Musica e nazioni: l’inno inglese

God Save the Queen ha un primato non indifferente: è l’inno più antico al mondo. Ciò contribuisce a renderlo anche uno dei più famosi e riutilizzati. Basti pensare che tuttora molti Paesi che appartengono al Commonwealth lo utilizzano a fianco del proprio inno. Tra questi, Canada, Australia e Nuova Zelanda. nel corso degli anni ne sono apparsi anche dei rifacimenti moderni molto famosi, come quello dei Sex Pistols e la cover dei Queen, così come anche diversi riadattamenti stranieri.

L’inno inglese risale agli anni ‘30 e ‘40 del Settecento: non si conoscono gli autori dell’inno, ciò che si sa è che è stato composto tra il 1736 e il 1740. Tra i possibili autori sono ricordati Henry Carey e John Bull. E’ entrato in uso il 28 settembre 1744, nonostante non esista una legge che lo dichiari inno nazionale, ma si è affermato con la tradizione.

Un’altra peculiarità dell’inno riguarda il suo testo. Qualora al posto di una regina salisse al trono un re, l’inno si trasforma in God Save the King. Tutti i termini femminili vengono convertiti al maschile e l’inno è salvo. Questo prova la tradizionalità dell’inno, nonché l’attaccamento degli inglesi ad esso. Il testo è piuttosto breve ed è diviso in tre strofe nelle quali ci sono riferimenti alla regina (o al re) e a Dio.

Si apre con questi tre versi

Dio salvi la nostra benevola Regina!
Viva a lungo la nostra nobile Regina,
Dio salvi la Regina!

La prima strofa è un augurio per una lunga vita alla regina affinché possa regnare per molto tempo. Nella seconda strofa si delineano gli aiuti più “politici” con cui Dio deve aiutare il regnante. Nei primi tre versi emerge il compito principale

O Signore, nostro Dio, sorgi
Disperdi i suoi nemici
E falli crollare.

Alla fine della terza strofa e quindi dell’inno nel suo complesso, c’è il riferimento alle leggi inglesi e al popolo. L’augurio è che Dio

Possa difendere le nostre leggi
e darci sempre l’occasione
di cantare col cuore e con la voce,
Dio salvi la Regina!

Tra le molte versioni moderne che sono state realizzate di questo inno, la più celebre è di certo quella dei Sex Pistols, la qualeOltre a essere stata censurata per “vilipendio alla regina e all’inno nazionale”, è probabilmente la canzone più nota del gruppo punk britannico. Venne pubblicata – non a caso – nel periodo del giubileo d’argento e raggiunge presto la posizione numero due nella classifica ufficiale del Regno Unito. Il testo appare criticare aspramente il sistema. In particolare recita

Dio salvi la regina perché i turisti sono soldi
La nostra “figura istituzionale” non è come sembra
Oh Dio salvi la storia, Dio salvi la vostra folle parata
Oh Signore Dio, abbi misericordia, tutti i crimini sono pagati

Un’ennesima conferma dell’importanza dell’inno inglese sono i suoi riutilizzi interni ad altri Stati nel corso dell’Ottocento. La Russia lo adotta dal 1816 al 1833 col titolo di Dio salvi lo Zar. In Liechtestein è ancora oggi inno nazionale per segnalare la derivazione dalla Confederazione Germanica. Il nome dell’inno è Oben am jungen Rhein.

Per quanto sia conosciuta in tutto il mondo, God Save the Queen non è l’unica canzone tradizionale inglese riconosciuta come tale nel Regno Unito. Un altro esempio importante da ricordare è quello di Rule, Britannia!,  un canto patriottico risalente anch’esso al 1740. Stavolta, però, gli autori sono noti: la musica è del compositore Thomas Arne, mentre il testo è ripreso dal poema Rule, Britannia di James Thomson. Questo canto è simbolo del potere imperiale del Regno Unito, rimasto ineguagliato nel corso dell’Ottocento. Il celeberrimo ritornello recita

Domina, Britannia, domina le onde!
I Britanni non saranno mai schiavi

Una nazione ricca di storia e di leggenda, nella quale la tradizione è da sempre la caratteristica fondamentale. Il fatto che ci siano ben due canzoni note allo stesso livello nel mondo e considerate quasi alla pari anche dagli inglesi ne è la prova.

 


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