MUSICA E NAZIONI: L’INNO RUSSO

Un uomo fortemente coinvolto nella storia dei suoi inni a partire dal regime di Stalin è Sergej Michalkov.

Nel 1917 la Russia, durante la Grande Guerra, è attraversata dalle due rivoluzioni bolsceviche, di febbraio e di ottobre. Con la presa del potere da parte di Lenin si afferma, non senza qualche forzatura, il sistema comunista. In questa occasione venne adottato l’inno comunista per eccellenza, scritto da Pottier per celebrare la Comune di Parigi nel 1871. Si tratta di L’Internazionale, che divenne anche inno del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Il 15 marzo 1943 venne adottato un nuovo inno di ispirazione nazionalista per motivare i soldati dell’Armata Rossa. Si tratta dell’Inno dell’Unione Sovietica, musicato da Aleksandrov sul testo di Michalkov ed El-Registan. Per la presenza dell’elogio a Stalin, col processo di destalinizzazione iniziato nel 1953 l’inno fu eseguito solo in versione melodica. Nel 1977 l’inno venne riscritto, sempre da Michalkov, il quale elimina i riferimenti a Stalin ma mantiene quelli a Lenin.

Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 1991 viene adottato un altro inno, il Canto Patriottico. Si tratta di un brano strumentale degli anni Trenta dell’Ottocento, che rimane per otto anni senza testo.

Fu Putin a rispolverare il vecchio inno sovietico, con un decreto presidenziale del 20 dicembre 2000. La necessità nasce con le Olimpiadi di Sydney per la mancanza di un testo adatto. Le modifiche al testo furono di nuovo affidate a Michalkov. Si può notare come questo personaggio ricorra nella storia: era infatti ottantasettenne nel momento dell’incarico di Putin, e appena ventinovenne quando lo scrisse per Stalin.

Concentrandosi sull’attuale versione dell’inno, si può notare che è diviso in sei parti, di cui tre strofe e tre ritornelli. Rispetto alla versione del 1977, la più conosciuta dai russi, il testo è epurato dalle allusioni all’Unione Sovietica e da quanto concerne il comunismo. Tutti i riferimenti alla rivoluzione russa sono sostituiti da un elogio della storicità del Paese e del suo legame con gli avi e la terra. I tre ritornelli sono tra loro identici e recitano:

Sia gloria a te, Patria nostra libera –
Secolare alleanza di popoli fratelli,
Saggezza popolare tramandata dagli avi,
Sia gloria a te, terra nostra! Siamo fieri di te!

Il riferimento alle origini e alla tradizione sembra quasi obbligatorio per una nazione dalla storia millenaria e dall’eccezionale estensione, così come in precedenza doveva apparire necessario un testo che mettesse in luce le grandi conquiste russe sotto l’egida comunista. Ricordiamo il ritornello della versione del 1977:

Gloria alla nostra Patria libera,
fida roccaforte dell’amicizia tra i popoli.
Il partito di Lenin, forza del popolo,
ci conduce al trionfo del comunismo!

La musica dell’Inno è senza dubbio maestosa. Il ritmo lento concede di seguire il testo e di porre una grande enfasi sui suoi punti critici. Ricordiamo che Aleksandrov fu nel 1926 tra i fondatori del celebre coro dell’Armata Rossa, il cui nome completo è infatti Complesso Accademico di Canto e Ballo dell’Esercito Sovietico “A.V. Aleksandrov”. Di tale coro ricordiamo esecuzioni magistrali e anche simboliche, come quella di Bring the boys back home al concerto di Roger Waters del 1991. Si tratta del tour The Wall, che celebra in tale contesto storico il crollo del muro di Berlino.

Un inno, quello russo, che ha subito diverse modificazioni, così come il Paese che rappresenta. La Russia è stato forse il Paese che ha affrontato cambiamenti più repentini nel corso del XX secolo. Da Paese zarista e latifondista, infatti, passa al comunismo prima leninista e poi stalinista, contribuendo dopo il secondo conflitto mondiale a una divisione del mondo in due blocchi. Si tratta di una rivoluzione senza precedenti nel Paese e in Europa, che non può che portare a un cambiamento storico mondiale. Tuttora tale Paese continua a esercitare un fascino particolare, soprattutto in relazione alla sua storia. Seguire l’evoluzione dell’inno russo aiuta a comprendere il senso profondo delle peculiarità di tale Paese.

Fonti: wikipedia, ilPost, russianecho

Credits: img1, img2

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