Edgar Allan Poe, nato a Boston nel 1809 e morto a Baltimora nel 1849, da più di centocinquant’anni continua ad affascinare generazioni di lettori. Autore dotato di un indiscutibile talento, è considerato da molti se non l’inventore, perlomeno il precursore del genere horror. Ai giorni nostri è celebre per i suoi racconti del terrore, brevi e concisi, in grado di far tenere il fiato sospeso in un crescendo di fenomeni paranormali e giochi psicologici sempre più sottili. Questi racconti sono stai rivisitati, riadattati e trasposti in molti modi.
Il gatto nero è uno dei suoi racconti più famosi: si tratta della confessione di un condannato a morte che tenta di alleggerire il peso sulla propria coscienza. Il protagonista è un uomo comune, dal’indole pacifica e animato da una grandissima passione per gli animali. Tra tutti quelli che tiene nella propria casa il suo preferito è un gatto nero:
Era un animale di notevoli proporzioni e bellezza, tutto nero e dotato di un’intelligenza sbalorditiva. A tale proposito, mia moglie, incline in cuor suo alla superstizione, faceva continue allusioni alla inveterata credenza popolare che considera tutti i gatti neri streghe travestite…
Il racconto si snoda per una lunghezza totale di una decina di pagine, ma nonostante la sua brevità affronta molte delle tematiche più care a Poe. Innanzitutto la tematica della morte e la paura di venire sepolto vivo: qui questa cattiva sorte tocca al gatto ma in altri casi, come ne La sepoltura prematura, ad essere sepolte vive sono delle persone. Altra tematica fondamentale è il progressivo avanzamento della follia: il protagonista viene descritto inizialmente come una persona del tutto ordinaria, che a un certo punto e senza apparente spiegazione logica inizia a comportarsi in modo del tutto brutale. Poe mette a nudo tutte le paranoie dell’uomo, che lo portano a considerare un semplice gatto come un messaggero del Diavolo e un portatore di cattiva sorte. Secondaria ma comunque ben presente è la tematica degli orrori e dei maltrattamenti domestici: il protagonista del racconto non si fa scrupoli a picchiare la moglie e ad addossarle colpe non sue.
Poe con la figura del gatto nero si ricollega a una superstizione a lui antecedente, ma ancora molto attiva ai giorni nostri: il gatto (specialmente nero) come bestia satanica. Una tale raffigurazione di questo animale si trova spesso in letteratura, per esempio di Lovecraft (tra l’altro contemporaneo e avversario letterario di Poe) o nel Maestro e Margherita di Bulgakov.