Chretien de Troyes: il più grande poeta medievale prima di Dante

All’interno della tradizione letteraria cortese, nata nella Francia del dodicesimo secolo, si inserisce Chretien de Troyes, da molti considerato il più grande poeta medievale prima di Dante.

Egli rivisita gli schemi tipici della tradizione lirica provenzale, in cui il rapporto di amore fra cavaliere e dama assomiglia molto a un rapporto di vassallaggio che deve essere vissuto da lontano per potersi rafforzare. In questo tipo di relazione la dama deve essere necessariamente di condizione sociale superiore a quella del cavaliere e perfetta nel corpo e nell’anima; è solo sotto l’influsso della donna che il cavaliere può raffinare le proprie qualità innate fino ad incarnare perfettamente le qualità del mondo cortese.

Nato nel 1135 nel nord della Francia, Chretien de Troyes conosce fin da bambino la materia di Bretagna, che vede come assoluta protagonista la corte di re Artù e che presenta molti elementi di influenza celtica.

Grazie alla frequentazione prima della corte della regina Eleonora e poi di re Enrico I di Champagne, egli viene in contatto con la materia trobadorica, creando una fusione unica e innovativa tra le due tradizioni, quella trobadorica tanto di moda nella Francia del sud e quella bretone, appartenente al suo sostrato culturale.

Egli tuttavia non si trova in pieno accordo con la concezione di amore proposta dalla lirica trobadorica. Per questo motivo teorizza un nuovo modo di concepire il rapporto amoroso, che ora prevede un amore non più adulterino ma legittimato dal matrimonio: gli amanti non si devono più nascondere agli occhi di tutti, ma sono liberi di vivere fino in fondo la propria passione anche di fronte a Dio. In più l’amore non è più solo un mezzo di difesa territoriale, in cui il cavaliere si impegna a difendere in battaglia i possedimenti della propria dama, ma anche un modo per il cavaliere di trovare la propria identità attraverso gli insegnamenti morali della propria compagna. Con Chretien de Troyes insomma ci si avvicina sempre di più alla concezione moderna del rapporto di coppia.

Questa concezione tuttavia era in pieno contrasto con le idee dell’epoca e decisamente troppo innovativa, quindi Chretien è costretto a ripiegare su qualcosa di più classico e aderente ai gusti dei suoi contemporanei.

Ecco così che nasce il Lancillotto, uno dei suoi romanzi più conosciuti ma anche uno dei più combattuti. Commissionato da Maria di Champagne, egli si ritrova a dover aderire in tutto e per tutto ai canoni cortesi classici; egli si ritrova dunque ingabbiato in una serie di dettami letterari che non sente propri ma che riesce comunque a sviluppare al massimo.

Attraverso la descrizione degli incontri fra gli amanti, dell’adorazione di Lancillotto per tutto ciò che riguarda la sua amante – la regina Ginevra – che tanto hanno appassionato generazioni di lettori (e lettrici) riusciamo comunque a cogliere il sorriso ironico e il distacco di un uomo che non condivideva queste passioni amorose portate all’esasperazione.

Molto più personali sono invece l’Ivano e il Perceval, che hanno avuto grande seguito anche in altre tradizioni letterarie, soprattutto quella tedesca.

Soprattutto il Perceval è innovativo: non presenta più solo le azioni di un eroe singolo – Perceval – ma anche quelle di Galvano, suo collega in armi. Questo romanzo può essere considerato un romanzo di formazione: Perceval deve imparare tutto dell’arte cavalleresca e dei dettami cortesi, mentre Galvano, cavaliere già perfetto sotto ogni punto di vista, è un costante monito per il lettore di tutta la strada che Perceval ancora dovrà percorrere.

Questi romanzi tuttavia meriterebbero una trattazione a sé stante a causa della grande varietà dei temi trattati e della profonda diversità fra di essi, che rispecchiano varie fasi di maturazione del poeta.

In questa sede tuttavia ci preme sottolineare la grandezza di questo poeta, che ha contribuito a formare gran parte delle nostre convinzioni sul medioevo cavalleresco e che ha permesso -anche se indirettamente – la creazione di grandi capolavori moderni; un esempio per tutti è il Parsifal di Wagner, composto sulla base del Parzival di Wolfram von Eschenbach, a sua volta ispirato alla versione di Chretien.

 

Fonti : Chretien de Troyes – i romanzi cortesi. A cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magni. Mondadori

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.