentice” mentre era presidente. Il giorno dopo Trump ha twittato che si trattava di Fake News. Da allora, ha twittato il termine più di centocinquanta volte; in una giornata di settembre lo ha fatto per otto volte, apparentemente frustrato per la copertura della risposta della sua amministrazione alla devastazione provocata dall’uragano Maria a Puerto Rico. E, naturalmente, ha anche attaccato la copertura del Russia Gate più di una dozzina di volte solamente sul social network.

Il risultato è stato che non solo la credibilità dei giornalisti viene messa in dubbio, ma la mente delle persone viene influenzata: “se lo dice il presidente di uno dei paesi più potenti al mondo, allora potrebbe esserci un fondo di verità”. E se lo fa il presidente di un paese democratico cosa può impedire a dittatori e a leader di paesi non democratici di agire con ancora più durezza, di dichiarare senza dubbio che non solo i giornalisti stranieri, ma anche i propri sono portatori di Fake News?

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