“Elogio della mente critica”

In un mondo di esaltazione della tecnica e dell’iper-specializzazione tornare a ragionare su grandi temi generali, che coinvolgono la filosofia, la storia, la politica, sembra un esercizio fuori dal tempo. In questo contesto, il filosofo della scienza Enzo di Nuoscio, con il suo Elogio della mente critica (Editori Laterza, 2016, pagg. 80), vuole smentirci, suggerendo una metodologia di pensiero innovativa nel suo riprendere i grandi insegnamenti del passato, dall’epoca romana a Popper e Gadamer.

La mente critica è l’unica dotata delle caratteristiche necessarie a salvare i benefici ottenuti dalle democrazie europee moderne. Essa è, infatti, relativista nel rifiutare il fondamentalismo e dogmatismo di coloro che vogliono imporre i propri valori come assoluti e attraverso l’uso della forza. É democratica, in quanto consapevole che solo il confronto con tante visioni del mondo diverse può portare al progresso e che, quindi, essenziale è solo “il consenso sulle regole per esprimere il dissenso”. La mente critica ha, inoltre, senso storico, riconosce i problemi del proprio tempo, senza assolutizzarli e senza perdere la visione d’insieme.

Di Nuoscio arricchisce questo pamphlet dallo stile di scrittura quasi anglosassone, nella sua chiarezza e sinteticità, con numerosi riferimenti filosofici e storici, senza, però, che tale esercizio risulti un mero sfoggio di cultura personale dell’autore, bensì sempre e solo nell’ottica di avvalorare e convincere il lettore della necessità dello sviluppo di una mente critica.

Alcune domande, però, appaiono ineluttabili per coloro che leggono il libro. C’è veramente ancora spazio per la riflessione, il confronto, il dibattito, il cui esercizio necessita tempi dilatati, nell’epoca dei social network e dei talent show; nell’epoca in cui la leadership sembra più una “followship”, in quanto le decisioni vengono prese rispetto al contingente e non in base alle prospettive di lungo termine; nell’epoca in cui la meritocrazia lascia spazio ad una selezione basata sulla fedeltà o decisa da apparenti giurie di qualità?

L’Autore è consapevole di questi problemi e, infatti, ci avverte che lo sviluppo di una mente critica non è a costo zero; richiede apprendimento, approfondimento e sforzi, che possono essere sopportati solo se si riconosce che la mente critica sia il motore per la salvaguardia dei progressi già ottenuti e come base per quelli futuri.

In definitiva, una lettura consigliata a coloro che vogliono porsi domande, più che a quelli che vogliono essere confortati da risposte certe, ma anche una lettura che non nuocerebbe a coloro che si candidano a guidare la nostra democrazia o che occupano posti di rilievo in altri campi, per invitarli ad una riflessione su come stanno esercitando il loro potere.

di Francesco Rotunno

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