Letteratura e ingiuste gerarchie: sul fondo c’è il fantasy!

Chi ama la letteratura, la ama tutta. Ma è davvero così? A quanto pare non in Italia.

La letteratura, quella vera, può essere solo il romanzo impegnato, i grandi classici, italiani e stranieri, non di certo il diario, gli horror o la narrativa rosa, né tanto meno il fantasy. A un posto intermedio troviamo il thriller.

Eppure all’estero, la letteratura è costituita soprattutto da queste ultime categorie, non solo dagli scritti di qualche poeta ormai morto da tempo: la letteratura ha per tale motivo, forse, un significato meno profondo?

Esistono moltissimi nuovi generi da scoprire che stanno avendo successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, generi che si dipartono dal fantasy ed entrano nella vita reale, oppure partono da questa e ti portano in mondi differenti: ci si deve vergognare di comprare tali libri solo perché non rispecchiano le aspettative di altri?

In realtà a Londra, a New York, generi come quello fantasy o le sue sottocategorie non solo sono stati amati e apprezzati da milioni di persone, ma hanno influito su intere generazioni; come non pensare al mago più famoso del mondo, Harry Potter, nato su un treno inglese e diffusosi in tutto il pianeta, rendendo la sua creatrice seconda per ricchezza solo alla regina Elisabetta?

La rivalutazione del fantasy sembra dunque necessaria solo in Italia, dove in realtà non è molto sviluppato e per tale motivo non presenta autori degni di nota, se si esclude Licia Troisi che, nonostante si elevi a regina del fantasy italiano, non è comunque paragonabile a molti autori stranieri.

Eppure questi scrittori inventano mondi fantastici basandosi solo sulla propria fantasia; nella realtà non abbiamo spade, duelli, maghi o altro su cui fare affidamento per una bella storia, ci vuole sicuramente più creatività per inventare questi mondi che non per prendere una ragazzina poco sveglia e farla diventare l’eroina di Cinquanta sfumature di grigio, un romanzo erotico che sbiadisce in confronto a moltissimi altri meno conosciuti (e sicuramente meno venduti!), che presentano però personaggi strutturati in modo migliore, più completo e anche più credibile, nonostante facciano parte di un mondo inventato.

Amare la letteratura è amarla tutta, apprezzare ogni genere senza fare una graduatoria che parte dall’epoca e finisce con generi considerati insulsi come la narrativa rosa: ogni settore presenta dei pregi e dei difetti, autori da ammirare anche se odiamo leggere quei determinati tipi di libri.

L’Italiano riuscirà mai ad apprezzare tutti i tipi di letteratura, nonostante la sua tradizione sembri imporre il “due pesi due misure”?


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