La riscoperta del Medioevo nell’Ottocento

L’Ottocento è definito il “secolo delle passioni”, il Romanticismo. Dopo cento anni dominati dalla fredda ragione, è tempo che i turbamenti dell’animo tornino a sconvolgere l’uomo illuminato. Siano essi positivi o negativi poco importa, questo è il secolo dove a teatro si va per piangere, sia di commozione che di dolore.

In questo clima i teatri, soprattutto quelli d’opera, sono il centro dove le nuove tendenze trovano spazio grazie all’unione di parola e musica. La richiesta di nuove storie diventa grandissima, compositori e librettisti sono chiamati a realizzare opere sempre nuove.  Oltre alle passioni in questo secolo si fa grande l’interesse per il passato, specialmente per un periodo storico preciso, considerato oscuro e misterioso: il Medioevo. L’unione tra mistero e sentimento risulta vincente, si ammira l’immaginario cavalleresco, le storie di nobili fanciulle la cui virtù è messa a rischio, ma soprattutto colpiscono gli episodi che contengono una grande storia d’amore, sia verso una donna che verso la patria, e il desiderio di un ritorno alla sfera naturale.

Questi ingredienti contribuiscono a rendere il Medioevo, così poco conosciuto a causa delle fonti limitate, il contesto centrale di buona parte degli spettacoli, oltre che della letteratura, messi in scena nel Romanticismo. Si arriva ad alterare la realtà storica pur di mettere insieme passioni travolgenti e personaggi storici. Così le corti Europee diventano lo scenario principale dove i grandi della storia sono coinvolti in intrighi, travolti dalle emozioni, sconvolti da amori impossibili, il tutto però accompagnato da una ricerca minuziosa di costumi e scenografie il più possibile somiglianti alla realtà, per trasportare lo spettatore in quei saloni e giardini ancora esistenti e facilmente riconoscibili dei palazzi nobiliari. La scena torna a essere riccamente decorata e realistica, in questo periodo si sperimenteranno elementi scenici usati tutt’oggi in palcoscenico, come ad esempio i panorami mobili. L’elemento naturale è sempre presente: le fitte foreste, le buie grotte e tutti quei luoghi dove la mano dell’uomo non è giunta attraggono lo spettatore desideroso di sorpresa e mistero.


FONTI

Storia del teatro”, Oscar G. Brockett, Marsilio, 2014.


 

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