S’addicono alle tue sapienti botteghe
gli autunni dorati, agli antichi portoni
malinconiche estati.
In fervide primavere puoi fingerti Parigi,
e bianca tingerti delle nevi d’inverno
coprendo la tua memoria.
Ancora una volta allora mi domando
dove mai starò andando se la mia vita
continua a tessersi delle tue foglie.
I molti chilometri calpestati
assicurerebbero avventurose distanze
se solo fossero più coraggiosi,
invece s’arrendono al tuo lastricato
si uniscono ai secoli agonizzanti
della tua storia.