L’ARTE SPAVENTA I DITTATORI

Uno degli obiettivi principali di qualsiasi regime dispotico è il controllo del linguaggio perché, di fatto, equivale al controllo della mente di un popolo. La propaganda di regime tende a far sì che la massa sia totalmente assoggettata agli organi dirigenziali, che presentano se stessi come guide sicure, detentrici della giusta visione del mondo, in grado non solo di rispondere ai bisogni delle persone ma anche di sapere quali essi siano. Per evitare ribellioni e dissenso, dunque, le entità del potere lavorano per omologare il pensiero.

Ai Weiwei, artista e attivista cinese, per la sua opposizione al regime, è stato recluso 81 giorni, dal 2 aprile al 22 giugno 2011, confinato in una località segreta, senza che fossero mai state diramate notizie sulle sue condizioni.
Jafar Panahi, regista iraniano, dopo diversi anni di conflitto con il governo per il contenuto dei suoi film, nel 2010 è stato condannato a sei anni di prigionia. Non è forse un caso che Bansky, celebre street artist, mantenga nascosta la sua identità. L’anonimato gli permette di evitare la censura e continuare a riempire i muri di qualsiasi luogo con le sue opere, apertamente provocatorie, ma che trasmettono messaggi per un mondo più equo e pacifico.

Come è possibile che una singola persona costituisca una minaccia per un governo?  Perché gli artisti fanno paura ai regimi?

Il processo creativo alla base di un’opera d’arte ha origine dall’immaginazione. L’artista ragiona fuori dagli schemi precostituiti, riesce a proporre innovative visioni della realtà e questo stimola la riflessione nei fruitori. L’opera artistica  ha un potenziale di comunicabilità molto elevato, può essere giudicata positivamente o negativamente ma non lascia indifferente chi la osserva perchè travolge lo spettatore e ne provoca una reazione. E’ impossibile porre dei limiti alla libertà dell’arte, da qui deriva il suo valore di arricchimento spirituale e intellettivo.

Essere artisti significa innanzitutto essere liberi e dal loro esempio può divampare il desiderio di libertà di un’intera nazione, forse è per questo che sono così temuti dai despoti.

 


Fonti:

ilquotidianoinclasse.corriere.it
www.thewalkman.it

Credits:

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