Jlin, nuovo EP per il prodigio della footwork

Uscito a febbraio per l’etichetta inglese Planet Mu, tra le più rinomate nel genere dell’elettronica, Dark Lotus è il secondo EP nella discografia della produttrice statunitense Jerrilynn Patton, in arte Jlin, un piccolo assaggio di quello a cui la footworker ha lavorato durante lo scorso anno, dopo l’uscita del suo acclamato debutto sulla lunga distanza, Dark Energy, che chiamare fenomenale sarebbe riduttivo.

Lo stile di Jlin ritorna più incisivo e idiomatico che mai, spingendosi ancora più in là nella sua ricostruzione personale della footwork, sottogenere della house-music che si connota per le aritmie, il frequente uso dello staccato, e in generale per sonorità torrenziali e dinamiche.

cover di Dark Lotus

Dark Lotus non è certamente un’eccezione, dato che la prima traccia, “The Escape Of The Blvck Rxbbit”, sin da subito mette in chiaro la direzione musicale e concettuale che Jlin ha deciso di intraprendere. Le voci, i bassi e i ritmi, viene tutto spezzettato e assemblato in un susseguirsi di cimbali e bassi volteggianti. Cadenzando tra silenzi immediati e accelerazioni inaspettate, Jlin riesce ancora a sorprendere per le sue doti di compositrice.

 

È però con la seconda e conclusiva traccia, “Nyakinyua Rise”, che la produttrice dell’Indiana crea un vero e proprio micro-manifesto sonoro della footwork. L’intro della canzone pare ci stia accogliendo in un tempio, nel quale è impossibile rimanere immobili e non lasciarsi trascinare dalla musica. Jlin sfodera una tempesta di tamburi, campanelli, bassi roboanti, che paiono anticipare ad una lotta, forse ad una danza di guerra, sospesa tra il preistorico e l’irrequieto futuro.

“Nyakinyua Rise” sarà inoltre inclusa nel prossimo album dell’artista, Black Origami, in uscita sempre per Planet Mu il prossimo 19 maggio. Considerando le eccellenti premesse poste da questo EP, non possiamo che tenerci pronti per uno degli album di elettronica più attesi di quest’anno.

 

cover di Black Origami

Per maggiori informazioni sull’artista, ecco la sua pagina sul sito della Planet Mu.

Credits: Img 1, Img 2, Img 3.

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